E’ vero che siamo appena alla terza giornata di un cammino lungo, lunghissimo…Ma dopo l’inopinata sconfitta casalinga contro l’Alba Berlino per l’Olimpia Milano era d’obbligo cercare di rialzarsi e di muovere la classifica.
E il luogo dove fare tutto questo non è che sia stato proprio uno dei più agevoli. La Stark Arena di Belgrado, capienza 19 mila persone ed oggi riempita per l’85%, è forse il palazzo dove il pubblico riesce a ricreare le atmosfere dei giorni che furono, quando il pubblico era veramente il sesto uomo in campo creando un clima intimidatorio e caldissimo.
Un inferno insomma, dove solo i veri uomini sanno come non farsi condizionare. E Milano, infarcita di giocatori esperti che hanno combattuto mille battaglie, di certo non si è lasciata intimorire ed anzi dopo una partenza lenta ha incominciato ad alzare il volume dell’intensità dietro e dopo un primo tempo chiuso sotto di 8 punti ha cavato fuori dal cappello una ripresa coi fiocchi.
Il risultato dei primi 20′ di gioco comunque ha tratto in inganno in parecchi. Perché i problemi i biancorossi li hanno avuti soltanto nei primi minuti, poi è cresciuta la difesa ed ovviamente sono calate le percentuali dei serbi che all’inizio hanno segnato tiri dall’alto coefficiente di difficoltà nonostante buone difese milanesi.
E quel che mi è piaciuto di più dei biancorossi stasera è stata proprio la resilienza quando i vari Andjusic e Madar segnavano impiccati, al posto di mollare con la testa hanno stretto ancora di più le viti difensive. Vai a leggere poi alla fine che nei primi due quarti Milano ne subisce 49, nei secondi venti minuti solo 26 nonostante Leday si trasformi in tre punti ogni pallone toccato da dietro l’arco.
Quindi tante note positive in casa milanese con qualche ombra come i troppi rimbalzi offensivi concessi (ma il Partizan ha specialisti top nella materia come Lessort), o come la sensazione di soffrire a tratti il debordante atletismo dei bianconeri. Ma vogliamo ricordare anche che molti uomini chiave Olimpia non sono in condizione perfetta e che comunque la squadra sconta assenze di un certo peso.
Datome e Mitrou Long pur non essendo due perni insostituibili sono due armi dalla panchina a disposizione di Messina, e l’assenza specie del secondo influisce parecchio sulle rotazioni trattenendo in campo Pangos più di quanto la sua condizione gli permetterebbe.
Sulla carta, perché proprio quando la partita si è decisa è venuto fuori l’ex Zenit con una bomba spaccagambe e il cameriere mancino nel finale che ha fatto saltare sul divano tutti i tifosi Olimpia.
A mio parere comunque prima o poi (più poi che prima) si andrà sul mercato per cercare un trattatore di palla con punti nelle mani che possa offrire un aiuto a Pangos e all’ex Brescia specie nel caso in cui quest’ultimo non soddisfi appieno Messina.
L’altra ipotesi sarebbe per cercare un sostituto di Deshawn Thomas ma prima l’ex Barcellona dovrebbe deludere pesantemente le attese: ad oggi sta faticando ma come ha detto il buon Ettore domenica bisogna dargli del tempo, per lui riadattarsi a giocare da 3 non è una cosa automatica.
IL TABELLINO: PARTIZAN BELGRADO – OLIMPIA MILANO 75 – 80
DIAMO I NUMERI
7 – i punti del grande ex Kevin Punter. Hall nel primo tempo e Shields nel secondo hanno montato una guardia pazzesca su di lui, non lasciandolo respirare, facendogli fare fatica in ogni spostamento con o senza palla. Dal canto suo Kevin ha tentato più volte di mettersi in ritmo ma non c’è mai riuscito. Sono certo che al punto 1 del game plan per questa partita ci stava proprio la gabbia su KP. Missione compiuta, ciò non toglie che rimango un suo vedovo, l’idea di poter mettere in campo un trio di esterni Hall-Punter-Shields mi fa andare giù di testa…..
23 – questi invece sono i punti dell’altro grandissimo ex, il buon Zaccaria. Che ha fatto vedere nei primi 38 minuti il perché lo ingaggiammo 2 stagioni orsono e negli ultimi 2 il perché ci abbiamo stra guadagnato nel cambio con Melli. Quando è marcato da un gran difensore di uno contro uno va in palese difficoltà e gioca soltanto sui possibili errori difensivi sul pick and pop. Va sotto fisicamente e da vicino non produce nulla, e negli ultimi minuti quando lo spazio e il tempo per scoccare il tiro da fuori si riduce poi tende a sbagliare. Io non lo rimpiango assolutamente ma so che molti tifosi non la pensano come me.
2 – e per finire il trittico degli ex, sono i punti e il voto all’immarcescibile James Nunnally che inspiegabilmente gioca ancora per coach Obradovic e non è la prima volta. Sarebbe, per caratteristiche, uno dei giocatori che Zele non prenderebbe mai: non difensore se ce n’è uno, non un lottatore né abituato a fare il lavoro sporco. Dovrebbe mettere punti in poco tempo ma ormai fa fatica a crearsi un tiro credibile e non ha l’atletismo per spezzare le difese top d’Europa. Il suo ingaggio rimane un mistero per me, e il suo procuratore è uno veramente in gamba. Senza dubbio co-mvp della gara insieme a Shields
109 – i secondi in campo di Tonut. Pochi, pochissimi ma sufficienti per fare 3-4 giocate clamorose e aiutare a far vincere la propria squadra. La tripla sulla sirena del secondo quarto a mio modo di vedere è stato il canestro più importante del match. Sono contento per Stefano e spero che gli dia la spinta per essere ancora più forte mentalmente nelle prossime uscite su minutaggi sicuramente diversi. Se li è guadagnati, scommetto che giovedì ne giocherà almeno 15, e spero con tante giocate di qualità.
0 – quando ho visto l’uovo, come si dice in America, nella casella punti di Hall ho strabuzzato gli occhi. Non me n’ero accorto guardando la partita, non l’avrei detto. Nonostante non abbia messo a referto nemmeno un punto il risolutore della partita di domenica contro Brindisi ha giocato 32 minuti di rara intelligenza e ferocia difensiva. Anche per questo è uno dei migliori esterni d’Europa, riesce ad essere decisivo sia quando fa 20 che quando fa zero, e questa è una caratteristica non comune. Caro Ettore, so che lo hai già fatto in estate ma gli allungherei ulteriormente il contratto, scrivendo sulla data di scadenza “FINCHE’ STA IN PIEDI”.
SALA STAMPA
Ettore Messina
“È stata una vittoria importante per noi, difficile, in trasferta, contro una squadra ben organizzata ovviamente da Coach Obradovic e che gioca molto duro.
Noi siamo partiti male, forse eravamo condizionati dall’atmosfera in cui si giocava e forse ci siamo accontentati troppo di tirare da fuori in sospensione anziché andare a giocare dentro.
La gara è cambiata quando abbiamo cominciato ad essere più fisici, abbiamo pareggiato la loro intensità e abbiamo mosso di più la palla.
Devo congratularmi con i ragazzi per come hanno voluto vincere in un contesto senza dubbio difficile, crescendo nel corso della gara e facendolo con notevole personalità”.
Si ringrazia il sito ufficiale olimpiamilano.com
Cristiano Garbin
@garbo75