Roma, 9 settembre 2019 – L’Italbasket del CT Meo Sacchetti quindi torna a casa, questa volta definitivamente dopo la gara di ieri fortunatamente vinta all’overtime vs Porto Rico e dopo almeno 24′ di gioco da vero incubo e con una riscossa encomiabile.
La sconfitta vs la Spagna di venerdì 6 settembre scorso ha posto quindi fine a quest’avventura ai FIBA World Cup 2019 con l’Italbasket che dovrebbe attestarsi all’11° posto finale. Non male considerando le 32 contendenti in gioco ma neanche da spellarsi le mani in applausi scroscianti. Alla fine si torna a casa con l’obiettivo minimo, cioè un torneo Preolimpico per Tokyo 2020 conquistato e da disputarsi a giugno-luglio 2020 a fronte di un girone eliminatorio a dir poco facile, avendo battuto Filippine ed Angola in modo perentorio.
Poco importa se poi scopri che a questo Preolimpico ci si dovrà rapportare con squadre oggi decisamente complesse da battere come i marziani della Grecia (così definiti dalla Fip nel comunicato post-Acropolis), e la Lituania ma abbiamo un anno per parlarne.

Meo Sacchetti CT dell’Italbasket
Noi di All-Around.net, come accade ormai dai primi giorni in cui nacque il nostro sito nel lontano agosto del 2006 (proprio in occasione del FIBA World Cup 2006 questa volta disputatosi in Giappone), abbiamo una particolare predisposizione nel seguire le competizioni per Nazionali, con un occhio poi molto attento alle gesta anche delle giovanili Italbasket. Ecco quì ad esempio il commento editato il 26 agosto 2006, quello della gara persa agli ottavi di finale vs la Lituania con i famosi tre liberi mancati di Gianluca Basile a tempo scaduto che avrebbero potuto mandare il match all‘overtime. Per la cronaca, quell’edizione celebrò e santificò la Spagna che fece un sol boccone della fantastica Argentina in semifinale – neo medagliata d’oro alle Olimpiadi del 2004 vs l’Italbasket – per poi fare lo stesso con la Grecia in finale, la più grande Grecia di sempre a mio avviso, che a sua volta aveva malmenato alla grandissima un presuntuoso e spocchioso Team USA sempre in semifinale.
Pertanto, con questa vocazione nel seguire le imprese Azzurre, Noi della Redazione di All-Around.net abbiamo spesso avuto visioni e pareri discordanti, dando sempre massimo spazio al contraddittorio come anche trascritto subito dopo la sconfitta vs la Spagna dal nostro Capo Redattore, Eduardo Lubrano. In questo suo lucido articolo egli spiega del perchè non bisognasse attendersi più di tanto da questa versione 2019 dell’Italbasket, nonostante nel suo intimo sperasse come tutti noi il contrario, sia vs i marziani della Serbia (eh sì, secondo la Fip anche i serbi provengono da altri mondi) che dopo, vs la Spagna.

Amedeo Tessitori vs Poirier nel torneo AusTiger
E’ vero, cosa mai ci si poteva attendere da questa claudicante Italbasket by Sacchetti 2019? Poi accade che ieri nel primo pomeriggio, costretto a casa, osservi anche un pò distrattamente la sfida proprio tra i marziani slavi ed i sudditi di Sua Maestà Juan Carlos e ti rendi conto che…Probabilmente questa Italbasket abbia sciupato l’ennesima, grande occasione, per regalarsi anche un quarto di finale ad un torneo così importante, come non capitava da anni ed in cui invece ci saranno la Polonia e la Repubblica Ceca…E ci fa piacere poi rilevare quanto il nostro Giuseppe Pep Malaguti, nel presentarle, ne abbia tracciato un quadro oggi molto vicino al loro reale peso tecnico e che il campo ha confermato. Ma, fatto salvo quanto sopra, come non avere dei rimpianti, dei forti rimpianti per questa Italbasket by Sacchetti ovviamente aldilà degli incastri del tabellone derivanti da un sorteggio benevolo (molto), per le due squadre dell’Est Europa?
