Roma, 27 ottobre 2019 – E’ stato un sogno. Dolcissimo come spesso accade, quando a viverlo sei in prima persona, immaginando un lieto fine. Anche inebriante a tratti per quanto ti fa star bene. Ma è sempre un sogno, perchè poi il risveglio a volte, ti riporta freddamente alle cose che non puoi cambiare e la cruda realtà alla fine prevale. In queste poche frasi è possibile condensare questa sconfitta interna della Virtus Roma di Piero Bucchi al cospetto della corazzata Olimpia Milano per 73-79, che come da fredda realtà impone il proprio peso, la propria caratura e soprattutto la propria esperienza evitando di fatto una terza sconfitta consecutiva in LBA che avrebbe avuto, questo sì, del clamoroso!
E’ stata una gara che si è proprio sviluppata come in un sogno per l’Urbe. La Virtus Roma di Piero Bucchi, incurante delle 7-8 rotazioni disponibili contro chi invece ha potuto far riposare gente come Michael Roll ed Aaron White dopo le fatiche di Euroleague e dare un pò di tregua a Jeff Brooks oltre che dosare ben bene il rientro di Arturas Gudaitis, ha veramente dato spettacolo per almeno 17′ di gioco, allorquando cioè coach Ettore Messina ha chiamato il suo ennesimo time-out per scuotere i suoi, sotto di ben 16 lunghezze (40-24) ma soprattutto deficitari in attacco. Da quel rientro in campo, con un mini-parziale da 3-7 per l’Olimpia al 20′ (43-30) la gara è piano piano girata nelle capacissime ed esperte mani di Sergio Rodriguez, Shelvin Mack, Vlado Micov e Kaleb Tarczewski e per la Virtus Roma è rimasto proprio il brusco risveglio di chi sta sognando e si vede riportato, magari anche con uno scossone, alle vicende di un quotidiano non di certo paradisiaco.

Scola in azione by Torciva
Come leggere altrimenti lo sguardo incrociato a fine gara del sottoscritto con Amar Alibegovic – nel solito giro che i giocatori della Virtus Roma compiono per salutare i tifosi – vicino alla mia postazione, che si è anche lasciato scappare a mezza bocca un’imprecazione irripetibile alla mia logica frase: “Che peccato, Amar, che peccato…”? La cruda realtà, appunto, quella che oggi ad un certo punto ha di fatto cambiato la partita, quella che spiega che se hai una squadra che fisicamente non può contrastare in difesa uno come Vlado Micov, dotato di una classe quasi sovrannaturale, devi accettarne le logiche conseguenze.
Comunque questa Virtus Roma va soltanto ammirata, applaudita e ringraziata per l’impresa mancata per un soffio, per quel -6 dilatatosi per saldarsi al suono della quarta sirena sul 73-79 finale solo nei possessi conclusivi ed anche, non dimentichiamolo, grazie ad una delle tante ingenuità commesse dai padroni di casa come quella sull’ultima rimessa: a -27″ dal termine e con Milano avanti solo di quattro lunghezze, una palla persa in maniera quasi conseguenziale dopo aver visto diversi errori dell’Urbe favorire e spianare il meritato rientro degli avversari.
D’altronde era logico che nell’incedere del match la Virtus Roma, nonostante si trovasse comodamente sopra di 16 punti al 17′ di gioco (più almeno un paio di triple beffarde non andate a segno sparate da Jerome Dyson), non solo subisse prima o poi il ritorno poderoso dell’Olimpia Milano ma che potesse inoltre soffrire e patire la poca esperienza dei suoi giocatori al cospetto di gente che ne ha già viste tante nelle rispettive carriere. Senza citare El Chacho Rodriguez e Luis Scola, solo per dire i primi che vengono in mente, non va dimenticato che tolta la coppia Jeremy Dyson-Davon Jefferson ed un pò William Buford e Giovanni Pini che ha però passato le ultime stagioni in Serie A2, il restante blocco della Virtus Roma è tutta alla prima esperienza di Legabasket LBA.

Davon Jefferson in azione by Masi
Troppe infatti nel complesso le 15 palle perse dalla Virtus Roma, anche se esattamente equiparate a quelle di Milano nel computo finale. Peccato però che per i padroni di casa i possessi persi si siano accumulati in serie dopo il clamoroso, positivo break iniziale e che molti di questi possessi persi siano apparsi banali, per non dire superficiali o causati dalla poca lucidità. E se parliamo di poca lucidità, come ovviamente non rimarcare i 32′ di gioco in campo giocati uti singoli dalla coppia Jerome Dyson e Tommy Baldasso? Ed i 31′ di William Buford? In particolar modo poi, il giovane play ormai al suo terzo anno alla Virtus Roma, non è stato proprio impeccabile oggi nella gestione di diversi possessi in cui ha evitato di attaccare a fondo il proprio avversario diretto quando avrebbe potuto farlo e, quelle poche volte che ha deciso di farlo risultando vincente, ha ceduto male la sfera cercando l’assist nonostante il vantaggio ottenuto, favorendo il recupero su di lui in chiusura dei giocatori milanesi. Ma sia chiaro, cosa puoi dirgli a questo ragazzo che sta calcando per la prima volta i legni della LBA?
