Roma, 12 febbraio 2019 – Mancano meno di 48 ore e tutto il mondo del basket italiano guarda Firenze, sede del primo, ambito traguardo nazionale e cioè della Final Eight di Coppa Italia 2019. Pardon, almeno il mondo che concerne le Otto partecipanti, le brave e fortunate “Magnifiche Otto” che si daranno battaglia al Mandela Forum per il 2° anno consecutivo dopo l’oggettivo successo dell’edizione 2018 con Torino a festeggiare anche se, a ben pensare, anche tra le Fantastiche Otto ci sono delle situazioni che non fanno stare serene le rispettive tifoserie.
Prendete Avellino. Il team Irpino conta i feriti ed i malandati giorno dopo giorno, in una sorta di elenco che non smette mai di fermarsi. “Incredibile!”, esclamerete Voi, ma cosa diamine accade ad Avellino che ogni anno deve cambiare in corsa d’opera per infortunio tra i due ed i tre giocatori almeno? La notizia di ieri dava il seguente bollettino medico: Patric Young, l’ultimo arrivato insieme ad Ojars Silins, alle prese con una sospetta fascite plantare che potrebbe richiedere uno stop abbastanza lungo anche sino alle sei settimane (arriva Ben Ortner da Reggio Emilia?); Luca Campani, ha avuto bisogno di sei punti di sutura per il taglio provocato da un contrasto di gioco alla fronte vs Brescia ma almeno l’ala irpina potrà essere a Firenze in campo; Lorenzo D’Ercole, il capitano ha riportato il distacco parcellare del mignolo della mano destra e sosterrà delle cure generali e, grazie all’ausilio di fasciature, potrà allenarsi e quindi essere in campo; infine c’è Demetris Nichols che prosegue il recupero, ok per lui in campo però non prima della ripresa e cioè il 3 marzo. Sarà quindi una Final Eight per Avellino problematica fisicamente, eppoi se la vedrà vs Brindisi, al momento una delle squadre più on fire della Lega!
Ma se Avellino non sta passando dei momenti indimenticabili, cosa dovrebbero dire a Sassari? Proprio stamane è stato presentato Il Poz, neo-coach del team sardo dopo l’addio di Vincenzo Esposito (per ragioni familiari?), un uomo ed un allenatore di sicuro non inferiore tecnicamente al campano ma diametralmente opposto come carattere, per cui altra domanda che sorge logica: ma a Sassari lo sanno bene quello che stanno facendo? E’ vero che avere fuori molti giocatori importanti pesa a chiunque ma spaziare caratterialmente da un silenzioso come Esposito ad un vulcano di energia come Pozzecco fa meditare. Oh, sempre meglio di Pasquini, almeno…Ecco le prime parole del neo coach sardo:
“Volevo ringraziare prima di tutto Stefano per la sua chiamata, la trattativa non è mai neanche esistita perché chiedendomi dove fossi gli ho risposto immediatamente che ero su un aereo per Sassari. Sono estremamente contento di entrare a far parte di questa famiglia perché è una cosa a cui penso da tempo, ho avuto l’opportunità di dirlo anche recentemente. Nel periodo in cui ho fatto il giornalista e commentatore televisivo organizzavamo le trasferte in Sardegna ad hoc perché stavamo bene. Siete molto ospitali come tutti gli isolani, era un momento storico particolare in cui si apriva il ciclo della presidenza Sardara e ho apprezzato fin da subito l’atmosfera che si respirava a Sassari. Nella mia testa ha iniziato a balenare questo desiderio di orbitare in questo mondo. Io sono sentimentale, forse un po’ troppo, sono molto emotivo e questo traspare in campo e mi porta a esagerare. Mi piace svolgere la mia professione dove penso di poter star bene, e questo è un posto magico e sono felice. In un momento in cui la pallacanestro italiana sta vivendo delle difficoltà, con società in sofferenza, Sassari è una mosca bianca perché è una società sana. Questo credo sia un valore aggiunto e deve essere motivo di orgoglio per voi sassaresi”.

Il Poz oggi a Sassari
In bocca al Lupo Poz, ti vogliamo bene, lo sai e poi avrai bisogno di ogni positivo, bene augurante invito possibile perchè scendere in campo con quella maglia (possiamo definirla orribile?), ci vuole proprio tanto coraggio!!
Però, della serie “Anche i ricchi piangono”, a Milano è ormai ok il recupero di Kaleb Tarczewski per la Coppa Italia. Il lungo statunitense ha già ripreso gli allenamenti e tornerà a disposizione del coach Simone Pianigiani nella scelta dei 6 stranieri da mandare a referto tra i nove disponibili (non contando ovviamente Arturas Gudaitis mentre resta il dubbio sulla disponibilità di Nemanja Nedovic).

