E due. Per la prima volta in stagione l’Olimpia rimedia due sconfitte in fila ed ora rischia di rovesciare il secchio con tutto il buon latte accumulato fin qui. Il problema poi non è tanto che si è perso ma come lo si è fatto.
Gli ultimi due quarti praticamente non sono stati giocati, troppo brutta Milano per essere vera. E i greci, squadra che sta avendo un suo perché dopo tutte le vicissitudini estive, ne hanno approfittato alla grande. Anche troppo, direi.
Perché tra i due roster non ci sono certo 20 punti di scarto, anzi da molti osservatori questa versione 19/20 dei pireoti è stata giudicata la più scarsa vista da anni a questa parte. Vero è che per caratteristiche è squadra strana, dove giovani virgulti americani fanno da riserve al blocco greco/europeo garantendo però energia e strappi fisico atletici di notevole livello.
Le accelerazioni di Baldwin (avesse un idea su come si faccia canestro da lontano sarebbe un giocatore imperioso), la prestanza e la fisicità di Rubit, la verve di Cherry e Paul e la classe dell’ex virtussino Punter (solo 5 minuti per lui, mah…), sono state le armi in più per i greci che questa Olimpia ha mal digerito.
Posto che comunque l’impronta decisiva l’han messa Milutinov che ha pasteggiato contro un Tarczewski che come spesso gli accade si autoesclude con i falli, e un Papanikolau che ha azzeccato la serata giusta a livello realizzativo. Ogni tanto capita (di rado, ad essere sinceri), sfortuna ha voluto proprio contro Micov e compagni…
Il dato che più salta all’occhio leggendo il boxscore è quello dei rimbalzi: 14 carambole in più conquistate dai padroni di casa sono veramente un enormità e che sommate alle difese imbarazzanti (e sto schiscio, come si dice a Milano) fatte vedere dagli esterni in maglia AX spiegano già molto del risultato finale.
Ma come mai, si chiede l’avventore che ha passato 2 ore un po’ sbigottito e un po’ perplesso davanti al proprio dispositivo, questa Milano abbia potuto giocare così male e prendere 20 punti sul groppone?
Beh, come spesso succede per una somma di tanti fattori. Partiamo dal game plan: la difesa su Spanoulis ad esempio non è certo stata delle migliori, sia ovviamente l’esecuzione individuale ma anche tutti i movimenti di squadra hanno toppato.
Troppe le volte in cui il venerabile Vassilis ha potuto andare fino al ferro con il più classico dei terzi tempi senza il benché minimo aiuto dal lato debole, e tante anche quelle in cui con delle finte stra conosciute ha mandato al bar i vari Della Valle e Nedovic.
Difetti che non è la prima volta vengono a galla e sui quali a mio avviso c’è fondamentalmente un rimedio che Messina può attuare senza andare sul mercato. Applicazione difensiva e concentrazione individuale.
Ovvio che, Mack escluso, nessuno degli esterni è difensore naturale, nessuno ha fisico e nessuno è atletico. Ergo, se mancano applicazione e concentrazione va a finire che la difesa va a ramengo, per dirla in breve.
Rimane il fatto che lo stesso Messina quando la squadra affonda non fa granché per tentare di risollevarla. Mai la zona, mai quintetti strani, sembra manchi un piano B oltre al C e al D.
Ma il dato più preoccupante arriva dall’attacco: il terzo quarto è stato da tregenda, nessuno faceva canestro, e sono stati pochissimi anche i tiri costruiti con costrutto. Solo forzature e palle perse, dando forza alle mie convinzioni di cui cari lettori vi parlavo nelle scorse settimane.
Manca un esterno che crei palla in mano, che dia punti istantanei anche a giochi rotti, che sia un oasi durante i periodi siccità offensiva. Un giocatore d’assalto per variare i ritmi e le inerzie di partite come questa, a costo di alterare un pelo meccanismi e gerarchie finora acquisite
Sotto canestro poi l’assenza di Gudaitis si sta facendo sentire parecchio, più per demerito di Tarczewski che di Biligha. Quest’ultimo qualcosa di buono lo fa sempre, ovvio che a volte possa andare in crisi contro gente alta 20 cm in più. Trovatemi uno solo che abbia qualcosa da ridire sul suo rendimento e mi sarò fatto un nemico .
Mentre invece Kaleb sta deludendo sotto tutti i profili: appare regredito, spesso fuori controllo nervoso, è ancora un pollastro come se fosse la seconda partita in Europa che gioca. Ho sempre scritto che per un Eurolega di alto livello lui non poteva essere il backup di un centro classico come Gudaitis e confermo ancora una volta queste parole.
Anzi, rincaro la dose: come terzo centro gli preferisco Biligha, molto più scaltro e reattivo nonché pericoloso in attacco con il suo tiro dalla media. Ma come vera riserva del lituano a mio avviso servirebbe un lungo moderno, pericoloso anche in attacco preferibilmente da dietro l’arco.
Sta di fatto che ora con l’ex Arizona 5 titolare si fa parecchia fatica, specie se Scola non tira fuori il partitazo ogni volta che si allaccia le scarpe. Sappiamo bene che non è e non puo’ essere così, non glielo si poteva chiedere nemmeno 15 anni fa. E veniamo al capitolo White.
Non ho ancora ben capito a chi giovi questa situazione: le partite passano, i mesi anche, stanno iniziando ad arrivare le prime sconfitte e i primi segnali di stanchezza per i vari turni doppi e tour de force europei.
In campionato spesso non gioca, e se lo fa sempre con minutaggi bassi, in Eurolega ormai fa la comparsa. Non sarebbe il caso, caro presidente, di dirgli addio e di tornare sul mercato a prendere o un 4 tiratore, o un 4/5 atletico che dia una mano la sotto? Chiedo eh, anche se sono consapevole che una transazione sarebbe un bel bagnodesangue per le casse societarie.
Molti di voi a sto punto si stanno domandando: e Mack, lo teniamo o lo tagliamo? Per ora teniamolo, diamogli ancora un po’ di tempo. Magari con l’innestino di cui sopra potrebbe trarne beneficio. E’ chiaro comunque che lui gradisce il ruolo che ricopriva anche nella NBA e cioè il gregario. A Milano pero’ serve sia di lusso, altrimenti l’idea del taglio potrebbe iniziare ad affiorare presto nella dirigenza.
Ora testa al campionato perché tra meno di 48 ore arriverà Reggio Emilia che non è squadra da sottovalutare. In Eurolega invece bisogna assolutamente ritrovare la compattezza di un mese ed infilare un filotto di vittorie nelle prossime 3-4 partite.
Stella Rossa, Valencia e Villeurbanne devono quasi per forza diventare tre referti rosa, altrimenti il rischio di vederlo capovolto, quel secchio di inizio articolo, si tramuterà in realtà.
Cristiano Garbin
@garbo75