Quella di Baylor è una vera e propria cavalcata: da #24 del ranking nella seconda settimana di stagione sino a numero 2 dell’ultimo AP-Poll. E c’è da dire che probabilmente si meriterebbe di essere addirittura in cima.
Quanto Baylor sia andata vicina a conquistare la vetta lo si capisce dalla manciata di voti che l’ha distanziata da Gonzaga (1567 contro 1574), nonostante abbia ricevuto 31 voti per il primo posto (contro i 30 di Gonzaga).
Il record parla più tante parole: 14-1 ed ovviamente primo posto nella BIG12.
Ieri notte contro Iowa State è arrivata per Baylor la dodicesima vittoria consecutiva, sicuramente meno rumorosa delle due che l’hanno preceduta nel corso della settimana appena passata, ottenute tra l’altro fuori casa e contro due Top25.
La squadra di Scott Drew ha prima interrotto una striscia casalinga vincente di Kansas che era arrivata sino a 28 per poi eclissare anche le 15 vittorie consecutive di Texas Tech nella United Supermarkets Arena.
Entrambe vittorie importantissime, sopratutto ai fini della considerazione della BIG12 dove Baylor non è mai andata oltre il secondo posto finale nelle stagioni 2009-10 e 2016-17.
Non che fino ad ora i Bears non fossero già stati protagonisti di vittorie rumorose: Arizona, Butler e Villanova sono le altre top25 che sono cadute ai piedi dei texani.
Il record non è perfetto non tanto per l’unica sconfitta subita contro Washington ad inizio novembre, quanto per quell’ultimo minuto in cui Baylor si è vista sfuggire di mano una partita che aveva condotto per gran parte della serata, terminata poi 67-64.
Estremamente forti a rimbalzo offensivo e nel generare punti da seconda opportunità, la chiave di lettura della grande stagione della squadra che ha sede a Waco,Texas è la difesa: solida ed in realtà tutt’altro che innovativa, ma eseguita egregiamente.
Nel corso dei 40 minuti sul parquet Coach Drew opta spesso per la difesa a zona 1-3-1: la prima guardia difende il portatore di palla mentre la seconda difende il post-alto, cercando di anticipare il primo passaggio in attacco. Appena avviene il primo passaggio vi è uno switch di ruolo tra le due guardie. Le due ali evitano i passaggi negli angoli cercando di aiutare il backcourt difensivo se il gioco si sviluppa concentrandosi in punta, con il risultato di portare spesso a raddoppi complicati da gestire per l’attacco avversario. In questa ottica difensiva non esistono ribaltamenti di gioco sicuri e la guardIa che si ritrova a gestire il post-alto tiene serrato il ritmo difensivo sulla palla quando i passaggi corti cercano in qualche modo di bucare la zona.
Per battere questo tipo di difesa servono lunghi che sappiano gestire il raddoppio e che siano in grado di scaricare sotto pressione (cosa abbastanza rara nel mondo collegiale ) oltre che un attacco rodato e fisico, sempre in movimento (cosa ancora più rara da vedere,specialmente nella costanza d’esecuzione ).
Un conto è parlare, un altro è eseguire. Parlando di individualità difensiva il vero esecutore è Davion Mitchell, guardia di 6-2 che viene dalla Georgia, tramite Auburn (via transfer), che è rimasto fermo per tutto il 2018-19 proprio per soddisfare i requisiti richiesti dalla NCAA per poter ottenere l’eleggibilità per l’annata in corso. Se cercate un motivo per il quale la difesa di Baylor giri con forza convulsa potete fermarmi qui. Probabilmente il miglior difensore di backcourt dell’intera BIG12, se non il migliore in assoluto.
Il problema degli attacchi avversari però non è esclusivamente quello di dover fronteggiare una guardia come Mitchell, bensì il fatto che i Bears riescano ad affiancargli due altre guardie in grado di tenere alta l’attenzione difensiva e che allo stesso tempo si presentino tra le migliori coppie offensive di backcourt: parliamo di Jared Butler, leading scorer e fresco del premio di giocatore della settimana in BIG12 nonchè principale artefice della vittoria su Kansas con 22 punti e MaCio Teague, Junior nativo dell’Ohio che viaggia a 13.8 di media con 5 rimbalzi.
Il fatto di avere guardie veloci, in grado di segnare, essere sempre attive e mentalmente sveglie in difesa, permette a Scott Drew di schierare spesso quintetti piccoli ( a volte è un lineup con 4 guardie) con la capacità di ruotare velocemente nell’utilizzo della zona.
La forza aggiunta del successo di Baylor sta, oltre che nella difesa in generale, nell’abilità di mantenere un altissimo livello di protezione della propria metà campo cambiando dalla zona 1-3-1 alla difesa a uomo, con la protezione del ferro affidata all’esperienza di Freddie Gillespie,senior del Minnesota che in questa stagione viaggia quasi a doppia-doppia di media con 9.4 punti e 9.3 rimbalzi.
Quando tieni gli avversari a 57 punti di media ( sesti in tutta la NCAA ) col 38% dal campo, incutendo timore in ogni pallone giocato, allora viene a galla il perchè questa squadra sia riuscita a far tremare tante top25. Ora il calendario è in discesa fino al 15 febbraio quando si vedranno di fronte Western Virginia, che a proposito di protezione della propria metà campo guida la nazione in svariati parametri difensivi. Per il capitolo “revenge game” toccherà nuovamente a Kansas e Texas Tech con il titolo della BIG12 che potrebbe ancora essere in ballo, a portata di mano per la prima volta nella storia. Marzo sarà ormai alle porte e nonostante si giocherà in Texas, potrebbe piovere più del visto : portate gli ombrelli.
Sergio Turco
@toorkish87