La discutibile maglia presentata ieri dalla Dinamo Sassari
Intanto, si diceva prima, nonostante le Final Eight il mondo va avanti anche per quelle squadre che devono correre ai ripari come Reggio Emilia, mestamente in fondo alla classifica e che oggi, secondo Spicchi D’Arancia, ha contrattualizzato Michael Dixon e Patrick Richard. Il primo, 29enne play americano ma di passaporto georgiano, liberato dal Bnei Herzilya reinvestendo una parte del buyout ricevuto dalla Stella Rossa di Belgrado per K.C.Rivers, prenderà il posto di Pedro Llompart, sempre piaciuto poco anche in seno alla tifoseria ed anche da noi…
La 29enne ala piccola statunitense chiuderà giovedì la sua avventura nella NBL australiana con i New Zealand Breakers, dovrebbe arrivare domenica a Reggio Emilia dopo aver espletato le pratiche del visto. Con gli arrivi di Dixon e Richard la Grissin Bon ha esaurito i sette visti a disposizione per il club che ha scelto la formula 5+5. Ma quando c’è Stefano Pillastrini, si sta valutando le disponibilità di giocatori comunitari o già vistati nel settore lunghi, nella speranza di reperire un centro atletico che possa dare minuti anche da ala forte per rimpiazzare Ben Ortner.
Intanto a Pistoia, ultima anche lei in mesta compagnia con Reggio Emilia con 10 punti in fondo alla classifica, si cerca un colpo gobbo e cioè quello di convincere Phil Goss a tornare in Italia. L’ormai non più giovanissimo playmaker-guardia che vanta 36 primavere, nonchè veterano di sei società italiane e attualmente al PAOK Salonicco (13, 4 p.ti e 2.1 assist), potrebbe liberarsi dal club greco per ritardi nei pagamenti (tutto il mondo è paese…); la situazione è perciò seguita con attenzione da parte del Pistoia Basket che attende quindi evoluzioni dopo la Coppa di Grecia in programma a fine settimana per sostituire Kerron Johnson. In probabile uscita anche il centro Mickel Gladness con il club toscano attivo sul mercato dei centri per reperire dei potenziali sostituti.

Phil Goss da FB NBB
Infine Cantù, questa travagliata ma vincente Cantù. Se in campo le cose son tornate ad andare, adesso c’è una lotta vs il tempo. Infatti gli nuovi acquirenti attendono la decisione di Dmitry Gerasimenko, che ha sul tavolo da 48 ore l’ultima proposta. Scartata la clausola proposta dall’attuale proprietario che chiedeva di restare con tre anni di contratto da general manager, la palla ora è nelle mani del proprietario unico che dovrebbe sciogliere la riserva entro la nottata di lunedì.
Però il tempo stringe alla luce degli adempimenti Com.Te.C. con il versamento di contributi e tasse relative agli stipendi di
novembre e dicembre entro il 18 febbraio (multa entro i primi cinque giorni di ritardo, poi meno 1 in classifica per la stagione corrente per ognuna delle quattro inadempienze possibili); ulteriori ritardi oltre mercoledì od una rottura definitiva delle trattative causerebbero problematiche pressoché irresolubili rispetto all’attuale situazione di organico.
Pertanto in caso di fumata nera della trattativa c’è il rischio concreto di partenza in massa dei giocatori – non solo l’ottimo Davon Jefferson e Tony Mitchell, ma anche Frank Gaines ed Ike Udanoh – con l’impossibilità da parte della reggenza che per quasi tre mesi dal passo indietro di Gerasimenko ha messo il club in condizioni di continuare l’attività sportiva e ordinaria. Anche nel caso peggiore comunque l’esclusione dal campionato avverrebbe soltanto in caso di mancato pagamento
della sesta rata FIP del 5 marzo da circa 50.000 euro, eventuali ulteriori ritardi nei pagamenti di stipendi o contributi dopo i controlli del 18 febbraio. provocherebbero soltanto delle penalizzazioni in classifica che andrebbero però in capo alla stagione 2019-20.
Fabrizio Noto/FRED