E poi, come non dare responsabilità alla poca freschezza fisica quando arrivi a pochi centimetri del ferro e non la metti dentro? Prima Davon Jefferson e dopo Jerome Dyson nel quarto periodo han commesso errori così clamorosi quasi da non sembrare veri ma direttamente proporzionali a quanto poi abbiano inciso nel finale del match, escludendo un altro clamoroso errore al ferro di un Amar Alibegovic eccellente anche stasera (15 p.ti ed 8 rimbalzi), errore questo invece d’irruenza ed anche un pò di sfortuna.
Dunque una Virtus Roma sconfitta dalla stanchezza, dall’esperienza dei più forti avversari ma non battuta. Capace anche di risollevarsi nel periodo conclusivo quando El Chacho Rodriguez aveva infilato una tripla delle sue ad un secondo e quattro decimi dalla fine del terzo periodo, fissando il risultato sul 58-62 e chiudendo il terzo parziale delle Scarpette Rosse addirittura da 15-32! Quando infatti un non-realizzatore deputato come può essere ad esempio Shelvin Mack, arrivato dall’NBA a Milano con il preciso intento di far girare la squadra e non tanto di fare punti, ne piazza ben 5 di punti ad inizio periodo portando l’Olimpia sotto la doppia cifra di svantaggio (e chiudendo con un lodevolissino 10 p.ti più 3 rimbalzi e 2 assist), allora vuol dire che restare in campo e soprattutto in partita sino all’ultimo contro quest’avversaria è solo d’applaudire.
Perchè oggi questa Milano, nonostante avesse già assaporato il sapore acre della sconfitta in LBA vs Brescia e Brindisi in casa ed in trasferta vs una non trascendentale ma efficacissima Cremona, oggi dopo l’intervallo si è sistemata sul parquet del PalaEUR con la voglia e l’intento di vincerla questa partita, non come visto ed accaduto nelle gare perse già citate prime. E puoi solo applaudire questa squadra se si trova sul 62-67 nel quarto periodo al 34′, Piero Bucchi ributta nella mischia un Davon Jefferson tenuto al palo a causa dei suoi 4 falli (arbitraggio comunque molto, ma molto rivedibile, eh…), e questa Virtus Roma ritrova il 67-67 grazie proprio a lui e ad un Jerome Dyson da 15 p.ti finali, 3 rimbalzi e 4 assist.
E’ stato un sogno e come tutti i bei sogni tocca socchiudere gli occhi, ricordare quello che ti ha fatto provare e sorridere, magari ripensando al 71-71 con schiacciata di Amar Alibegovic al 37′ ed il time-out di Ettore Messina abbastanza spazientito da quanto visto in toto. E poi riandare all’uno su due di Davon Jefferson dai liberi del 72-71 ma subito dopo fermarsi. Sì, fermarsi perchè poi quello straordinario giocatore che è Vlado Micov (15 p.ti e 4 rimbalzi), serve un solo assist in tutta la gara, uno soltanto, ma è un lampo dal bagliore fortissimo e che libera Amedeo Della Valle in angolo, con metri e metri di spazio e la guardia azzurra fa quello che deve fare da tre, ammutolendo il PalaEUR degli oltre 7.000 spettatori di oggi e soprattutto svegliandoti dal sogno!
Ecco, in sommi capi questa è stata la gara che ieri avevamo presentato il sottoscritto ed il Capo Redattore del sito Eduardo Lubrano, sognando anche Noi di potercela fare ma senza azzeccarci. Alla fine questa riedizione delle storiche sfide del passato come Roma vs Milano è stata oggi forse la solita, vecchia lotta tra Davide e Golia ma da questa sera però almeno la Virtus Roma ha delle basi sulle quali lavorare ed edificare, se possibile, la propria salvezza e che possa giungervi il più rapidamente possibile mentre l’Olimpia Milano, la tanto bistrattata Olimpia Milano che stupisce se quando vince non ammazza l’avversario, ricca di talento e di giocatori da far veramente paura, forse da oggi avrà capito la lezione che il campionato LBA non è per niente il più bello d’Europa ma perlomeno è il più complicato del continente!
