Abbiamo le finaliste! Si sono giocate le finali di Conference ed il pronostico di All-Around.net è stato rispettato: i dominatori della regular season, gli Austin Spurs, insidieranno i detentori del titolo, i Raptors 905, al meglio delle tre gare, a partire da stanotte, con il vantaggio del fattore campo. Hanno penato per un tempo, o poco più, per avere ragione delle rispettive avversarie, per poi imporre il fattore – difesa e la legge del più forte.
Entriamo nei dettagli, per poi provare a dare uno sguardo a ciò che ci aspetta nell’ultimo atto di una stagione bellissima e foriera di grandi prospettive, per la Gatorade League.
Austin Spurs – South Bay Lakers 104 – 93. Dura esattamente un tempo, il primo, l’equilibrio tra Spurs e Lakers. Poi, nel terzo parziale, le triple di White, Hilliard e Hanlan, ed una difesa asfissiante sugli esterni ed a centro area, con un Matt Costello incredibile, autore di 11 stoppate (dicansi undici!), oscurano la vallata ai gialloviola e, quasi senza fatica, producono un vantaggio massimo di venti punti che, nel finale, i nero-argento di casa si limitano a gestire senza patemi. Polveri bagnate per i Lakers, sovrani indiscussi, finora, del tiro da tre punti: 2/18 nel fondamentale e gara segnata. Poco può il solito Gary Payton II (28 punti), tra i protagonisti indiscussi dei playoff, supportato dal solo Caruso (20) in uscita dalla panchina. Per Austin, ciò che un indemoniato White (35) e Hilliard (20) hanno creato, Costello ha difeso e messo in cassaforte, giocando da perno difensivo.
MVP: Derrick White
Erie BayHawks – Raptors 905 106 – 118. Ci sono voluti tre quarti, ai campioni uscenti, per venire a capo del gioco veloce ed intrigante dei Bayhawks padroni di casa. Erie ha iniziato in grande stile, con un preciso piano-partita fatto di costanti raddoppi difensivi e di veloci transizioni guidate e, spesso, concluse dai lunghi Putney e, soprattutto, Evans (20 punti con 8/9 dal campo). Partenza “diesel”, come da tradizione, per i Raptors che, dopo essere finiti sotto in doppia cifra, hanno iniziato ad alternare difese (raddoppi, matchup, perfino zona 2-3) ed a perfezionare la circolazione di palla dopo l’inserimento, dalla panchina, di Shevon Thompson: interessantissimo pivot ancora un po’ esile, ma dall’apertura alare impressionante, verticale ed agilissimo, il lungo è divenuto subito il perno intorno al quale far ruotare la circolazione di palla dei canadesi, una macchina da rimbalzi e l’unico uomo capace, alla lunga, di imbavagliare Jeremy Evans. Alla fine, per lui, 18 punti con 8/10 dal campo, e sedici carambole, di cui 9 offensive!
Perfezionate le spaziature, trovato il necessario appoggio a centro area, i Raptors hanno iniziato a macinare gioco e triple, con Best (23) e Miller (13) finalmente sugli scudi, limitando i danni nel primo tempo (56-50 per Erie all’intervallo lungo), per poi, lentamente, assumere il comando delle operazioni nel terzo quarto, sotto la guida di un ritrovato Lorenzo Brown (28 + 8 assist), che pressa, ruba e conduce il contropiede, prima; innesca i tiri anticipati dei suoi fucilieri, poi; si mette, infine, anche in proprio, con l’ormai proverbiale cambio di passo nel traffico. All’ultimo mini-intervallo, gli ospiti sono avanti di 4 e, di lì in poi, non si fermeranno più. Erie ha provato a reagire attaccando i frequenti mismatch, giocando il pick and roll altissimo tra Magette (18+12) ed Evans, in modo da sfruttare al massimo la rapidità del lungo di casa, trovando nuove energie dall’ingresso in campo del razzente Gillon (22), ma ha finito per inanellare una serie di palle perse (17, alla fine) che hanno fatto la fortuna dei micidiali contropiede ospiti. Nel finale, i Bayhawks cambiano difesa sul pick and roll, accettando i cambi, che, tuttavia, Brown punisce sistematicamente a suon di triple e facili assist per Thompson. I Raptors dilagano oltre i reali demeriti di Erie, che chiude qui una stagione bellissima, in cui ha messo in luce nuovi, interessantissimi prospetti, ed un gioco dinamico e moderno.
MVP: Lorenzo Brown
La finale. L’ultimo atto di un’opera bellissima, una prima alla Scala per la neonata Gatorade League che, come ci auguriamo di avervi trasmesso, farà da apripista per scenari futuri sempre più interessanti, andrà in scena a partire da stanotte (1,00 ora italiana), all’H-E-B Center, nella capitale texana.
I padroni di casa, gli Austin Spurs (Austin Toros fino al 2014), sono reduci da una stagione eccezionale, dominata dall’inizio alla fine, e da un ruolino di marcia da rullo compressore in post-seson, a scapito di Vipers e Lakers. Filosofia di gioco fondata su una difesa perfettamente sincronizzata, su una circolazione di palla sistemica e su un platoon-system senza protagonisti designati, ma corroborata da Darrun Hilliard, uno dei two-way contract, a nostro avviso, più forti della Lega, e da Derrick White, rookie scelto alla chiamata numero 29 dagli Spurs la scorsa estate (e reduce da una frattura che ne ha rallentato il processo di crescita, ma non oscurato il talento), gli Spurs si candidano a bissare il titolo del 2012.
Dovranno fare i conti con i campioni uscenti, i Raptors 905, che ospiteranno gara-2 all’Hershey Center di Mississauga, Ontario, martedì 10 (mercoledì ore 2,00, per noi italiani). I Raptors hanno avuto una stagione costantemente d’alta quota, mettendo in mostra la miglior difesa assoluta (defensive rating inferiore a 100) ed una notevole profondità, soprattutto nel settore lunghi, del quale fanno parte prospetti interessantissimi come il gigantesco Meeks, il rapido McKinnie o il protagonista della marcia playoff sopra descritto, Shevon Thompson, oltre ad un discreto pacchetto di tiratori. Il tutto intorno al leder indiscusso, veterano giunto, però, solo in questa stagione alla definitiva consacrazione, Lorenzo Brown. 52esima scelta chiamata da Minnesota nel 2013, Brown si è presto trasformato in un journeyman che ha vestito la canotta di diverse franchigie della Lega di sviluppo, facendo qualche apparizione anche in NBA, soprattutto ai Suns, prima di cercare fortuna in Europa (gli appassionati italiani ricorderanno le vicissitudini alla Reyer, dove fu il colpo a sensazione del mercato, tre anni or sono, per poi non superare le visite mediche!). Ora Brown è reduce da una stagione da quasi 19 punti e 9 assist a partita, che vorrà coronare alzando il trofeo: a lui, il compito di cercare di imporre i ritmi alti dei Raptors, per provare a sovvertire i pronostici, in quella che si preannuncia come una delle serie finali più divertenti ed incerte che si ricordino.
Eventuale gara-3 ancora in Texas, nella notte tra il 13 ed il 14 aprile. Stay tuned!