Da allenatore esperto qual è Alessandro Finelli subentrato i corsa alla guida della Pompea Mantova dallo scorso 20 novembre, sa che fare promesse di immediata guarigione non è saggio. Per adesso una vittoria, con la Bakery Piacenza all’esordio, ed una sconfitta a Ferrara. Lui non si scompone e racconta la strada da seguire per risalire la china.
“Noi siamo tra quelle squadre che lottano per evitare i play out e che però se trovano la quadratura del cerchio possono anche ambire ad un posto tra le prime nove. La Pompea per adesso pensa ad una partita alla volta. Perché sino ad ora la squadra e la società hanno dovuto convivere con le emergenze : 4 sconfitte consecutive all’inizio della stagione; l’emergenza del cambio di allenatore. In questa settimana (dal 3 al 9 dicembre,ndr) prima il grave infortunio di Warren – per il quale ci vorrà più di un mese – e poi la volontà di Cucci di avvicinarsi a casa e l’approdo a Latina. Direi che c’è molto da fare dal punto di vista della fiducia della squadra. Dell’autostima e della costruzione di una identità forte. La cosa molto positiva è che la Pallacanestro Mantovana concede a me ed a quattro giovani la possibilità di lavorare con grande serietà: i due ’97 Poggi e Ferrara ed i due ’98, Maspero e Visconti. Tutti giocano ed ora che Cucci è andato via specie Ferraro e Poggi dovranno farlo ancora di più per corpire le rotazioni con i due lunghi principali, Morse e Ghersetti“.
Su alcune statistiche non avete cifre buonissime. Come mai coach?
“Ai tiri liberi soffriamo il fatto che Anthnoy Morse, il nostro centro va spesso in lunetta ma non è la sua specialità diciamo così…e fa spesso 1 su 2 il che condiziona la percentuale di tutta la squadra. Nel tiro da tre siamo stati condizionati ancora una volta dalle ultime partite di Andrew Warren che pure ha un’ottima mano. Ma non mi preoccupo perché in squadra ci sono diversi specialisti in questa specialità e verranno fuori. E poi l’arrivo di Veidman ci aiuterà ulteriormente.”
Che tipo di squadra sono gli Stings?
“Giovani, forti fisicamente, atleticamente notevoli, veloci. Con grande capacità di giocare ad altissimo ritmo nei primi secondi di ogni azione. Le stesse caratteristiche che dovremo mettere nella difesa che fino ad oggi è stata un altro nostro punto debole. Dobbiamo imparare ad aiutarci di più ed a sacrificarci l’uno per l’altro con maggiore continuità. Ognuno di questo giocatori ha una grande ambizione individuale che dobbiamo imparare ad incanalare nel grande solco dell’ambizione della squadra. Io penso che abbiamo tutti bisogno di almeno un paio di mesi per trovare la nostra strutturazione giusta. A quel punto vedremo“.
Domenica 9 alle 12.00 giocate in casa con la Hertz Cagliari. Una buona occasione per riprendere il filo della vittoria?
“Davvero? La partita non si è ancora giocata e noi non l’abbiamo ancora vinta. Magari ci risentiamo domenica pomeriggio. Se è andata bene…”
Eduardo Lubrano