Doveva essere una dura battaglia, è stato un lungo monologo. San Severo oppone una minima resistenza alla Tezenis, ha un contributo decente solo con la classe di Childress e la grinta di Ferri, e rimane oltre la doppia cifra di svantaggio praticamente per tutta la partita. Verona gioca come deve fare una squadra che deve vincere per salvarsi: grinta, lotta a rimbalzo, tuffi sulle palle vaganti e difesa asfissiante. A questo aggiunge una buona prova offensiva e tanti punti da secondi tiri e contropiedi. Non si può dire lo stesso dei pugliesi, che salutano la Legadue (anche se l’aritmetica ancora non li condanna) nel modo peggiore non onorando la contesa e il buon gruppo di tifosi giunto a seguirla. Sul banco degli imputati soprattuto Dickens, tante volte salvatore della patria e stasera peggiore in campo, e per lui sarà ora difficile smentire le voci che lo vogliono distratto da sirene di mercato neozelandesi.
Verona allunga già nel primo quarto con il dominio a rimbalzo ed il collaudato pick’n’roll tra Porta e Renzi, difende al meglio sulle bocche da fuoco avversarie lasciando un po’ di spazio solo a Ferri e Zanelli, e infiamma un pubblico in gran forma con giocate spettacolari in contropiede. Jurevicus ritrova il tiro e torna il glaciale killer ammirato in questo campionato, il già citato Porta va in doppia cifra di assist facendo girare la squadra come un orologio svizzero (60% da 2 per la Tezenis) e Renzi annienta la debole frontline avversaria, chiudendo a 19 punti 10 rimbalzi. Se poi Bellina tira fuori dal cilindro una prestazione semplicemente commovente, con 18 punti, per gli scaligeri è tutto più facile.
Marcelletti rimette Bellina in quintetto e tiene Taylor come soluzione dalla panchina, dall’altra parte non c’è Cutolo ma c’è Ferrero, chiaramente non tra i cinque iniziali. Curiosità: i giocatori della Tezenis si scaldano indossando le magliette della tifoseria, mostrando la vicinanza tra squadra e pubblico. La partita in pratica si decide già nel primo quarto: Bellina fa vedere subito di essere in serata, San Severo resta attaccata finché il tiro da fuori la assiste, ma Ianes non è in grado di opporre resistenza a Renzi, che tra rimbalzi d’attacco e pick’n’roll con Porta scava un 14-2 di parziale che significa 22-10. Gli ospiti provano a reagire, o meglio, approfittano di un tecnico eccessivo fischiato a Bellina, ma il quarto si chiude con un canestro di Jurevicus per il 26-16. Nel secondo periodo si rivede Ferrero: l’italoargentino dà un buon contributo a rimbalzo riequilibrando la situazione, ma in attacco incappa in imbarazzanti airball e palle perse da minibasket. Non fanno meglio gli altri giocatori sul parquet, così per tre minuti non segna nessuno finché Quaroni non apre le danze da tre, sbloccando l’attacco di Verona ma non quello ospite, che trova il canestro solo dalla linea della carità. I gialloblù si ergono così fino al 38-19, poi allentano un attimo la presa prima che Trepagnier schiacci in contropiede il 40-23 che chiude il primo tempo.
La ripresa si apre con una fiammata del Prof per il 42-31, poi però Dickens conclude la sua pessima prova facendo il quinto fallo su Renzi. Sembra la parola fine, invece la difesa veronese si inceppa e concede troppo agli ospiti, che sono sfortunati sulla tripla del -7 di Childress che viene sputata dal ferro, rinfrancando la Tezenis che piazza un parziale di 13-0 firmato Bellina e Jurevicus e chiuso da una spettacolare schiacciata in contropiede di Taylor. La terza frazione si conclude così 62-41 e la partita sembra avere a questo punto poco da dire.
Non è così, dato che Verona si fa cogliere per l’ennesima volta in stagione dalla paura di vincere e concede un parziale di 11-0 che fa sperare Childress e compagni nella clamorosa rimonta, e potrebbe essere anche peggio se Bellina non trovasse una grande stoppata su Chiarello. Porta dalla lunetta sbaglia il terzo libero in stagione dopo il tecnico a Ferri, Stefanov ha la tripla del -8 ma per lui non è decisamente serata (2/16 dal campo) e sull’azione seguente il gaucho manda a canestro Jurevicus scacciando i fantasmi. Mancano ormai quattro minuti, Renzi con canestro e fallo fa capire al pubblico che è il momento di buttare la pasta, per dirla alla Peterson. Azione che avviene dopo un episodio quantomeno curioso, con gli arbitri che di ritorno da timeout letteralmente dimenticano la squadra in possesso della palla assegnando a San Severo una rimessa che era di Verona. Ne nasce un breve battibecco, che si risolve quando Childress signorilmente conferma l’errore. C’è tempo solo per il garbage time, con Porta che ne approfitta per raggiungere la doppia cifra di assist, c’è gloria anche per Campiello e Verona dilaga fino all’85-64 finale. La Tezenis raggiunge così l’Assigeco a quota 20 punti e stacca temporaneamente Forlì e Reggio Emilia, la strada per la salvezza resta lunga e tortuosa.
TEZENIS VERONA – MAZZEO SAN SEVERO 85-64
(26-16, 14-7, 22-18, 23-23)
MVP: Sarebbero tanti i giocatori da citare per Verona, da un Renzi da 19+10 ad un Bellina che trova il modo di realizzare 18 punti nonostante il tiro da fuori non ne voglia sapere di entrare. I lunghi gialloblù però possono essere così incisivi in attacco perché c’è un play in grado di servirli alla perfezione e con i tempi giusti, pertanto il migliore in campo non può che essere Antonio Porta. L’italo-argentino dà grande sicurezza in tutti i minuti che trascorre sul parquet, non andando mai fuori controllo e gestendo il gioco nella maniera migliore. Alla fine per lui 12 punti e 10 assist, più 5 rimbalzi e la soddisfazione della doppia doppia.
Il peggiore: Kaniel Dickens gioca la sua peggiore partita proprio quando c’era più bisogno di lui, commettendo cinque falli in 15 minuti e dando l’impressione di volersi togliere dal campo il più in fretta possibile. Anche quando è sul parquet il suo contributo è ben lontano dall’essere all’altezza, sia in attacco che in difesa, e le cifre sono impietose: 5 punti, nessun rimbalzo, 5 perse e -5 di valutazione. La serata da incubo al tiro di Stefanov passa così in secondo piano.