L’Italbasket U20M allenata da coach Eugenio Dalmasson conclude l’Europeo in terra di Germania con un mesto 10° posto, perdendo nettamente per 60-85 domenica 23 luglio la finalina per la settima piazza vs una Spagna frizzante e per nulla disposta a lasciare il campo da sconfitta.
Inutile girarci attorno, la delusione a bocce ferme è ancora forte. Non forte come la bruttissima esibizione di Creta dello scorso anno (13° posto e salvezza in Division A ottenuta per il rotto della cuffia), ma dopo la buona prova di carattere e di grinta sciorinata agli ottavi vs una Grecia comunque lontana, lontana parente della vincente squadra dello scorso anno (greci 13° quest’anno e tra l’altro salvi dalla retrocessione in Division B grazie alla vittoria vs…la Svezia, ma di questo parlerò dopo), ci si aspettava un posticino tra le prime quattro del continente, senza pretendere l’oro eh, ma comunque a voler rimarcare che l’argento egiziano ai Mondiali U19M non fosse stato solo un casuale ma bellissimo e meritato episodio, anticipato inoltre dal bronzo U18M nell’insolito torneo disputato prima di Natale 2016 in Turchia.
Invece, purtroppo e con profondo rammarico, così è stato. L’Italbasket U20M, potenzialmente anche con più punti nelle mani con gli innesti di Alessandro Lever e Davide Moretti nel roster U19M dello scorso anno orfano, sebbene di Davide Okeke, ha prima subìto nei quarti vs la Croazia una sconfitta decisamente evitabile, che ha avuto un dirompente effetto stile “sciogliete le righe” nel team che ha mollato di testa sia sabato 21 vs la Turchia perdendo di 11 p.ti, che soprattutto domenica vs la Spagna, denunciando vistosi limiti di attitudine alla voglia di rialzarsi dopo gli schiaffi presi, come invece visto ai Mondiali U19M.
Eppure nella prima fase si era vista una squadra decisa, tonica, non certamente un ammazzasette ma insomma una squadra che poteva giocarsi le sue carte in maniera convinta, puntando ad una delle 4 piazze in palio. Certo, sia vs la Turchia che vs la Spagna ci sono state delle defezioni per infortuni e malanni vari (Oxilia out vs turchi ed iberici, Moretti out durante la gara vs la Spagna), ma è impensabile che un movimento come quello italiano non possa sopperire a due defezioni, seppure importanti, nel cercare di opporsi a turchi e spagnoli i quali, in fin dei conti come visto vs i serbi, i greci ed i croati, hanno dato la netta sensazione di essere una spanna superiori atleticamente e fisicamente.
Ma oltre alle difficoltà fisico-atletiche appena menzionate (si è sbagliato qualcosa nella preparazione? Ok, può succedere anche se non dovrebbe accadere ma può succedere), è stato poco bello osservare vs turchi e spagnoli una squadra moscia, demotivata, in difficoltà se non addirittura in balìa degli avversari e questo ha fatto male ancor più della sconfitta che, non va dimenticato, appartiene al pacchetto della cultura sportiva: non sempre si può vincere, anzi (nonostante le ragazze della Spagna in questi anni stiano vincendo tutte le competizioni continentali alle quali partecipano, mondiali inclusi).
Lo score finale del Torneo continentale dice quindi 3 vittorie, contro Svezia ed Islanda nel girone iniziale (e, tanto per capirci, entrambe retrocesse insieme alla Romania in Division B), e quella degli ottavi vs la Grecia, e 4 sconfitte: vs la Serbia nella prima fase ma giocata a testa altissima, e dopo vs Croazia, Turchia e Spagna. Non faccio polemiche o dietrologie scrivendo che chissà, se si fossero incontrate squadre più forti nella prima fase, si sarebbe arrivati ad un accoppiamento meno impegnativo della disastrosa Grecia, no.
Però è logico che questo risultato finale pone una domanda lecita: perchè, dopo l’argento dello scorso anno ai Mondiali in Egitto ed il precedente bronzo in Turchia, questo deludente risultato in Germania, inatteso?

