Bologna, 1 maggio 2019 – Spettacolo senza tanti pensieri doveva essere e spettacolo è stato nel giorno che celebra il lavoro. E le squadre andate in campo questa sera al PalaDozza in Bologna, dopo il 77-77 pari di #Gara1, fanno comunque un bel lavoro per chi ha potuto assistere dal vivo o dai mezzi comunque a disposizione per gli utenti.
Vincono alla fine i padroni di casa della Lavoropiù Fortitudo Bologna che battono la Virtus Roma dopo un supplementare per 103-100 e s’aggiudicano il titolo di Campione d’Italia dilettanti FIP in un match denso di emozioni e di spettacolo, nel bene e nel male. Nel bene per i padroni di casa della Lavoropiù Fortitudo Bologna che ovviamente portano a casa il Trofeo dopo 45′ di gioco; nel male per la Virtus Roma, che resta a bocca asciutta e vittima di qualche errore di troppo di Nic Moore, anche lui nel bene e nel male nelle pieghe di una gara disputata in cui comunque colleziona 18 p.ti.
Eh sì, Nic Moore, croce e delizia di questa stagione comunque bella e positiva della Virtus Roma che torna in Serie A dopo 4 anni ed alla fine questo conta. In fin dei conti questa gara del PalaDozza, questa #Gara2 di Finale per questo titolo di Campione d’Italia Dilettanti FIP – che resta a mio avviso un titolo di cartone perchè non reca con se alcun privilegio od onore da sfruttare nella prossima stagione, propellente importante per rendere questa sfida credibile, umile consiglio per i signori della LNP per il prossimo anno, qualora volessero rimetterlo in palio – può essere una fedele rappresentazione di tutta la cavalcata verso la Legabasket – LBA della truppa di Piero Bucchi nel girone di ritorno: partenza apparentemente buona ma di fatto disastrosa alla fine del primo periodo che di fatto condizionava tutta la gara (27-11 il parziale); risveglio imperioso e match di nuovo in equilibrio sebbene mai con l’Urbe in vantaggio nel secondo e terzo periodo; primo ed unico vantaggio nel match che proprio Nic Moore metteva a segno dall’angolo per la Virtus Roma con una bella tripla dall’angolo a -21″ dalla fine; ancora Nic Moore che sull’82-82 a -7″ dalla fine, perdeva il possesso in malo, malo modo consegnando il possesso agli avversari che lo bucavano a loro volta con Maarten Leunen, rimandando quindi tutto all’overtime.
E come sempre capita, l’overtime era un’altra gara. Voglia di vincere tanta ma poca voglia di difendere con dedizione e cattiveria, anche perchè il fiato a questo punto diventava scarsino da ambo le parti. La Virtus Roma partiva meglio con il solito, fantastico Henry Sims di queste due gare (31 p.ti con 12/16 da due ed anche una tripla!! Più 10 rimbalzi), da due, Marco Santiangeli da tre ed Urbe sopra di 5 dopo appena 35″ di gioco (82-87). Poi la Fortitudo piazzava un contro-break da 10-0 che, sul 92-87 al 43′ non lasciava molto spazio alle repliche romane: sugli scudi il solito Maarten Leunen (21 p.ti, 6 assist), Capitan Mancinelli (13 p.ti e 10 rimbalzi), Guido Rosselli (17 p.ti, 8 rimbalzi e 7 assist), e senza l’apporto di un Kenny Hasbrouck favoloso da 35 p.ti finali. Amar Alibegovic rintuzzava, tripla di Maarten Leunen e quando la Fortitudo sembrava sicura della vittoria, il suo vantaggio andava scemando dalla linea dei liberi ove Guido Rosselli con il suo uno su due di fatto consegnava ad Aristide Landi (9 p.ti e 9 rimbalzi), la sua seconda tripla potenziale che l’ala lucana metteva dentro: 96-94 a -45″ dalla fine. Ancora liberi, ancora però uno su due per Bologna ma con Maarten Leunen mentre Nic Moore deliziava a sua volta dalla llunetta sino a quando, a -10″ e con la Fortitudo sopra di 3 (101-98), Daniele Sandri decideva di non dare palla allo stesso Nic Moore per l’eventuale fallo da subire e liberi da tirare. Purtroppo il combattente, il marine virtussino subiva fallo, andava in lunetta e dato che spesso ha avuto la mano poco ferma ai liberi nei momenti decisivi, il suo 0/2 sembrava aver condannato Roma. Ma Henry Sims svettava, aiutato anche dal secondo libero mal tirato da Daniele Sandri apposta, rimbalzo e canestro per lui. Ancora Kenny Hasbrouck dalla lunetta sanciva il 103-100 e, a -4″ dalla sirena, la palla andava a Nic Moore che invece di tirare da tre per cercare il tiro della vittoria nei pressi dei 6,75 andava in penetrazione tra Leunen e Mancinelli tra lo stupore dei molti, come nel quarto periodo: palla persa e vittoria felsinea 103-100.
