Dura solo un quarto, esattamente il primo, il sogno dell’Italia di poter battere all’esordio la favorita al primo posto del Girone, la Serbia di Ivkovic.
Alla fine la maggiore solidità mentale degli avversari, mista ad una splendida risposta dalla panchina ai problemi che lo startin’ five scelto dal Santone serbo avevano creato nel nel primo periodo, conduce alla prima vittoria agli Europei lituani una delle candidate al titolo finale, Spagna permettendo.
Parte benissimo Azzura by Pianigiani senza Il Mago in panca tra la sorpresa generale, al suo posto però un Cusin concentrato e tosto in difesa contro lo spauracchio Krstic: 7-0 nei primi minuti, serbi in difficoltà anche con la misura al tiro (inusuale ma vero), Gallinari e Mancinelli in auge con Hackett che toglie letteralmente il fiato a Sua Maestà Teodosic. Dopo cinque minuti entra Il Mago, l’Italia va che una bellezza ma segna poco, troppo poco per come sta chiudendo l’area ai bianchi di Serbia. Si chiude 18-10 e ci sembra di sognare.
Ma si sa, i sogni durano poco, purtroppo. Macvan e Tepic, con il coadiuvo di Markovic, danno fiato alla voglia dei serbi di riprendere in mano la gara mentre dall’altra parte del campo, Azzurra by Pianigiani si spegne progressivamente in attacco dopo uno splendido Gallinari che ruba palla e schiaccia in contropiede. Anche gli arbitri ci mettono un pò del loro, molti contatti non visti a favore dei serbi che chiuderanno il periodo con un solo fallo contro (per una squadra che deve rimontare una manna del cielo !), e si becca il parziale della gara (17-3), per un globale di 25-11 che chiude la gara all’intervallo lungo sul 35-29. Male soprattutto Maestranzi, entrato a dar fiato ad un ottimo Hackett, poche idee e tutte ben confuse e male complessivamente il tiro da 3 e malissimo in difesa dove abbiamo mollato di testa. Si scalda il cuore solo quando quando Datome stoppa un Tepic a canestro in versione monstre.
Ma solo 6 punti di scarto non è male contro la Serbia, purtroppo l’inizio del secondo periodo è da incubo: sprofondiamo a -17 al 23° con Rasic che ci massacra dalla lunga. I serbi si son sciolti, vanno con il cambio automatico, Macvan che ha tenuto a galla i loro nel primo periodo e soprattutto Tepic ci fanno a fettine mentre Azzurra by Pianigiani invece fa fatica a tirare, ad attaccare in modo sensato. Addirittura doppio time-out del coach azzurro in pochi minuti (al 21° ed al 23°), e lentamente, specie dopo quest’ultimo, si ritrova un qual bandolo della matassa: si difende meglio e, soprattutto, s’attacca con efficacia con Gallinari ed Hackett meglio degli altri, Bargnani si è sciolto e la sensazione è che si possa ancora riprendere la gara, in fin dei conti come ci siamo spenti, si possono spegnere loro. La Serbia accusa il colpo, Ivkovic va su tutte le furie, per la prima volta i serbi superano il bonus dei falli e la pressione per loro sale. Parziale per Noi nel quarto di 15-3, 22-24 nel computo globale del periodo e punteggio con gara rimessa in discussione, 53-57. Dai !!
Ma all’inizio del quarto periodo viene fischiato un discutibilissimo fallo antisportivo a Gallinari su Keselj in entrata: due liberi a segno più canestro di Teodosic sull’azione successiva che ricaccia Azzurra by Pianigiani a -8. Altra sbandata, altra perdita di fiducia, momento d’oro perso con Belinelli e Mancinelli che brillano in negativo, Teodosic sale definitivamente in cattedra, male Krstic, Savanovic ed un impalpabile Bjelica. Bargnani tiene sveglio i suoi in attacco ma si capisce che è finita quando Pianigiani, a meno di due minuti dalla fine, fa riposare Gallinari per domani, gara fondamentale per le speranze del superamento del turno.
Finisce così, mestamente per l’Italia e sul velluto per i serbi, 80-68.
Due numeri ci condannano: il tiro da 3, con un misero 11,8% dell’Italia contro il 34,3% decisamente più corretto a questi livelli dei nostri avversari e gli assist, addirittura 22 contro 8 per la Serbia. Per il resto sostanziale equilibrio. Peccato, poca lucidità quando sarebbe stato indispensabile per arginare il logico rientro dei serbi.
Domani dicevamo la Germania. Metabolizzare e girare pagina ma bisogna giocare con la stessa intensità per almeno 3 periodi altrimenti si rischia forte contro Wunder Dirk & Co.
Fabrizio Noto/FRED