Giornata di allenamento per Italia ed All stars in avvicinamento all’esibizione di domani che vedrà, dopo tanto tempo, in scena il figlio minore dell’all star game NBA.
Agli ordini di Peterson e dei suoi assistenti Valli e Fioretti c’erano tutte le stelle del nostro campionato che cercavano di assimilare quelli che sono, fondamentalmente, alcuni degli schemi offensivi milanesi. Tanto pick and roll sia per l’attacco che per la difesa e una partitella a tutto campo dove Moss ha preso più tiri che in tutta la sua stagione con Siena, Diener (Drake) ha insolitamente sparacchiato a salve e Sanikidze ha capito di esser lì più per le sue schiacciate che non per il suo essere stella.
Al termine dell’allenamento coach Peterson ha riunito tutti al centro del campo e, in modo molto divertito, ha consegnato una cartelletta di plastica contenente un foglio a tutti i giocatori.
“We have a playbook! We have a playbook!” Ha enfatizzato molto questo particolare, salvo poi girarsi verso Romeo Sacchetti appostato nelle prime file e sghignazzare dicendogli sottovoce: “Se non ci divertiamo con queste piccole cose…”
Abbiamo raccolto qualche parere dei protagonisti in vista del match.
Nicolas Mazzarino
– Che cosa si prova ad arrivare a questo traguardo alla tua età?
Sono molto contento di essere arrivato qui. Non me lo aspettavo ad inizio stagione, ma è arrivata la chiamata ed è un grande onore. Sono un po’ diverso dagli altri perché sono l’unico che non parla l’inglese come lingua madre, ma è divertente e speriamo di fare una bella partita per essere un buon test per l’Italia.
– Chi è il migliore in questo novero?
Come talento, fantasia e qualità tecnica sicuramente Travis Diener. Ha doti incredibili e con queste si eleva anche da un contesto di così alto livello.
– Jumaine Jones ha un talento fenomenale ma si è messo al servizio della squadra, proprio come te. Quanto è importante sacrificarsi e capire il proprio ruolo anche se non è di ribalta?
E’ fondamentale capire cosa bisogna fare e cosa chiede l’allenatore, non tutti sono in grado di farlo o di ritagliarsi un ruolo diverso a seconda delle situazioni. Bisogna arrivarci con l’intelligenza e capire autonomamente cosa serve per vincere. Lui è grandissimo, ha giocato nell’NBA, ma ora sta facendo in modo fenomenale quello che serve per la sua squadra.
Drake Diener
– Quanto conta per te essere qui?
E’ una grande soddisfazione, c’è un ottimo ambiente , ho la possibilità di conoscere altre belle persone e soprattutto giocare a basket con campioni di grande calibro.
– Quando sei arrivato a Castelletto Ticino, avresti mai pensato un giorno di essere qui?
In quel momento della mia vita non avevo modo di pensare a cosa sarebbe successo parecchio tempo dopo. Sono venuto in Italia per giocare, la mia vita era in un momento delicato, ma poi ho pensato a lavorare e migliorarmi sempre come giocatore.
Che emozione è essere qui con tuo cugino?
E’ una grande emozione. Abbiamo avuto modo di passare insieme un paio di giorni e spero che domani ci sia la possibilità di giocare insieme qualche minuto e divertirci sul campo. Sarebbe il vero coronamento di un bellissimo weekend.
Romeo Sacchetti
– Un aggettivo per ognuno dei tuoi tre giocatori presenti a questa competizione.
Travis: cerebrale. Dio gli ha donato questa incredibile visione di gioco, perché nonostante nessuno gli abbia insegnato molto, riesce vedere delle situazioni mezzo secondo prima. E’ geniale.
James: Prototipo del giocatore di pallacanestro. Grande fisico e mano morbida.
Othello: un giocatore in evoluzione.
– E invece Drake, che hai allenato nella tua carriera?
La volontà. Perchè è arrivato dove è ora, attraverso tutti i suoi problemi. Per il morbo di Chron ha smesso con la pallacanestro che era la sua passione, ha perso 20 kg, ma nonostante questo pian piano è tornato a giocare dimostrando un grandissimo carattere. Deve essere l’immagine e l’esempio anche per gli altri che possono imparare a non mollare mai. Forse all’inizio lui pensava all’NBA, ma visto quello che ha passato, è un grande risultato anche questo.
– Al di fuori dei suoi tre giocatori qual è il migliore?
Jumaine Jones è un giocatore di altissimo livello. Lo ha dimostrato con la sua carriera giocando i playoffs NBA, poi in molte situazioni è praticamente immarcabile. Ha un talento incredibile e sa che può tirare contro chiunque: questo è il suo pregio e il suo difetto ogni tanto. Alcune volte compie delle scelte discutibili, ma nonostante questo segna e quindi ha ragione lui.
Simone Mazzola