Sabato 4 maggio iniziano i playout per la permanenza in A2 ed il Gruppo Stanchi Athena che lo scorso 14 luglio era stato ripescato, giocherà nel primo turno con il Fassi Albino. Sarà l’ennesima impegno durissimo per le ragazze del club della zona Talenti-Montesacro di Roma che dopo anni di vittorie anche molto larghe nella serie B in questa stagione hanno dovuto confrontarsi con una realtà molto diversa: quella delle sconfitte in serie. Qualcuna molto pesante nel punteggio, qualcuna molto brutta per la prestazione.
Sette vittorie su trenta non sono lo specchio del reale valore della squadra perché più d’una gara Bernardini e compagne l’hanno persa davvero sul suono della sirena: per sfortuna o per distrazioni tipiche di chi non l’ha esperienza (anche se ha l’età anagrafica) per giocare finali a livello di serie A. Le incomprensioni con l’allenatore Francesco Goccia, che ha guidato la squadra alla promozione e poi per tre quarti di questo campionato, il passaggio di proprietà dai sei soci originari fondatori della società nel 1994 al Gruppo Stanchi Athena di Edoardo Stanchi hanno influito secondo me sul rendimento emotivo delle giocatrici e forse la problematica maggiore è stata anche questa: non riuscire a tenere il gruppo isolato da quanto avveniva fuori dal campo.
In campo poi la diversa caratura fisica con molte delle avversarie ha fatto spesso la differenza perché Athena nella sua lunga storia non ha mai avuto giocatrici lunghe e di peso da far giocare sotto canestro: si è sempre dedicata alla costruzioni di giocatrici e donne che hanno vinto a livello giovanile e nella vita e fino alla serie B. L’improvviso doversi confrontare con la serie A2 “un altro sport” rispetto a quello giocato fino a 12 mesi fa è stato dirompente per molti aspetti. Dalle trasferte non più regionali ma nazionali, agli allenamenti più faticosi, allo sforzo fisico più duro nell’affrontare avversarie più preparate atleticamente e più preparate tecnicamente e tatticamente.
Tutto questo nonostante, il Gruppo Stanchi Athena non ha mollato – come recita il suo mantra e come ha sempre detto Francesco Goccia – fino all’ultimo pallone, guadagnandosi da ripescata, il diritto ai playout. Che adesso va onorato fino in fondo.
Come? Le risorse tecniche ci sono, Corrado Innocenti il nuovo coach e Mauro Casadio il Direttore Tecnico con esperienza da vendere come allenatore, sapranno cosa fare. Ma avendo visto la maggior parte delle partite delle ragazze dal vivo o via streaming posso azzardare un’idea, da giornalista innamorato delle Principesse di Athena come le chiama Edoardo Stanchi.
Nonostante siamo alla fine di una stagione faticosa ciò che servirebbe adesso – al di là delle questioni tecniche – è che le giocatrici in maglia biancoblu mettano in campo la Voglia. Non di giocare, non di impegnarsi, non di allenarsi. Quella l’hanno sempre dimostrata, anzi.Parlo della voglia di di rimanere in serie A2. Certo un playoff dove quello che è “un altro sport” appare ancora “più altro“, sembra un mostro a tre teste, somiglia ad una Erinni, può essere il momento più difficile per tirar fuori quella particolare voglia.
Ma è anche il momento più bello e adatto per dimostrare a sè stessi quanto si vale in campo.
Eduardo Lubrano