L’Italbasket U20M impegnato agli Europei in Germania con Baldasso e senza Moretti, in un torneo di preparazione
Beh, lasciamo perdere le disquisizioni tecnico-tattiche, lo sappiamo perfettamente che il movimento italiano produce da anni ormai questi giocatori in serie, sempre uguale e replicato all’infinito: solo buone ali, che siano piccole o forti. Per il resto, la produzione di playmaker è decisamente scarsa come anche i lunghi i quali però, sembrano essere oggi discreti almeno nei movimenti e con mani più sensibili rispetto al passato, anche con un buon potenziale tiro dalla lunga come Mezzanotte e Lever. Peccato che risultano essere poco incisivi, se non quasi inesistenti come dominanza su i due lati del campo: se mettono qualche buon punto, raramente incidono spalle a canestro sebbene la W vs la Grecia porti la firma di Andrea Mezzanotte, neo-Trento da oggi. Ma l’aspetto più triste della vicenda è che se i lunghi hanno magari delle buone mani od una discreta mobilità (come Alessandro Lever, ad esempio o come Guglielmo Caruso, agli antipodi come modo di giocare l’uno rispetto all’altro), se vogliono giocare con continuità e migliorare devono migrare in NCAA perchè di spazio in Lega A, neanche a parlarne, al limite in Serie A2.
E lasciamo perdere anche le solite manfrine che scrivo/iamo da sempre e che tutti quelli che amano la Maglia Azzurra conoscono alla perfezione, e cioè che la Federazione non interviene quasi per niente nel voler incidere, una volta per tutte, nel dare una svolta concreta nell’invertire questa rotta ormai anche un pò stucchevole nella sua ripetitività, in quanto dubito che in Via Vitorchiano non sappiano o non vedano quanto appare al sottoscritto ed a moltissima altra gente.
Non è rassegnazione o facile ironia la mia, è solo prendere atto in modo sereno di come questo movimento del basket italiano, ai limiti del surreale nella propria autoreferenzialità, se si aggiudica come lo scorso anno ai Mondiali U19M l’argento vs un Canada decisamente più forte, suona le trombe a lungo come è giusto che sia nonostante il campo abbia dimostrato ancora esserci un divario stellare tra le squadre. Ma che se ottiene delle sconfitte come in questo caso, e spesso perde non solo per incapacità endemica quanto più per i motivi atavici descritti sopra e senza neanche avere un grande talento offensivo (un pò strano per un settore giovanile di un gioco denominato palla-a-canestro, Davide Moretti a parte), allora si usa un profilo basso, quasi da silenzio sotto traccia, come a voler dimenticare in fretta le sconfitte, umanamente comprensibile: a nessuno piace perdere o sottolineare in modo masochistico le cose negative.
Ma, come diceva il Principe Antonio Dè Curtis in arte Totò, ammesso e non concesso che questo sia umano seppur poco comprensibile, un movimento giovanile sportivo così importante come la pallacanestro italiana dovrebbe sempre tendere al miglioramento, che sia esso costante, perenne, continuo.
Perchè un basket italiano nazionale vincente, e non solo da seconda piazza, potrebbe conquistare sempre più spazio sui media attraverso le vittorie, come accadde ad esempio nel 1987 in Grecia dopo la grande vittoria della stessa Grecia cestistica agli Europei senior: da quel dì in terra ellenica c’è basket in ogni mezzo di comunicazione, anche accendendo il forno a micro-onde!!?!? Se invece questo non accade…Beh, inutile poi far finta di piangersi addosso, lamentandosi che il calcio ruba lo spazio alla pallacanestro od amenità di questo tipo.
Ritornando infine alla molle rappresentazione di questi ultimi due matches dell’Italbasket U20M, mi auguro realmente che questi ragazzi dopo oggi capissero una volta per tutte che quando s’indossa quella Maglia si deve sempre e perennemente dare il massimo, anche se ci sono dei problemi come i guai fisici dei compagni, altrimenti non occorre stupirsi se poi gente come Danilo Gallinari prende a pretesto alcune circostanze poco felici in cui è rimasto coinvolto per tirarsi indietro all’atto di dover giocare con l’Italia, come accaduto di recente. Perchè se è comprensibile, forse, che certe cose in Fip non si vogliono proprio fare nel cercare di far crescere le Nazionali giovanili in genere, si evitasse almeno di fare brutte figure in campo internazionale motivando in maniera corretta chiunque indossi la Maglia Azzurra.
Per la cronaca, Israele ha vinto i campionati U20M dominando in finale anche quella Croazia che vs l’Italbasket U20M ai quarti aveva quasi vinto di due incollature. E se vince Israele un campionato europeo U20, allora questo significa, ancora una volta, che per arrivare a fare dei buoni risultati non occorre pescare su di un numero di minimo 500.000 tesserati abili ed arruolati, giusto?
Fabrizio Noto/FRED