Reggio Emilia, 9 maggio 2018 – Alla partita della verità la Virtus Bologna si squaglia come neve al sole. Serviva una vittoria per la qualificazione ai playoff. E i bolognesi, invece, si sono fatti travolgere da una Reggiana semi perfetta, seppur senza più nulla da chiedere al campionato da due settimane.
Atteggiamento, obiettivamente, inconcepibile quello dei bianconeri. Piatti, molli, doppiati sul 42-21 a metà secondo quarto, travolti da un Jalen Reyndols clamoroso, pur dovendo, spesso, solo schiacciare la palla dentro il ferro. Niente da salvare in una prestazione al limite del decoro per lunghi tratti. Se ci si attendeva una squadra pronta ad azzannare quella era la Segafredo. Che invece è stata fagocitata dagli avversari.
C’è stata una reazione nel terzo quarto. Con un Oliver Lafayette che ha segnato tutti i tiri sbagliati nelle precedenti ventinove partite: 32 punti con 8/13 da tre. La rimonta di energia dal -19 (31-50 all’intervallo) fino al -4 (61-65), prima della nuova follia. Un tecnico gratuito preso da Alessandro Gentile, da lì in poi sparito dalla gara e tenuto in campo contro ogni logica da un Alessandro Ramagli, lui pure, oggi non sempre lucido nelle scelte.
Da -4 a -14 in un amen. Con Reggio Emilia di nuovo in fiducia a segnare con tutti da tre punti (Markoishvili, De Vico, Llompart) e Reyndolds a scherzare sotto i ferri. Di fatto partita finita lì. Con i bianconeri a prendere tiri più in preda alla fretta che alla ragione. E a subire come mai in stagione dall’altra parte del campo (104 punti subiti, 26/35 da due Reggio Emilia, a vanificare un devastante 15/30 da dietro l’arco). I playoff restano un miraggio. Sempre nelle otto per tutta la stagione. Fuori nel momento che contava. Ci sarà un’estate per riflettere su questo suicidio davvero inspiegabile.
Tanto di cappello alla Grissin Bon. Che ha onorato il campionato fino alla fine. Era l’ultima partita di Amedeo Della Valle prima del trasferimento a Milano. Lacrime per lui sotto la curva nel pre partita, poi una gara comprensibilmente fuori fase (6 punti con 1/9). Ma ci hanno pensato i suoi compagni a farne abbondantemente le veci.
Spettacolare Jalen Reynolds, che ha umiliato la frontline bolognese con una prestazione a tratti irreale (36 punti, 10 rimbalzi, 12/13 al tiro, 12/12 ai tiri liberi). Cecchini Markoishivili, De Vico e Llompart (8/11 da tre complessivo). Quello che è servito per una partita di bagordi offensivi, contro una difesa che arrivava come migliore del campionato, ma di cui non si è visto che un’immagine sbiadita. A Menetti, invece, per lunghi tratti è bastata una semplice zona 2-3 per mandare in tilt gli avversari.
In casa Virtus Alessandro Gentile ha giocato, ancora, una partita di alti e bassi misteriosi. Inarrestabile ora. Quasi impresentabile un attimo dopo. Alla fine il tabellino dice venti alla voce punti. Con sei rimbalzi. 9/16 al tiro. Ma quel plus/minus di -15 parla più di ogni cosa, in quella che è stata, quasi certamente, la sua ultima recita in maglia Segafredo. Aradori ha fatto bottino quando ormai non c’era più tanta storia. La sua partita non può essere considerata sufficiente, soprattutto dietro. Non pervenuto Marcus Slaughter. Cuore di capitano per Klaudio Ndoja, anima della rimonta del terzo quarto, ma poi affondato insieme al Titanic bolognese.
Ultima chiosa su Jamil Wilson: atteso per mesi come giocatore che avrebbe salvato la stagione, nella partita decisiva ha giocato quattro minuti. Senza rientrare neanche quando lo stesso Gentile stava combinandone una più del demonio. Da solo, un piccolo dettaglio che spiega bene il caos che ha regnato in casa Virtus questa sera.
Ora ci sarà un’estate di riflessione per entrambe le società, con il GM Della Salda già in direzione Due Torri. A Reggio si faranno i conti con le dimensioni del budget. A Bologna non è difficile immaginare un corposo repulisti.
GRISSIN BON REGGIO EMILIA – VIRTUS SEGAFREDO BOLOGNA 104-99
Parziali: 25-15; 25-16; 27-32; 27-36.
Progressione: 25-15; 50-31; 77-63; 104-99.
MVP: Jalen Reyndols.
WVP: Marcus Slaughter.
Nicolò Fiumi