Che ci fossero le condizioni per la sorpresa prima della semifinale tutta turca tra Fenerbahce Beko ed Anadolu Efes era scritto da tempo: Gigi Datome e Joffrey Lauvergne fuori per il Fener, Ian Vesely e Nikola Kalinc in cattive condizioni sempre per la squadra di Obradovic. Tutto legittimo compreso l’entusiasmo e la freschezza dell’Efes che tornava alle Final Four dopo una infinità di aanni.
Ok ma che la squadra di Ergin Ataman “rullasse” i vice campioni d’Europa non se lo aspettava nessuno: 92 a 73 . E’ successo perché – a parte le questioni fisiche accennate – l’Efes ha giocato una pallacanestro brillante, come durante tutta la sua stagione, fisica, forte, di grande attenzione e concentrata intorno ai suoi pilastri. Shane Larkin prima di tutto, il playmaker americano che anche in semifinale ha dato seguito alla straordinaria serie con il Barcellona non solo per i punti segnati, 31 con 7 rimbalzi e 7 assist, ma per come ha guidato la squadra, seguito le direttive del suo allenatore, osservato e servito i suoi compagni. In particolare Vasjlie Micic, 25 punti, e tantissima qualità nel confronto con Bobby Dixon e Kostas Sloukas annichiliti.
Dopo un primo quarto di equilibrio, l’Efes ha preso decisamente il comando della partita perché Larkin è stato seguito ed aiutato da Anderson – micidiale al tiro da tre – da Motum con la sua educata mano mancina ed in generale dai tanti rimbalzi conquistati dai suoi compagni anche in attacco segno di un atteggiamento aggressivo che ha permesso molte seconde opportunità, spesso trasformate in punti. Alla fine 43 a 19 il conto che è un pò troppo salato per il Fenerbahce.
Il Fenerbahce che non ha avuto una buona serata al tiro da fuori in generale, si è spento fisicamente anche perché come detto qualche riga su, i suoi uomini guida, Dixon/Alì e Sloukas hanno faticato ad accendere la luce ma hanno anche faticato a trovare compagni disponibili a farsi accendere. Eppure prima della seconda metà del terzo quarto il vantaggio dei ragazzi dell’Efes non è mai stato superiore ai dieci punti perchè la classe individuale di quelli del Fener ha permesso qualche canestro a Vesely, a Guduric, a Melli a Kalinic. Troppo poco quando Anderson ha messo una tripla e poi due liberi e Dunston subito dopo a sua volta due liberi per il 55 a 66, anche il pubblico dei gialli ha iniziato a capire che la questione fosse risolta. L’ennesimo canestro di Larkin ma soprattutto il 5 a 0 firmato da Micic in meno di due minuti, col quale l’Efes ha inaugurato il quarto periodo hanno messo tutti d’accordo. Poi è stato solo controllo.