Questa storia comincia – almeno nell’ultimissimo periodo – con la vittoria dello scudetto Under 20 della PMS Moncalieri lo scorso aprile, 2017. E termina, almeno per adesso, con il 4 marzo 2017 con le vittorie della Paffoni Omegna e della Bertram Tortona nelle finali di Coppa Italia LNP rispettivamente di serie B ed A2. Non proprio nel mezzo, esattamente il 18 febbraio scorso, la vittoria della Fiat Torino Auxilium nella Coppa Italia di serie A.
Racchiudendo in un attimo questi quattro successi, Piero Guerrini, Capo rubrica del basket del quotidiano Tuttosport, si è chiesto : “Che succede alla pallacanestro piemontese“? Guerrini allora che succede? Sorpreso?
“In parte sì, decisamente. Sorpreso dalla contemporaneità. Sorpreso soprattutto dalla vittoria di Torino nella Coppa della serie A: chi l’avrebbe mai immaginato visto il momento che attraversava la squadra? Molto meno sorpreso se penso invece al fatto che la pallacanestro della nostra Regione sta vivendo un momento di grande vivacità e di grande raccolta di frutti di un lavoro che da anni viene fatto con intelligenza e passione da tante società. Un fermento che coinvolge migliaia di società“.
Parliamo di questo lavoro, cosa stanno facendo in Piemonte?
“Le società stanno programmando la crescita dei giocatori. Stanno affidando i loro settori giovanili ad allenatori bravi che hanno avuto la fortuna e la capacità di crescere sotto la guida di altrettanti allenatori molto bravi che hanno impostato un lavoro dalla base. Penso a Marco Crespi ed a quello che ha fatto a Casale. Dico Federico Danna e segnalo Lorenzo Pansa, coach a Tortona, non a caso allievo di Crespi. Penso ad un GM preparato come Marco Martelli sempre a Casale Monferrato solo per fare degli esempi che rappresentano tutti gli altri. Penso che nell’Under 19 che l’anno scorso ha vinto l’argento mondiale c’erano due giocatori piemontesi come De Negri e Visconti; che nella Nazionale U20 oro agli Europei del 2013 c’erano due giocatori piemontesi come Lombardi e Della Valle. Tutti ragazzi che oggi giocano stabilmente e che, nel caso di Della Valle è diventato un giocatore di livello internazionale. Penso alle società come Casale, Borgomanero e la PMS che hanno messo insieme una squadra unica per partecipare alla competizione internazionale Under 16, la EYBL, per fronteggiare al meglio le corazzate continentali sul piano del gioco e dal punto di vista economico. Oltre a queste ce ne sono tantissime altre, cito per tutte Biella ed Alba, che si sono date una organizzazione importante ed un certo modo di fare basket nel quale costruire giocatori è il primo obiettivo”
La storia, la tradizione, i grandi giocatori del passato che allenano (Abbio e Vidili), il vertice tanto in campo maschile quanto in quello femminile: Torino è con Venezia l’unica città che ha la serie A1 tra gli uomini e le donne anche questo conta?
“Tutto molto importante. Ma quello che conta ancora di più secondo me è l’esempio vicino ai giovani. Mi spiego. Per uno che comincia a giocare vedere che Valentini e De Negri che sono partiti dal settore giovanile oggi sono stabilmente in prima squadra e giocano regolarmente vuol dire pensare “posso farcela, se mi impegno arrivo”. E questo è fondamentale. E’ chiaro che il vertice fa il resto del lavoro. La passione dei Forni riversata nell’Auxilium, l’interesse di un’azienda internazionale ma così radicata nel territorio come la Fiat sono spinte necessarie per un movimento che di suo però ha una motivazione fortissima che in questi anni sta crescendo in modo esponenziale. Anche tra le donne. Perché dietro la Pallacanestro Torino c’è moltissimo, tantissime ragazze giovani di cui si parla un gran bene, per esempio Martina Iagulli e Sofia Varaldi classe 2003 da Moncalieri. E poi c’è la questione delle case del basket”
Cioè gli impianti, in controtendenza rispetto ad altre zone del nostro Paese…
“Torino ha tre palazzetti moderni o comunque ristrutturati più quello della Crocetta. Il Biella Forum è piuttosto giovane, a Casale il palazzo è stato messo a posto. A Tortona mi risulta che la proprietà stia ristruttrando e donando alla città l’impianto per 5mila posti. Forse l’anno prossimo l’Auxilium potrebbe giocare al Pala Vela. E tanti altri impianti che rendono possibile un altro fatto importantissimo: l’organizzazione continua di tornei di alto livello e quindi il confronto delle squadre piemontesi con tante altre realtà. E quindi la crescita tecnica. A tutti i livelli, dalle Finali di Coppa Italia, al Torneo preolimpico, dai Campionati giovanili ai Tornei natalizi di grande qualità. Per chiudere la panoramica sono anche nati moltissimi campi all’aperto con tutto quel che ne consegue“.
Tutto questo è possibile anche perché c’è un Comitato Regionale Fip presente e partecipe?
“Non c’è dubbio. Sia pure in mezzo alle difficoltà che ogni Comitato incontra ogni giorno, c’è molto impegno, volontà di partecipazione, di appoggio alle iniziative delle società, c’è capacità di leggere in prospettiva. Ci sono anche tanti tornei organizzati dal CR Piemonte. E anche questo aiuta la volontà di investire da parte delle società e da parte delle aziende sponsor, che non sempre ne hanno un ritorno economico, ma i cui proprietari sono appassionati di pallacanestro e vedono che le cose sono fatte bene e partecipano volentieri allo sviluppo di qualcosa di importante sul piano sociale“.
E’ possibile dire qual è la caratteristica che identifica la pallacanestro piemontese?
“Direi di no. Ci sono diverse scuole di pensiero. Io ritengo che quella più importante discenda da Gianni Asti, dalla sua lezione tecnica, quella alla quale si è formato per esempio il già citato Federico Danna“.
Eduardo Lubrano