Le luci di Broadway si accendono sui Boston Celtics, ormai prossimi al 2° turno dove ad attenderli troveranno gli altrettanto già qualificati Miami Heat (al momento sul 3-0 contro Phila). Knicks mai in partita, mai in vantaggio per tutti i 48 minuti di gioco, incapaci di far entrare in gioco il pubblico del Madison Square Garden, quei fans che esattamente da 10 anni aspettano una vittoria in una gara di playoffs.
The Captain and the Truth – Che poi sono la stessa persona, al secolo Paul Pierce. Domenica Pierce diventerà il 12° giocatore dei Celtics per partite di playoffs giocate con la mitica canotta degli “irlandesi”, raggiungendo K.C. Jones. Una classifica proibitiva da scalare, visto il numero di post-seasons condotte fino all’ultima sirena da Boston nella sua storia, e quindi quantitativamente, oltre che qualitativamente, ricca. Una tale esperienza in gare decisive – come si sa – non si compra, la si acquisisce, magari passando per stagioni tremende come è capitato al #34 biancoverde nelle sue prime 10 annate “in the League”. La firma su questa gara 3 è anche se non soprattutto sua: aggressivo fin dalla palla a 2, alterna tutto il repertorio di un grande attaccante con penetrazioni fino al ferro e giochi da tre punti, “in-between game” e triple. Innescato da un Rondo tornato ormai ufficialmente quello che tutti conoscono conclude con 6-8 da dove conta 3.
Triple-double machine – Sempre parlando di record, Rajon Rondo è a 4 triple-doppie da Larry Bird nella speciale classifica all-time della specialità in casa Celtics, e stiamo sempre parlando di playoffs, non di numeri accumulati in una qualsiasi gara senza significato di regular season. Come per i primi due episodi della serie, anche tra le mura amiche D’Antoni non trova un antidoto alla velocità del #9 che penetrando sempre e comunque nel cuore dell’area blu-arancio sà pescare il compagno smarcato sul perimetro con una facilità disarmante. La stessa che a fine gara gli permetterà di totalizzare 15 punti, 11 rimbalzi (!) e 20 assist (!!!), eguagliando con questi ultimi un altro primato, quello di un certo Bob Cousy.
Off the bench – Se andiamo a vedere l’impatto della panchina di New York rispetto a quella dei Celtics possiamo trarre delle (facili) conclusioni. Il parziale dei punti dice 52-13 per i Knicks. Un momento: nella sera in cui Anthony non riesce a ripetere la prestazione di gara 2, chiudendo con 4-16 al tiro, Stoudemire gioca nonostante la schiena a pezzi che lo limita a soli 7 punti e 3 rimbalzi, ma stando in campo quasi 33 minuti, e con Billups ancora in borghese, perchè questo evidente plus dato dalle riserve non è decisivo e non viene cavalcato dal coaching staff newyorkese? Bella domanda…I punti è vero arrivano per la maggior parte a giochi ormai fatti, ma dimostrano come qualcuno capace di fare canestro, magari seduto per la maggior parte del tempo in fondo alla panca a guardare Anthony gestire palla e cronometro (e lo vedi bene, visto che gioca da fermo!) i Knicks ce l’abbiano. Fields è ormai alla frutta, ma Turiaf ad esempio gioca solo 10 minuti, quando potrebbe portare ai suoi fisicità a centro-area. Perchè spremere Amar’e in quelle condizioni? Chissà che D’Antoni non abbia una risposta anche a questo, visto che sta buttando ogni dichiarazione sullo sviolinamento andante verso le sue stars, quelle che comunque non gli impediranno di dover cambiare indirizzo la prossima stagione.
Nella storia dei playoffs NBA nessuno è mai tornato da uno 0-3. Ci sarà, prima o poi, come per ogni cosa, una prima volta, ma New York non sembra averne le possibilità, in questa situazione, men che meno con Billups seduto a guardare e Stoudemire che probabilmente domenica sarà in condizioni simili a quelle di stanotte. Una grande prova di Carmelo Anthony potrebbe dare una chance ai Knicks, almeno quella di prolungare la serie e tornare a Boston per gara 5. I Celtics potrebbero pagare un minimo di stanchezza, anche se la loro esperienza (ancora…) una volta sfuggito il miglior record ad est gli ha suggerito di riposarsi nel finale di regular season. Con gli Heat – come detto in apertura – avanti 3-o sui Sixers, Boston non vuole regalare nessun vantaggio, in termini di maggior numero di giorni a disposizione per riposarsi e preparare la prossima serie a James&C. Per questo proverà a chiudere domenica la pratica Knicks, che dopo le premesse iniziali (e senza scuse legate agli infortuni, come ha onorevolmente dichiarato Anthony a fine gara 3) si è rivelata davvero poca cosa per i 17 volte campioni NBA.
Andrea Pontremoli