Milano, 22 novembre 2019 – Gli applausi del pubblico del Forum, che accompagnano l`Olimpia Milano al rientro negli spogliatoi dopo la sirena finale, sono il premio per una squadra che anche oggi, con la spia della riserva ben presto accesa, ha trovato la forza per rimanere in partita fino agli ultimi possessi, quasi giocando un brutto scherzo a un Efes che ha aveva più energie da spendere per prendersi successo e vetta della classifica, meritatamente con il 76–81 a referto.
Purtroppo però Ettore Messina non puo’ portarsi a casa più di questo e dei complimenti del collega Ergin Ataman ai microfoni dell`Eurolega, che addirittura riconosce una statura da Final Four nella squadra biancorossa.
Per il coach turco, ovviamente soddisfatto della prova dei suoi giocatori, è la prima vittoria in carriera nei confronti di Messina, arrivata al decimo tentativo, che spezza un incantesimo che vedeva la squadra casalinga vincente negli incroci tra le due squadre dalla TOP 16 della stagione 2014-15, quando Dusan Ivkovic e soci passarono al Forum 71-73.
In questa occasione, le chiavi del successo sono legate al predominio in area per larghi tratti della partita, grazie soprattutto a un Tibor Pleiss dominante da 14 punti e 12 rimbalzi, con un solo errore al tiro e 28 di valutazione, e a una difesa che ha limitato Milano a 16 punti negli ultimi dieci minuti, costringendola alla carestia anche per più di 180 secondi, di cui buona parte proveniente dalle prodezze sul perimetro di Nemanja Nedovic e Sergio Rodriguez. Porte chiuse insomma.
Non è tutto qui però. L`Efes di Ataman esegue con grande lucidità anche in attacco, a tratti in maniera celestiale, costringendo l’avversaria di turno a uno sforzo pazzesco sulle rotazioni difensive per stare dietro alle linee di passaggio e contenere gli 1vs1 dei terribili esterni turchi. Per farlo ci vogliono gambe frizzanti che rispondano prontamente ai comandi della mente, ma non è facile per chi deve scendere di nuovo in campo 48 ore dopo una battaglia di rara intensità come quella che ha visto protagonista Milano contro il Maccabi Tel Aviv.
Da qui le alte percentuali turche dei primi due quarti, ma l`intervallo serve proprio per analizzare le proprie mancanze e limare i dettagli, per quanto possano essere grandi, e in questo Messina è secondo a nessuno. La sua Olimpia compensa condizioni individuali precarie con organizzazione collettiva di primo livello e nella ripresa porta aiuti al ferro con tempi ideali (ottimo dato le 8 stoppate).
Nella serata in cui Luis Scola fa vedere che la sua carta d`identità non è stata falsificata e la data di nascita è corretta, Milano trova risposte da un Aaron White finalmente positivo nel primo tempo, che con due triple costringe i lunghi ospiti a fare un passo verso il perimetro. Se questa rondine farà primavera è presto dirlo, ma certamente un forte segnale di presenza ci voleva in un momento in cui le voci sul suo futuro iniziavano a farsi più insistenti.
Chi ha cambiato la geografia della partita di Milano è stato, invece, Jeff Brooks. La coppia Scola-Tarczewski, scelta inizialmente da Messina, sbatte di fronte al muro eretto da Pleiss e Singleton innanzi al ferro. Il numero 32 biancorosso porta una scossa di energia sui 28 metri e apre il campo in attacco, dando respiro a una manovra inizialmente troppo asfittica. Non ultimi per importanza gli 8 rimbalzi utili a non concedere ulteriori seconde opportunità a una squadra comunque in grado di catturare 12 palloni sotto il canestro avversario.
Ancora una volta silenziosamente monumentale Micheal Roll. Dopo aver messo la museruola a Scottie Wilbekin per due quarti, questa volta è toccato a Vasilije Micic subire il trattamento chirurgico del giocatore passato dal Maccabi. Alla fine del primo tempo, il fenomeno serbo era fermo a 1 punto con due soli tiri tentati in 16 minuti di impiego. Ecco spiegato, in parte, il 39-41 di metà gara nonostante l`Efes tenesse il pallino abbastanza saldamente, a dispetto dei parziali milanesi.
Per Sergio Rodriguez sono finiti gli aggettivi da tempo. Anche in una serata da 4/13 complessivo, sono 11+9 con la tripla del -3 a riaccendere tutto il Forum nel finale, prima che il letale pick and pop di Singleton mettesse la pietra tombale sul match.
Passettino in avanti per Shelvin Mack. Fiducia nel tiro ancora assente, ma trova con maggiore continuità canestri al ferro, sebbene la selezione delle sue penetrazioni vada ancora affinata. Non la migliore serata per Vladimir Micov, ma comunque fondamentali i suoi punti coincidenti con i momenti di maggiore difficoltà milanese.
Ogni rosa ha le spine e allora, detto di un Luis Scola in giornata no, non si può soprassedere di fronte a un Kaleb Tarczewski che non perde occasione di far rammaricare il popolo meneghino per l`assenza di Arturas Gudaitis: la sua è una sofferenza di sofferenza totale, contro Pleiss o Sanli poco cambia, condita da due alley-oop convertiti da assist di Rodriguez. Mostra una certa frustrazione, procurandosi un tecnico evitabile e la ramanzina di Messina al rientro in panca.
È ormai palese che ci siano due versioni del ex Oklahoma City Blue in D-League: quella esplosiva del back-up da 15 minuti a partita e il pulcino bagnato che dimostra pochissimi mezzi tecnici e di letture del gioco per restare prolungatamente sul parquet a questo livello. Per quanto Biligha riesca a farsi apprezzare per generosità e atletismo, così la coperta si fa corta sotto canestro.
Capitolo italiani: tutto o quasi sulle spalle di Brooks. Moraschini-Burns-Cinciarini collezionano zero minuti. In una serata in cui la squadra è apparsa comprensibilmente stanca, mi chiedo se allargare un filo le rotazioni, dando qualche minuto a un paio dei citati, non potesse essere di aiuto, magari facendo risparmiare dei falli a gente come Nedovic in vista del finale, specie nel momento in cui Larkin iniziava a fare danni con le sue accelerazioni.
A ogni modo, non c`è molto tempo per le recriminazioni. 7-3 è un ottimo record che mantiene Milano nelle zone nobili della classifica e tra due giorni sarà già tempo di sfida contro Sassari: la squadra dovrà raschiare il fondo del barile e trovare le energie per portare a casa due punti indispensabili in questo momento del campionato. Il tasso atletico e il gioco in velocità della squadra di Gianmarco Pozzecco, però, potrebbero rappresentare dei problemi seri.
Photo: Simone Lucarelli
Francesco Sacco