Casalecchio di Reno (BO), 25 Aprile 2021 – Serata senza appello quella della Unipol Arena. Si sapeva alla vigilia, si è confermata tale. La Fortitudo Bologna festeggia la fine delle sue pene, in una stagione che le ha riservato tutto e il contrario di tutto. Cantù deve fare i conti con l’amarezza della retrocessione nonostante abbia dato tutto ciò che aveva fino all’ultimo secondo. Non è bastato, aldilà di questioni amministrative di cui capiremo gli effetti in estate.
L’immagine più esemplificativa è data da Jaime Smith, che rientra in campo vistosamente zoppicante, sostanzialmente su un piede solo, pur di condurre gli ultimi disperati assalti canturini all’interno dei due minuti finali di partita. Il simbolo degli equilibri precari di una Cantù che ha avuto risposte da troppi pochi protagonisti, unici a provare a invertire i destini di una partita nata male e finita peggio.
Lasciati abbastanza soli da compagni che non hanno avuto sufficiente personalità per prendersi responsabilità per lo meno condivise, ma non è questo il momento nè la sede giusta per i “processi”. Compito che spetterà alla dirigenza nei prossimi giorni. Certamente, tra coloro che hanno poco da rimproverarsi rientrano Ivica Radic e Frank Gaines.
Il centro è stato monumentale nel garantire profondità e secondi possessi, invertendo una tendenza che vedeva la Effe avere troppa facilità nel prendersi il ferro senza la sua presenza sul parquet. Una doppia-doppia da 17 punti e 10 rimbalzi tanto vana quanto apprezzabile per pulizia tecnica, vagamente old style ma non per questo meno bella per gli occhi.
Il numero 0, invece, certamente sporcherà anche il suo tabellino con iniziative talvolta forzate. Tuttavia, bisogna riconoscere che, spesso, è condizione cui viene costretto dalle scelte dei compagni. Pagare la cauzione per tutti non è sempre facile, ma è obbligo che ha dovuto onorare troppo spesso nei 40 minuti di questa sera.
La formazione di Coach Piero Bucchi ha pagato proprio questo. La mancanza di alternative. A livello di idee ancor prima che di uomini. La Fortitudo ne ha approfittato e anche con merito. Al netto dei suoi proverbiali black-out, che le hanno impedito di chiudere la pratica ancor prima di quanto sia effettivamente avvenuto in campo.
Luca Dalmonte chiede un sacrificio importante ai propri due assi, Pietro Aradori e Adrian Banks, in campo rispettivamente per 39’59” e 38 minuti. Entrambi hanno ripagato la fiducia. L’italiano con una prova da capitano vero e da leader, l’ex Brindisi con canestri importanti nella ripresa. Utili ad attenuare gli effetti delle tante, troppe palle perse (7 sulle 12 di squadra)
Ai quali si è aggiunto un Todd Withers finalmente convincente e propositivo. Con la faccia giusta e capace di andare oltre l’errore. Era più che necessario, alla luce delle defaillances degli altri lunghi casalinghi. Hunt è il “migliore” tra questi, seppur andato nettamente sotto nel duello con Radic dopo una partenza sprint. Peggio è andata a Cusin, chiamatosi presto fuori per problemi di falli, e Totè, che ha deciso di iniziare a lottare solamente a terzo quarto iniziato.
Come si poteva presumere, ha vinto chi ha sbagliato di meno probabilmente. Al culmine di una partita che di orrori o errori, che dirsi voglia, ne ha riservati a bizzeffe. Alla fine contava solamente il risultato e quest’ultimo ha detto Fortitudo. Per la gioia (si fa per dire) che, però, merita di non rivivere una stagione in cui programmazione e stabilità non sono state di certo le virtù principali.
A Cantù non resta che fare il più grande degli in bocca al lupo. A prescindere dalla categoria che sarà. Perchè una piazza del genere, il nostro basket non la deve proprio perdere.
