Roma, 6 maggio 2018 – E’ finita bene dunque. La Virtus Roma è salva, avendo battuto nella Gara3 al Palazzetto delo Sport, nella gara “spareggio”, i Roseto Sharks per 84-75 dopo un discreto (elevato) tasso di timore, paura e tremori vari.
Giah, è finita bene dunque dopo mesi e mesi di sofferenza, in un campionato fatto essenzialmente di sconfitte e di rare gioie attraverso vittorie belle ma pallide e tristi, con la spada di Damocle sulla testa dei Playout imminenti e di troppi punti interrogativi negativi, sia sul presente che soprattutto sul futuro della squadra (Ah, mi scusi Presidente Toti, grazie per aver fatto uscire ieri a mezzo stampa il Suo pensiero e le Sue promesse roboanti dopo un silenzio assordante ma, sa com’è, siccome la Sua parola in passato è stata da Lei stesso smentita con dei fatti che andavano in direzione opposta a quanto prima dichiarato, aspetto di vedere appunto il compiersi delle Sue promesse prima di sorridere, come Lei farebbe intendere. Al momento, mi perdoni, dubito…), e questo sera il sottoscritto, e con lui spero un popolo intero che è veramente affezionato a questa Maglia, ha potuto tirare fuori un bel sospiro di sollievo uscendo dalla sala stampa del Palazzetto dello Sport.
E’ finita bene, sì. Del resto, non poteva andare altrimenti come mi ero premurato di scrivere in fase di presentazione sia di Gara1 che di Gara3, sempre attento però a non esagerare, ovvio. Non è essere spacconi o presuntuosi, al contrario, era un parere ed un giudizio che proviene dall’aver studiato le due squadre preventivamente, averle soppesate tecnicamente nelle due partite precedenti ed aver capito che gli abruzzesi, ancora una volta cocciuti e testardi, bravi a crederci sino alla fine stasera – ai quali auguro di salvare la Serie A2 vs Napoli nell’ultimo playout della stagione – non avrebbero potuto farcela, come ha anche ammesso nel dopogara coach Emanuele Di Paolantonio, seppur in modo velato ed appellandosi, probabilmente con della ragione, all’espulsione di Marco Contento (scoop by Alessio Teresi da bordo campo, impegnato nella consueta telecronaca di LNP TV: sembra che la shootin’ guard di Roseto stesse bestemmiando da tempo in campo, provocando quindi il risentimento dei grigi, ahia ahia..), che ha di fatto, emotivamente e tecnicamente, lanciato al traguardo la Virtus Roma e rallentando vigorosamente gli ardori biancoazzurri, per poi spegnersi più avanti.
Ma poco da dire sul match, nel senso che solo la Virtus Roma avrebbe potuto riperderla come ha perso giovedì scorso, in Gara2, il match al PalaMaggetti. Una Virtus ovviamente tesa, nervosa, poco fluida in attacco e vogliosa di spaccare la partita in modo emotivamente comprensibile ma tecnicamente sbagliato: esagerando con il tiro da tre. Dirà poi a fine gara quel galantuomo nonchè ottimo allenatore di Piero Bucchi, che i Suoi ragazzi avevano la voglia singola di entrare in partita tirando da fuori, cercando l’urlo di gioia dei propri tifosi per “gasarsi” di più con la tripla. Comprensibile, umano direi, ma tirare addirittura 35 volte da tre e 33 da due, quest’anno non si era mai visto da queste parti.
