I Michigan Wolverines hanno l’abitudine di considerarsi – dicono in America – una specie di brand nazionale, con gli studenti ed i fan in generale che si spostano per seguire la squadra da una parte all’altra del paese. Il coach della squadra di basket, John Beilen sa perfettamente di questa situazione, così quando deve spostarsi per andare a parlare con un ragazzo che potrebbe essere una recluta cerca di farlo in incognito.
Come ha fatto qualche anno fa quando è andato a Berlino per parlare con Victor Moritz Wagner. “Puoi correre ma non nasconderti” disse 48 ore dopo il suo ritorno a Denver lo stesso Beilen quando la notizia del suo viaggio era sulla bocca e sui social di tutti. Nella capitale tedesca il coach era andato ad incontrare la famiglia Wagner ed il ragazzo, 2 metri e 11, nato il 26 aprile del 1997, all’epoca impegnato al liceo Rosa Luxemburg di Berlino.
Gli era stato segnalato, il ragazzone, da Yenal Kahraman, proprio lo stesso che ha aiutato l’ex attaccante del Connecticut Niels Giffey, che ha giocato per gli Huskies dal 2010-2014 e ha vinto due campionati NCAA. Letta un’email di Kahraman, Beilein si è precipitato in Germania ed ha incontrato Wagner – che pronuncia il suo cognome “Wogner” – e dopo una bella cena tedesca e birra, è tornato negli Stati Uniti entusiasta.
https://youtu.be/GeDmuLCCKXc
Anche i racconti di Wagner lo sono: “Mia madre Beate (dalla quale ha preso il cognome,ndr) mi ha portato in palestra perché non sopportava più il freddo e la pioggia degli allenamenti del calcio all’aperto. E poi da ragazzino guardavo il mondo del college americano con mio padre, Axel Schultz ndr, allenatore di pallamano, e lui mi diceva “Guarda, la banda, il tifo, devi andare lì al college!”. E poi arrivato qui la bellezza di scoprire che hai una palestra dove ti alleni solo a basket e non devi condividerla con altri sport; in Germania la mia era segnata dalle linee della pallavolo (non che la pallavolo sia una brutta cosa però) o della pallamano (ma lo sport di mio padre non mi è mai piaciuto…)”.
Oggi Mo Wagner è il principale realizzatore dei Wolverines con 14.3 punti a partita ed il miglior rimbalzista con 6.9 a gara. E’ anche emotivamente il faro della squadra perché ha un carattere molto esuberante…quanto gli piace fare la linguaccia a compagni ed avversari per esempio… Il suo idolo nel basket pro è stato Kevin Garnett “È pazzo. Poteva prendere un milione di botte e influenzare ancora il gioco in un modo che nessun altro sul campo da basket era in grado di fare con la sua intensità ed energia. Ok è un po ‘matto in testa, ma lo apprezzo davvero. Anche io sono un pò pazzo “.
E questo è il numero uno della squadra ma i Wolverines debbono fare attenzione, nella semifinale che li vedrà opposti ai Ramblers di Loyola Chicago sabato 31 marzo, alla loro incostanza al tiro dal campo, ed alla feroce attitudine degli avversari dell’Illinois di preparare le partite in ogni dettaglio.
Con Texas A&M per esempio Michigan ha tirato con un mostruoso 61,9% dal campo ed un altrettanto spaventoso 58,3% da tre. Incredibili – ma al contrario – le percentuali della partita, anche se vinta, contro Florida State che pure li ha mandati alle Final Four: 38 per cento totale ed un miserrimo 18 per cento da 3. Forse per giocarsela e vincere contro Loyola, potrebbe anche bastare una via di mezzo visto che il ranking dei Wolverines è il numero 3.