Quindi Nic Moore, sempre lui nel bene e nel male, con le sue scelte ad indirizzare comunque questa sfida ed a sancire quanto il suo apporto in questa stagione vittoriosa sia stato importante, in modo quasi indelebile partendo dal presupposto che tutti gli altri ragazzi del roster han sempre più o meno dato il loro onesto od attendibile contributo. Ma va bene così, va tributato comunque a loro un grande applauso, anche al nativo di Winona Lake nell’Indiana, la soddisfazione di essere tornati dove il censo e la storia racconta non ha prezzo: da Capitan Massimo Chessa, autore oggi delle sue leggendarie triple che han riportato sotto la Virtus Roma nel quarto periodo a Tommaso Baldasso, oggi poco brillante in attacco ma buono in difesa; da Daniele Sandri, il marine di questa stagione a Marco Santiangeli, anche lui presente in diverse situazioni; da Amar Alibegovic che sta studiando per diventare un giocatore con la “G” maiuscola a certi livelli ad Aristide Landi, con la sua tenacia e la voglia di combattere; dall’ultimo arrivato in termini di arrivo come Bobo Prandin ma non ultimo nel roster (anzi), ad Andrea Saccaggi, forse ancora un pò troppo tenero per certe sfide ma determinante a gennaio sia vs Latina, Biella e Bergamo.
Infine, applausi ad Henry Sims. Semplicemente fantastico, per un ragazzo come lui, essersi calato in questo clima da tregenda come la Serie A2, sopportando falli a iosa non fischiati e mantenendo sempre la testa fredda. Non è stato facile rimanere in campo per così tanti minuti lui che, da tanto tempo, era abituato a minori minutaggi in Legabasket nei quali gli si chiedeva forse più qualità che quantità, in un contesto a volte non propriamente adeguato alla sua cifra tecnica, cifra che queste due gare vs la Fortitudo, ad un passo dall’inutile al match di esibizione, hanno comunque ribadito e certificato.
Piero Bucchi merita un ringraziamento a parte. Il coach ha fatto un lavoro PAZZESCO in questa stagione – lo si capirà forse tra qualche tempo – dunque da un colosso come lui in certi ambienti e campionati da lui me lo aspettavo tutto quanto questo. Ma vincere a Roma non è mai facile. Lo sanno anche i sassi, vincere a Roma non è mai facile perchè Roma non è una città che vive di sport agonistico a livelli elevati, purtroppo, e non conosce una mentalità vincente perchè è ebbra del suo passato, connesso ad un contesto molto più importante come la storia e la civiltà mondiale e non ad un pallone che cade in una retina sorretta da un ferro. Onore dunque anche a Piero Bucchi, sperando tanto possa restare anche nel prossimo anno.
Termina così questa stagione, così dura, intensa e faticosa, adesso via al riposo (anche mentale), ed ai sogni con il basket mercato!
Sala Stampa
Piero Bucchi
“I miei complimenti alla Fortitudo; queste due gare sono state una festa e, mentre nella gara di andata i ritmi sono stati blandi, questa sera abbiamo avuto ritmi più vivaci. Abbiamo festeggiato insieme la promozione in Serie A”.
Lavoropiù Fortitudo Bologna – Virtus Roma 103-100 dts
Parziali: 27-11; 14-27; 25-21; 16-23; 21-18
Fabrizio Noto/FRED