E Roseto, che ha catturato alla fine ben 46 rimbalzi vs i 37 dell’Urbe, non ne ha saputo approfittare perchè non poteva. La sua caratura tecnica le ha impedito di andare oltre la sua impalcatura, semplice. Il suo cuore no, ha pompato alla grande attraverso un Matt Carlino quasi immarcabile a tratti ed attraverso un Andy Ogide da doppia doppia più un Roberto Marulli al massimo delle sue possibilità. Il resto, poca roba, tanta grinta ma niente più. Quando poi Roma ha proposto una difesa vera, difendendo come forse mai in questo serie che meglio non avrebbe potuto con questo roster, Roseto ha perso confidenza con la gara, dalla fine del secondo quarto sino alla fine del terzo, le fasi che han deciso la gara. Ok, c’è stato un rientro nell’ultimo, disperato assalto degli ospiti nel quarto finale ma solo perchè la solita, distratta e bislacca compagine di casa concedeva qualcosa di troppo, come del resto ha fatto lungo la maggior parte della sfida: Virtus quasi sempre in controllo ed avanti nel match per lunga parte della gara.
https://soundcloud.com/fabrizio-noto-2/coach-piero-bucchi-gara3-virtus-roma-roseto-sharks-84-75
Una Virtus Roma che ha avuto un Massimino Chessa finalmente all’altezza della sua fama coadiuvato dal solito Aaron Thomas (25 punti e ben 10 rimbalzi), devastante in tutto vs la difesa abruzzese, un giocatore dalle grandi potenzialità che sono certo potrà ambire a palcoscenici più importanti se crescerà in difesa, mettendo a posto il suo tiro da tre. E per un Lee Roberts meno roboante del solito (doppia doppia fallita per un’inezia con 9 p.ti ed 11 rimbalzi), un Tommy Baldasso che ha pensato di più a difendere ed a far andare la squadra, assieme ad un Davide Parente meno appariscente del solito. Ma tutti, propprio tutti, da Davide Raucci ad un Aristide Landi che ha sentito troppo la tensione, da Capitan Maresca a Demiàn Filloy, tutti questa sera han portato il mattoncino a casa, proprio come mi auspicavo accadesse presentando ieri la gara.
https://soundcloud.com/fabrizio-noto-2/massimo-chessa-gara3-virtus-roma-roseto-sharks-84-75
Ora si chiudono i battenti. Si dia spazio ai bagordi per festeggiare la seconda vittoria dell’Era Toti, la seconda salvezza conquistata su due partecipazioni ai Playout. O forse no? Chiedo scusa per il sarcasmo, va bene congratularsi con Piero Bucchi – che fosse un coach di livello differente lo ha dimostrato proprio in queste 9 gare sulla panchina dell’Urbe – va bene battere le mani ai giocatori in campo ma, per carità, niente peana e niente champagne. Questa squadra va sì applaudita ma non oltre perchè ha veramente rischiato di trascinarsi ad uno spareggio vs Napoli per dabenaggine eccessiva o, se preferite, per eccesso di confidenza, e chi lo sa poi come andava a finire vs di loro..!?!?
Certo, la Dirigenza non li ha certo messi nelle migliori condizioni possibili con le ben note vicende che vi ho/abbiamo raccontato da febbraio in poi ma sino a quel punto loro, dov’erano se non penultimi in classifica? Sul timoniere poi della Virtus Roma sapete bene come la penso, avendolo trascritto tra l’altro ad incipit di questo pezzo. La mossa di chiamare Piero Bucchi è stata una mossa vincente, senza dubbio, ma è anche vero che i tifosi, l’ambiente, tutti Noi insomma che vogliamo bene a questi colori, siamo stanchi di queste “rincorse”, di queste folli corse vs tutto e vs tutti (fatta eccezione per una, quella vs lo sporco affare di Minucci e della sua Gang, per questo stimo ancora infinitamente come uomo l’ing. Toti). Lasciare ora, domani o prima del nuovo campionato appare la cosa più saggia da fare e mi scusi se non mi sento di essere allegro stasera tutt’altro, mi sento come quello che è sopravvissuto ad un disastro in cui tutti sono deceduti e lui è vivo per miracolo!!
Attendiamo notizie da Lei, Ing. Toti, anche attraverso la solita carta stampata che Lei preferisce, ci va bene lo stesso: liberi la Virtus e chiuda, almeno ora, con l’orgoglio di aver comunque evitato un’altra pessima figura alla Sua gente.
Fabrizio Noto/FRED