Vedere come, ad esempio, possa sfruttare un elemento come Andrea Cinciarini ad un certo punto, quello più delicato della gara, ed incollarlo alle costole di Jerome Dyson limitandolo e non solo, significa avere una tale capacità di poter variare giochi, persone, situazioni a proprio piacimento che veramente spaventa paragonandolo a questa Virtus Roma da 7-8 giocatori effettivi. Utilizzando inoltre così poco giocatori come Christian Burns o Paul Biligha, per non parlare di Ricky Moraschini, giocatori che a maglie invertite avrebbero potute essere decisivi oggi, fa capire infine come quest’Olimpia Milano possa e debba ancora crescere perchè Ettore Messina, statene pur certi, non farà quest’anno l’errore di dimenticare qualcuno in panchina escludendolo dalle rotazioni sino a farlo quasi sentire un corpo estraneo al resto della squadra, sempre ed a patto che i tre sopra citati però si diano una mossa od una regolata, scegliete Voi cosa sia meglio, Ettore non scherza mica!
Concludendo, adesso la Virtus Roma si lecca le ferite e si prepara al match che sabato 2 novembre la vedrà al PalaSerradimigni di Sassari vs la Dinamo, ostico e negativo tradizionalmente per la causa capitolina. Resettare sì per la delusione e per il sogno vissuto e perso ma non del tutto. Per ripartire infatti bisogna fare tesoro di quanto buono visto oggi e correggere errori e difetti che possono essere corretti, centellinando le risorse e tenendo questa durezza mentale molto viva e presente. A fine gara Piero Bucchi era abbastanza risentito, non certo per la bella prova quanto per non essere riuscito a portare a casa la vittoria, veramente ad un passo. Perdere con onore? Certo, ma è pur sempre una sconfitta ed alla fine ci sono zero punti e nulla più. Quindi imparare proprio da gare come queste è indispensabile per crescere.
Per Milano solo un caloroso “In Bocca al Lupo!” per la sua Euroleague, che la vedrà questa settimana ben due volte in campo vs l’Alba Berlino prima in trasferta e dopo in casa con l’attuale schiacciasassi Barcellona. Sarò veramente e piacevolmente curioso di vedere come evolverà questa squadra adesso con il reintegro di Nemanjia Nedovic, una squadra dalle potenzialità infinite che però dovrà vedersela al vertice con una Virtus Bologna che, onestamente, nonostante il duo Teodosic-Markovic stellare, appare ancora una spanna dietro. Vedremo…
Sala Stampa
Ettore Messina
“Roma ha giocato una partita molto gagliarda che poteva andare in tutti e due i modi. È stato bello vedere il palazzo pieno, mi auguro succeda ancora. Questo è un campo difficile. La nostra prestazione è stata patetica nel primo tempo, e in parte, solo in parte, dettata da assenze o dai rientranti. Lo spettacolo non è stato degno di questo nome. Abbiamo avuto almeno l’energia di non stramazzare nel secondo quarto, che abbiamo pareggiato, evitando di finire sotto di venti. Poi Cinciarini ci ha dato una grande mano con energia, difesa e fisicità, da leader e capitano. Lui, Micov da 4 e Tarczewski hanno giocato una buonissima partita: direi che possiamo essere tutti d’accordo su questo. Nell’intervallo era importante trovare qualcosa per cambiare la partita, più che strillare, ma dovevamo avere maggiore attenzione in generale e ce l’abbiamo messa. La rimessa alla fine del terzo quarto (tripla di Rodriguez-ndr) l’ho copiata da un allenatore NBA. I giocatori sono stati bravi ad eseguire il gioco. Il rientro di Nedovic e Mack senza restrizione di minuti, poi quello di Brooks e aggiungo Gudaitis, ci dovrebbero dare una mano a gestire le fatiche ma vorrei che anche i nostri nazionali ci aiutassero un po’ di più. Moraschini e Biligha hanno giocato finora buone partite di EuroLeague e poi non si sono ripetuti in campionato. Perché non lo so, ma vorrei che un rendimento medio alto lo assicurassero perché ne abbiamo bisogno. Guardate Rodriguez: non può giocare sempre come con il Fenerbahce. Per questo ci servono questi ragazzi. Avremo pazienza, ma devono aiutarci. Trovare continuità anche nei quintetti è fondamentale e forse questa è una giustificazione al rendimento sbilanciato tra EuroLeague e campionato: finora abbiamo giocato sempre con squadre diverse. Ma non possiamo pensare che la vincano sempre i soliti, quindi servono tutti”.
Piero Bucchi
Virtus Roma – A|X Exchange Olimpia Milano 73-79
Parziali: 29-16; 14-14; 15-32; 15-17
Progressione: 29-16; 43-30; 58-62; 73-79
MVP: Kaleb, Vlado, Shelvin e Sergio. Tutti e quattro disputano una gara positiva ma non dimentichiamo Davon ed Amar in maglia Virtus Roma e se Davon non fosse stato limitato dai falli…
WVP: male o quantomeno deludente Paul Biligha come Ricky Moraschini del resto. Prestazioni altalenanti che non giovano alla loro autostima, senza dubbio.
Fabrizio Noto/FRED