Fortitudo Lavoropiù Bologna-Acqua San Bernardo Cantù 75-68
Sala stampa
Luca Dalmonte
“Non avevo dubbi che ci sarebbe stato questo tipo di presenza in campo, ero tranquillo e sereno. Sono molto felice, ringrazio tutti coloro che mi hanno accompagnato in questo tempo, era un obiettivo da centrare e valeva doppio. La squadra doveva vedere in me la serenità e la tranquillità prima di una partita che sapevamo quanto contasse, l’allenatore a volte deve essere uno specchio e se avessi mostrato ansia l’avrei riflessa su di loro. Sono riuscito a trasmettere serenità, era giusto farlo, perché anche i giocatori vivessero la vigilia con la giusta determinazione ma anche, appunto, serenità. Sono felice per tutti coloro che hanno la Effe nel cuore, e sono felice grazie a loro anche io, tantissimo”
Piero Bucchi
“Ovviamente dispiace tantissimo perché veramente il campo ha dato un verdetto che ci fa molto male. Però, devo anche essere onesto e dire che mi piacerebbe poter avere una macchina del tempo per riavvolgere tutto fino al post Cremona e al pre-covid perché, in effetti, da quel momento si è inceppato qualcosa e onestamente tutto è diventato molto più complicato. Perché sono convinto che fino quel frangente la squadra aveva un senso e giocava una bella pallacanestro. Poi, questa seconda tegola che ci è capitata addosso ha reso tutto quanto molto più complicato e molto più difficile. Ripeto, dispiace tantissimo”
Le pagelle
Fortitudo Lavoropiù Bologna
Adrian Banks 6,5: Parte con le marce alte, finisce presto per entrare in un circolo vizioso di alti e bassi. L’ultima impressione è quella che conta e, allora, i canestri della ripresa hanno un peso specifico più alto delle tante palle perse
Pietro Aradori 8: E’ praticamente tutto l’attacco della Fortitudo nel primo tempo. Fa valere la sua esperienza nel confronto diretto con il rampante Procida. Nella ripresa resiste al fiato che si fa corto e limita al massimo gli errori. Encomiabile
Stefano Mancinelli 6: 6 minuti, sufficienti a regalarci un canestro dei suoi in post-basso. Il suo modo di mettere la firma su una serata felice per la sua Fortitudo
Dario Hunt 5: Avvio promettente. Poi entra Radic e la vita nel pitturato si fa ben più dura
Matteo Fantinelli 6: Non è in condizioni fisiche ideali, ma è encomiabile il suo spirito. Regala alcune giocate tecnicamente pregevoli
Tommaso Baldasso 5: Non sfugge alle responsabilità, ma proprio non trova il feeling con la partita
Marco Cusin 4,5: Che fatica con Radic. Esce presto dalla partita a causa dei falli
Todd Withers 7: Fosse sempre stato questo..partita di personalità per l’ala statunitense
Leonardo Totè 5: Impatto trascurabile sulla partita. Un po’ troppo soft nel primo tempo, si sveglia nella ripresa. Nel senso che inizia a combattere e a produrre qualcosa in attacco, almeno
Acqua San Bernardo Cantù
Frank Gaines 7: Parafulmini nel tormentato attacco canturino, anche se non è precisissimo al tiro
Donte Thomas 5: Altra serata da chi l’ha visto
Jaime Smith 5,5: Stoico nel rimanere in campo nel finale, da infortunato. Però ci si sarebbe aspettato di più da lui, in una serata del genere
Gabriele Procida 6: Soffre e non poco la mancanza di chili ed esperienza rispetto ad Aradori nella metà campo difensiva, ma è un piacere vederlo giocare dall’altra parte del campo. Lucidità nelle letture ed esecuzioni tecniche da veterano
Maarten Leunen 4,5: Stecca la partita più importante della stagione. La cosa brutta è che anche i compagni si rendono conto della situazione e non lo cercano più di tanto. Chi l’avrebbe mai detto a inizio stagione?
Jazz Johnson 4,5: Decisamente confusionario, commette parecchi errori di lettura e nelle scelte che fanno arrabbiare Coach Piero Bucchi
Jordan Bayehe 4: La tensione gli gioca un brutto scherzo. Condizionato dai falli, assiste alla prova solida di Radic e perde irrimediabilmente spazio
Andrea Pecchia 5: Poco intraprendente, sembra un giocatore frenato. Si fa sentire a rimbalzo nella ripresa
Ivica Radic 8: Impatto super, grazie al quale Cantù riesce a mettere una pezza alla fragilità nel pitturato che aveva riscontrato nei primi possessi. Continuità incredibile in termini di solidità nei suoi 29 minuti sul parquet. Se Cantù non arriva lontana dal traguardo, lui è la spiegazione principale. Monumentale
Immagine in evidenza: Fortitudo Pallacanestro Bologna 103
Francesco Sacco
@sacco941