Partiamo così in primo luogo da un ragionamento molto logico da solare: quello cioè che nessuno, ma credo proprio nessuno abbia mai solo pensato per un istante che questa squadra potesse mai salire sul podio di questa manifestazione. Si sa, le speranze sono lastricate di sogni ma specialmente dopo le disastrose gare di avvicinamento a questo Mondiale sarebbe stato da minus habens pretendere l’impossibile da questa Italbasket 2019, e lo avevo anche rimarcato alla vigilia del match vs la Spagna! Non solo, ma sarebbe anche stato meschino montare una giaculatoria vs tutto e tutti per l’eliminazione avvenuta.
Questo non vuol dire che però si debba sempre accettare di prendere gli schiaffi in questi tornei in maniera ecumenica ed accettare supinamente le dichiarazioni postume dei padroni del vapore con sorrisi di circostanza (“Non è una tragedia…Abbiamo conquistato il Preolimpico…Saranno contenti quelli che han tifato Spagna…”), tacendo o magari anche scrivendo, come qualcuno ha anche fatto sui socials, che le critiche a questa squadra e tutto quanto gli ruota attorno siano “subdole”, dimenticando che il diritto di cronaca s’associa anche al dovere di critica e DI ELOGIO qualora le cose non vadano proprio al 100% nonchè AL CONTRARIO!!
E se vogliamo dirla tutta, cercando di essere il più esplicito possibile, come non rilevare che attorno a questa squadra Azzurra da tempo quasi immemore, in particolar modo per mano di chi la gestisce dalle segrete stanze dei Federales di via di Vitorchiano in Roma, si respira un aria da “intoccabili” o da monarchi ai quali non bisogna mai permettersi di fare le pulci, minimizzando le puntuali grigie collezionate in giro per il mondo? Tanto per iniziare, ecco in altro a destra un freddo quadro dei piazzamenti collezionati dell’Italbasket senior maschile dal 2004 in poi, dall’anno cioè dell’argento alle Olimpiadi di Atene. Domanda: alla luce di questi risultati non esaltanti collezionati in tutti questi lunghissimi 15 anni e più, si può accettare che non sia una tragedia questa eliminazione al secondo turno dei Mondiali 2019 viste le premesse iniziali ma negare o minimizzare che questi risultati non indichino proprio un bel niente, come se tutto sommato le cose seguano un solco positivo o pseudo tale, mi sembra onestamente eccessivo!
Questi sono fatti, non sono opinioni. Succede poi che ti cada l’occhio sulle dichiarazioni di ieri, rilasciate a mezzo Instagram da parte di Daniel Hackett, uno dei più positivi in questi Mondiali FIBA 2019, ed allora capirete che è vero, qualcosa non va realmente come dovrebbe andare in seno a tutto l’insieme Italbasket.
Allora, leggendo quanto scrive Daniel Hackett e magari condividendo pure alcuni di questi suoi passaggi, non avete anche Voi la sensazione che prova il sottoscritto quando Dani Boy scrive la parte terminale del post? Cioè la sensazione che questi ragazzi in Azzurro si sentano immuni dalla critiche? Attenzione, gli atleti sono tutti differenti e non voglio fare di tutte le erbe un fascio ma che significa “…commentano a sproposito sui socials dai divani di casa…” ? Per carità, Hackett ha liberamente espresso il suo pensiero ma è possibile che non abbia impiegato neanche un secondo nel pensare che proprio a queste persone che commentano, magari anche dai divani, sono quelle persone alle quali lui debba la sua giusta popolarità e tutto il pacchetto annesso e connesso? Eppoi, parliamoci chiaro. Nessuno ha mai pensato che sia lui che i ragazzi in Azzurro non si siano fatti il mazzo nella loro vita per trovarsi dove si trovano ma se si lancia una critica, colorita e colorata sui socials, su qualcuno di loro che non s’è approcciato con il massimo entusiasmo alla missione cinese, alla luce dei risultati sul campo ed in termini di approccio alle gare pre-torneo è forse un delitto? Magari però questi ragazzi che criticano dal divano vivono soltanto il basket in modo differente, ma se non possono nemmeno commentare le performances, le giocate ed i numeri dei loro beniamini, non pensate anche voi che ci sia qualcosa di strano nell’etichettare in modo negativo coloro che si permettono di fare delle oneste critiche, magari anche un pò colorate?
