Pistoia, 2 maggio 2019 – Mancano solo tre giorni per quella che ormai a Pistoia viene vissuta come la gara della stagione, quella cioè che potrebbe risultare decisiva per questa travagliatissima stagione di Legabasket – LBA 2018-19 per la OriOra Pistoia vs l’Openjobmetis Varese. Non sarà una gara facile, Varese del resto lotta per i Playoff e non può perdere a sua volta. Intanto gli accertamenti effettuati in seguito all’infortunio occorso durante la gara di Trento a Patrik Auda, hanno evidenziato la presenza di un edema osseo alla caviglia sinistra del giocatore. Al momento non ci sono certezze per domenica.
Stamane poi ha preso la parola Jake Udom, il playmaker sbarcato in Toscana verso la fine di febbraio e che parla da leader consumato come è anche in campo, puntando l’indice sui finali di gara:
“La squadra ci ha sempre creduto, ma il nostro grosso problema sono spesso stati i finali di partita: spesso siamo arrivati nel quarto periodo a giocarci la gara, ma non siamo mai riusciti a uscirne vincitori. Poi certo ci sono stati tanti aspetti, dalle palle perse, alle azioni mal gestite, ma tutto questo è risultato più evidente nei finali: la sensazione è di non essere tutti sulla stessa pagina. Le motivazioni? Principalmente due. Il fatto che diversi giocatori siano arrivati a marzo e che dopo poche settimane ci sia stato anche il cambio di allenatore: questo ha provocato difficoltà e un po’ di confusione a livello di gerarchie e di ruoli. Poi c’è l’aspetto, tutto di natura mentale, della fiducia, che ovviamente in una situazione negativa come la nostra pesa molto”.
Pertanto Jake Udom non si può ritenere soddisfatto a livello individuale:
“E’ innegabile che abbia avuto delle difficoltà ad adattarmi a un nuovo sistema. Non so ancora se si tratti di una difficoltà di adattamento al basket italiano in generale o invece un qualcosa a livello di squadra: si gioca molto in isolamento e questo fa sì che io abbia incontrato grosse difficoltà a trovare un mio ritmo, un mio gioco e una mia dimensione. D’altro canto sono un giocatore di basket professionista e questo mi impone di adattarmi, imparare a destreggiarmi in ogni situazione e dare comunque il massimo. E’ un momento complesso della mia carriera e questo si ripercuote anche sulle mie prestazioni: a volte mi rendo conto di rifiutare tiri che mi dovrei prendere, ma come playmaker provo sempre a cercare la scelta migliore”.
Però ci sarebbe ancora spazio per un’incredibile salvezza:
“Ci crediamo, è ovvio ma sappiamo che non possiamo avere il controllo anche sui risultati degli altri, che nella nostra situazione diventano determinanti. Al di là di ogni considerazione, però, siamo consapevoli che dobbiamo vincere le ultime due partite per continuare a sperare e devo dire che gli ultimi due allenamenti in particolare sono stati molto positivi, forse i migliori da quando sono qua. La squadra sta riuscendo a tirar fuori il massimo: per provare a vincere, indipendentemente dall’avversario, dobbiamo essere competitivi per tutti i 40 minuti, senza giocare a sprazzi”.