Si è tenuto a Roma il Consiglio Federale della FIP presieduto dal dott. Giovanni Petrucci.
Il Consiglio Federale ha analizzato l’attuale situazione economico-finanziaria delle società di vertice con la finalità di rafforzare l’intero movimento.
Il confronto con i massimi rappresentanti di Lega Basket Serie A e Lega Nazionale Pallacanestro, come sempre franco e costruttivo, ha consentito di individuare l’obiettivo finale di cercare di riportare il format della serie A a 16 squadre.
Come già previsto dai vigenti Regolamenti, il Consiglio Federale si riserva di valutare eventuali richieste di “autoretrocessioni” preventive ai campionati, contestualmente alla facoltà di effettuare ripescaggi, laddove ci fossero società che si proponessero, tenendo sempre conto della loro funzionalità nell’interesse generale della stabilità e sostenibilità del movimento.
Al Consiglio Federale hanno partecipato il presidente della Lega Basket di Serie A Egidio Bianchi, il segretario generale della Lega Nazionale Pallacanestro Massimo Faraoni e il presidente Margaret Gonnella in rappresentanza dei Comitati Regionali.
Ufficio Stampa FIP
5 aprile 2019
Una volta c’erano le “convergenze parallele“. La usavano – questa frase – i politici della prima Repubblica quando volevano sviare il discorso, o non rispondere a domande che non gli piacevano, per dire…per dire…nulla. Però dietro quella frase c’era un mondo, c’era la geometria, la fisica, una genialità che non aveva pari.
Il comunicato della Fip su riportato sembra scimmiottare quelle risposte di anni ed anni fa. Non ci riesce ahimè perché chi lo ha ordinato non ha quella statura politica prima di tutto e soprattutto non sa cosa vuole dire. E lo fa scrivere – questo nulla – nel classico linguaggio burocratese che sembra dire tutto ma in realtà si ingarbuglia in un italiano brutto ed illeggibile anche per i più vecchi burocrati statali di una volta.
Perché dopo il Consiglio Federale di oggi – convocato d’urgenza è bene ricordarlo – i vertici di Fip, Lega Serie A ed LNP, avrebbero dovuto ammettere che non conoscono la situazione reale del movimento che dicono di amministrare e gestire. Lo avessero detto e scritto, avrebbero fatto una figura non bella ma almeno una figura, nel senso che finalmente si sarebbero arresi ad una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
Perché?
Perché dopo appena un anno di Serie A hanno deciso di tornare a 16. Perché hanno dovuto dire alle società che i sussurri che girano da tempo nel mondo della pallacanestro sono veri in merito alle difficoltà che tanti club hanno nel portare avanti l’impegno. Difficoltà non improvvise attenzione – come può essere quella di Trieste cui l’arresto di Luigi Scavone sta creando problemi serissimi e che forse in Fip e LBA non potevano sapere essendo un’indagine della magistratura ordinaria – ma cementate nel tempo che ad un certo punto arrivano alla loro drastica conclusione.
Dunque travolti da loro stessi, dalle regole sbagliate che hanno creato, dai paletti che hanno messo e che si sono rivelati inutili (cosa hanno controllato in questi anni loro che hanno in mano tutto delle società tesserate, affiliate, sottoposte al vaglio della Comtec?) ed in debito d’ossigeno hanno deciso di fare marcia indietro.
Il grottesco della situazione è questo. Poniamo che le società che oggi, 5 aprile, sono in difficoltà riescano a mettersi a posto e che quindi – tranne le due che retrocederanno – in serie A rimangano in 14. Due saliranno dalla A2 per promozione diretta e siamo a 16. Poniamo che nessuna si autoretroceda. Altre 2 saliranno dalle finali playoff sempre della A2 e questo non si può impedire perché il regolamento non lo prevede. Siamo a 18. Un’altra marcia indietro?
C’è del dilettanttismo in tutto questo.
Eduardo Lubrano