Per il resto, andando un passo avanti e tralasciando questo aspetto, appare chiaro infine di cosa soffra la nostra pallacanestro, oltre all’idiosincrasia alla critica, auspicabilmente corretta e nei termini della massima civiltà. Soffre di assenza di visibilità o, se preferite, di popolarità.
Sempre dai socials e sui socials, un caro amico mi ha segnalato che venerdì 6 settembre, entrando nei bar, nei ristoranti dove lui si trovava in Spagna, si poteva tranquillamente assistere alla gara tra Italbasket ed appunto Spagna dalla TV, dal canale nazionale in chiaro. Occorre aggiungere altro? Come, ad esempio, la video trasmissione sui RaiDue in diretta pomeridiana della Finale dell’Europeo di volley femminile ieri pomeriggio, tra Turchia e Serbia dopo aver fatto vedere la conquista del bronzo dell’Italia vs la Polonia?
Per concludere, una piccola chiosa tecnica che vada a far riflettere su di un semplice punto. Secondo molti il CT Meo Sacchetti dovrebbe andar via per i giocatori portati in Cina e per via di alcune scelte fatte poi in campo. Si potrebbe obiettare, come del resto già fatto personalmente che, effettivamente, al posto di un Luca Vitali così spento forse si sarebbe potuto convocare altro ma allo stesso modo mi permetto di far notare invece che nelle due gare decisive Meo abbia preparato e fatto eseguire la gara come si sarebbe dovuto e potuto, in particolar modo spalle a canestro. Semmai il problema è stato in attacco, fattore in cui i giocatori hanno mostrato gravi lacune di personalità, d’intuito e di lettura. Inoltre, questi limiti non si vedono solo oggi bensì da molto tempo e mi spiace, anche a livello umano, che Meo Sacchetti subisca in Nazionale quanto han subito i suoi predecessori, Pianigiani e Messina. E come accade da quasi sempre nel team più ricco e titolato al momento d’Italia e cioè l’Olimpia Milano (in attesa di vedere gli Ettore Messina’s rules e per non parlare della Virtus Roma), ci si dimentica che molte spesso se le cose non funzionano a prescindere, non funzionano per altri problemi di struttura e di varie inadeguatezze. Ecco allora che quello che va in campo è il risultato di questa somma e che anzi, il campo molto spesso rivela lati decisamente migliori rispetto a quanto ci sia dietro.
Perciò ad un certo punto si comincia a dare addosso all’allenatore, a prescindere, dimenticando o non palesando i limiti di una Federazione che da anni dorme sonni profondi in molti temi: dalle modalità del reclutamento delle giovani leve ad una campagna concreta a favore delle infrastrutture dove far crescere questi ragazzi, per non parlare del sostegno alle società che investono sui giovani, quasi strozzate dalle tasse di partecipazione e della visibilità sui media, con un passo avanti sui socials ma fine a se stesso, pur gestendo una dei bilanci più ricchi della galassia delle federazioni affiliate al CONI. Occorre qualità e non molta quantità ma si sa, la qualità spesso non porta voti. La logica resta e rimane il mantenimento del timone del comando a prescindere, quasi a tutti i costi e che si vinca (quasi mai…), o si perda, va sempre tutto quanto bene.
Mi raccomando, le critiche non servono!
Fabrizio Noto/FRED