“È qualcosa per cui ho lottato, ma non è mai stata un’ossessione. Sapevo che più successi di squadra avessimo avuto, più premi individuali sarebbero arrivati. Sono sempre stato concentrato su ciò che serviva alla squadra e a quello che io potevo dare ai miei compagni. Abbiamo sempre prestato attenzione a quello che dovevamo fare, senza mai sentirci superiori a nessuno, ora giocheremo per quello per cui ci siamo allenati tutta la stagione.” Parole del miglior giocatore del College Basket 2018, al secolo Jalen Brunson, nato il 31 agosto del 1996 a New Brunswik nel New Jersey, Altezza 1 metro e 91, peso 86 chilogrammi ruolo guardia, squadra dei Villanova Wildcats che giocheranno la semifinale del Torneo 2017-18 contro Michigan sabato 31 marzo.
Le cifre di questo ragazzo in questa stagione: 19.2 punti con 4.6 assist e 3.1 rimbalzi, il tutto tirando con il 60% da 2 e il 41% da oltre l’arco. Eppure guardandolo giocare nessuno potrà mai dire “Uhau!” di fronte ad una giocata spettacolare, ad un passaggio di quelli che strappano applausi, ad un tiro impossibile o ad una entrata di quelle con l’atletismo da far alzare l’adrenalina. Però a vederlo giocare ci si accorge che il suo quoziente di intelligenza per il basket è altissimo. Un faro, una guida, un allenatore in campo. Una visione di quello che accade e soprattutto di quello che sta per accadere nei 28 metri per 14 come nessuno. Già nel 2016 quando Villanova vinse il suo secondo titolo NCAA (il primo fu nel 1985 dopo la finale persa nel 1971) Brunson che era al suo secondo anno, fu un eccellente aiuto per i Wildcats nella conquista di quel trofeo.
“Tutto quello che fanno (i Wildcats,ndr) inizia con Brunson – ha detto un assistente allenatore della Big East – È così padrone di sè stesso, ma anche così esaltante. Ogni volta in campo fa la cosa giusta.”
E’ figlio Jalen, di Rick Brunson ex giocatore, nove anni, NBA e poi allenatore e di Sandra ex giocatrice di pallavolo. I suoi genitori si sono incontrati ai tempi della Temple University a Philadelphia dove facevano parte delle rispettive squadre dei loro sport. La famiglia è completata dalla sorella di Jalen, Erica nata nel 2001.
Come quando aiutò la matricola Collin Gillespie a giocare post con le spalle a canestro. Gillespie pensava che uscito dall’high school avrebbe giocato sempre sul perimetro. Invece Brunson cominciò a dargli la palla quando lui aveva le spalle a canestro e la prima volta che Gillespie tirò cadendo indietro era convinto di aver sbagliato tiro. “Invece la palla andrò dentro – racconta la guardia di Warminster – e Jalen mi disse “Tranquillo ti ci abituerai”.
Devontè Graham, suo avversario proprio nella sfida di semifinale con i Kansas Jayhawks, dice di Brunson :”E’ sempre in equilibrio, cerca di farti alzare e poi fà la sua mossa. Non ti supererà in velocità. Il suo QI è molto alto. ”
Jalen deve ringraziare suo padre Rick che ha insistito che il suo ragazzo avesse un attacco a tutto campo, mostrandogli clip di Steve Nash, Chris Paul e persino di sè stesso ripetendogli in continuazione che ” Più ampie ed articolate sono le tue abilità più difficili saranno per gli avversari da difendere“.