Torino, 27 dicembre 2018 – Siamo al redde rationem. Come pensato od ipotizzato nei giorni scorsi, è accaduto quello che in molti pensavano ed è arrivato da pochi minuti il comunicato che ufficializza la fine rapporto tra la FIAT Auxilium Torino e coach Larry Brown. Ecco il testo:
Il coach Larry Brown e la Fiat Torino, dopo aver analizzato attentamente la situazione della squadra, hanno deciso di comune accordo, nell’interesse di entrambe le parti, di interrompere la collaborazione in essere.
Fiat Torino ringrazia coach Larry Brown per l’impegno profuso in questi mesi alla guida della squadra oltre che per il grande contributo umano che ha saputo trasferire a tutti i componenti della Società.
Coach Larry Brown, dispiaciuto per i risultati che non sono arrivati come avrebbe voluto e sperato, ringrazia la Fiat Torino e la famiglia Forni per la fiducia e la stima dimostrate, senza soluzione di continuità, in tutti questi mesi.
La Società comunica, inoltre, che la squadra è stata affidata alla guida tecnica di Paolo Galbiati coadiuvato da Stefano Comazzi.
Dunque, dopo neanche un semestre dopo l’annuncio ufficiale dell’arrivo di uno degli allenatori più apprezzati in della pallacanestro d’Oltreoceano, si è giunti a quanto del resto All-Around.net aveva già posto all’attenzione del pubblico attraverso questo articolo del Capo Redattore, Eduardo Lubrano.
Imbarazzo? Stupore? Sensazioni sommate di ambedue le cose? Diremmo di sì, senza dubbio.
Come però potremmo anche dire che a questo punto sia il caso che chi regge le fila del sodalizio torinese, nella figura della Famiglia Forni, nonostante debba essere lodata per aver riportato in auge ed in Legabasket A la gloriosa società piemontese e ne abbia tracciato un ideale piano di crescita, iniziato lo scorso anno anche con un percorso europeo che in questa stagione è però stato a dir poco umiliante (10 sconfitte in 10 gare), debba iniziare concretamente ad interrogarsi od a pensare di essere lei il problema di questi continui rovesci e mutazioni tecnico-gestionali.
Certo, non può essere Lei la causa dei malanni, degli infortuni continui che ne han falcidiato il roster dai primi di ottobre, da quando è iniziata la nuova stagione (anche se qualcuno potrebbe anche sostenere che se tutti questi atleti si fanno male forse chi li fa allenare atleticamente avrà qualche demerito o no?), ma certamente una società che lo scorso anno manda via Luca Banchi per poi prendere Charlie Recalcati e per poi perdere anche lui, affidandosi quindi a Paolo Galbiati che porta a casa la Coppa Italia a febbraio a Firenze contro ogni pronostico e che da quel dì perde ogni gara in campionato fallendo clamorosamente i Playoff.
Entropia al massimo livello, quantomeno a livello umano e caratteriale, difficile dire il contrario. L’arrivo di Larry Brown, dopo un coacervo simile di emozioni positive e negative al tempo stesso era sinonimo di progetto a medio-lungo termine, con anche l’apporto di Matteo Soragna nello staff tecnico dirigenziale a calibrare l’ego molto forte di un allenatore vincente, caratterialmente complesso da gestire in quanto l’ex-Medaglia d’argento alle Olimpiadi di Atene del 2004 è sempre stato molto vicino agli ambienti NBA di un certo livello.
Ora, invece, la notizia della rottura del rapporto (con lui andrà via anche Dante Calabria), nonostante Larry Brown avesse anche subito nei mesi scorsi un lieve intervento chirurgico con rientro negli States con logica degenza in sede, ben assorbito (o no), dall’attuale proprietà e ripresa del coach americano delle redini in corso d’opera. Paga forse il 10 su 10 in termini di sconfitte nella 7Days EuroCup? Poco da dire, un record decisamente negativo ma perchè si è arrivati a questo fardello?
E si riparte da Paolo Galbiati. Ok, va bene. Ma con quale scopo, con quali obiettivi? Ai posteri l’ardua sentenza.
Fabrizio Noto/FRED