Basta un quarto al CSKA per sbarazzarsi di Malaga e rimanere a punteggio pieno dopo le prime 5 gare di regular season.
Tempo fa si diceva che nel “mezzogiorno di SKY” le squadre iniziavano le partite un po’ letargiche e i punteggi iniziali ne risentivano; beh, diciamo che anche i pomeriggi russi non sono da meno.
Il primo tempo infatti è costellato da palle perse, continui falli che spezzano il ritmo e canestri col contagocce derivati più da demeriti offensivi che da grandi giocate difensive.
Esempio di metà secondo quarto: rimessa da fondo per Malaga, passaggio per Garbajosa in lunetta (fermo! non in uscita da qualche blocco, intendiamoci..) che prende palla e segna direttamente 2 facili punti; sul successivo ribaltamento di campo, Teodosic batte la simil-difesa dell’Unicaja con un facilissimo e comodissimo terzo tempo di destro, con per di più un tiro libero aggiuntivo (mica ci facciamo mancare niente!).
Fortunatamente, a 2.30′ dal termine, il buon Kirilenko ci risveglia grazie ad una spettacolare stoppata in aiuto su un tentativo di schiacciata spagnolo; il CSKA poi riesce a fare un mini–parziale di 8-0 che gli consente di arrivare negli spogliatoi sul +5 (34-29).
Il tè caldo russo fa bene ai padroni di casa che rientrano nel terzo quarto da vero CSKA: in soli due minuti vanno sul +12 (44-32). Il tentativo di timeout non serve a nulla: il CSKA dilaga e il dominio indiscusso è rappresentato dal 28-12 del tabellino parziale del quarto.
Il sipario si chiude virtualmente qua, Malaga prova a rientrare (più con orgoglio che di talento) ma la risalita risulta troppo lunga. Grazie a una maggiore aggressività difensiva ed una serie di palle recuperate negli ultimi minuti, si arriva inaspettatamente anche sul -6 a un minuto dal termine. L’illusione ospite dura però giusto il tempo di una bomba a 44” dal termine di Teodosic, che chiude ogni gioco e consente ai russi di chiudere il match tranquillamente sul 77-66.
Impressioni finali: il CSKA, anche in una delle sue non migliori prestazioni, dimostra di essere di primissima fascia quest’anno (personalmente metterei solo il Barcellona a questo livello); è davvero impressionante la lunghezza di questa squadra: continuano ad entrare elementi che potrebbero potenzialmente tutti essere titolari in una qualsiasi squadra europea, inoltre coach Kazlauskas può permettersi il lusso di non far entrare mai in campo gente del calibro di Sokolov e Mejia (autore anche di prestazioni da trentello nella scorsa eurolega). Ancora una volta è da sottolineare la prestazione di Shved che per talento, atletismo e intelligenza cestistica ha già il mio voto personale per il premio di miglior giovane di questa edizione, come anche la presenza impressionante di Kirilenko: è il migliore all-around di questi tempi, fa davvero tutto e bene in campo. Per di più sembra anche essersi tornato a divertirsi a giocare: il sistema e mondo NBA non c’entravano molto con la sua persona, in Europa invece è assolutamente dominante, uno degli unici giocatori che da solo ti rende difficile vincere la partita se ce l’hai contro. Se in più ci aggiungete tutta la gente che ha intorno nel CSKA, potete ben capire perché quest’anno i russi sono assolutamente tra le prime due squadre del continente.
Malaga invece è da massimo terza fascia: giocatori discreti e vogliosi (soprattutto tra i lunghi), che però non trovano il giusto complemento dagli americani che dovrebbero consentirle il salto di qualità. Rowland e soprattutto Fitch questa sera hanno steccato alla grande e non penso sia i giocatori adatti ad avere quel ruolo; apprezzabile invece la prestazione dello semi-sconosciuto Trammel Darden, ma anche lui, ahimè, non è in grado di fare molto da solo. Il girone favorevole può consentire senz’altro all’Unicaja il passaggio del turno, ma i vari Valters e soci poco potranno in Top 16.
Maurizio Musolino