A freddo, ritorno sulla qualificazione dell’Italbasket ai mondiali con due partite di anticipo. La vittoria per 84-85 in Georgia, con due triple di Spissu e una importante anche di Pippo Ricci. E quei 5 punti di Severini nell’ultimo minuto, è un giocatore di Tortona, come il club è una piacevole sorpresa.
L’Italbasket era sotto, ha recuperato, sembrava già sicura del successo poi una palla persa da Pajola e due liberi sbagliati dallo stesso playmaker della Virtus Bologna hanno lasciato 6” per l’azione finale al suo compagno di club Shengelia che non ha fatto in tempo a tirare.
Sarà il secondo mondiale di fila per gli azzurri, una delle 12 squadre europee, passerà poi anche la Spagna, dal nostro girone, e la finale sarà nelle Filippine, il 10 settembre 2023.
Gioisce anche un altro italiano, Luca Banchi, che ha qualificato la Lettonia per la prima volta ai mondiali e poi è stato ingaggiato dallo Strasburgo, in Francia. A Milano vinse lo scudetto del 2014, anche a Pesaro ha fatto bene.
Va sottolineato, peraltro, anche per l’Italia, che solo dal 2019 le squadre partecipanti sono 32, sino al 2015 erano 24 e anche per questo gli azzurri ne avevano saltati due in sequenza, ecco perchè a mio avviso si può anche moderare la festa. Questo, già con Sacchetti ct, che era uscito nella seconda fase.
Nella storia, dunque, l’Italbasket non ha partecipato ai primi 3 mondiali, poi 3 presenze, le prime due con Nello Paratore ct. Nel ’70 uno dei migliori piazzamenti, il quarto posto, con Giancarlo Primo. Che poi non si qualifica nel 1974, ma all’epoca erano 14 le partecipanti, meno della metà rispetto a oggi.
Quindi il quarto posto nel ’78, a Manila, capitale delle Filippine, sempre con Primo. Nell’82 la mancata qualificazione con Sandro Gamba, ma le qualificate erano appena 13. Il 6° posto dell’86 fu con Valerio Bianchini e il 9° del 1990 di nuovo con Gamba.
Azzurri assenti nel ’94, in una edizione a 16 squadre, e il ct era Ettore Messina. Il sesto posto del ’98 fu con Boscia Tanjevic. Di nuovo Italia non qualificata nel 2002, con Carlo Recalcati in panchina. Che guidò al 9° posto del 2006. Le assenze del 2010 e del 2014 furono con Simone Pianigiani e con 24 team in gara. Nel 2014, le europee erano 9. Fossero state 12 come in questa tornata magari l’Italia ce l’avrebbe fatta.
Sul Resto del Carlino, la scorsa settimana, e magari anche su La Nazione e Il Giorno – il Quotidiano Nazionale mette in comune le storie più importanti, mi ha colpito molto una intervista a Riccardo Pittis, con la sua voglia di farla finita:
“Mi sono fermato poco prima di pensare al gesto estremo – racconta –, perchè ho un amore infinito verso la vita. Avevo sbagliato investimenti nella ristorazione e poi nel settore immobiliare, fidandomi di persone sbagliate, ho rimesso oltre un milione. E’ la vergogna della sconfitta ad avermi fatto tremare”.
Adesso fa il mental coach, ha scritto il libro “Lasciatemi perdere”:
“Si dovrebbe andare in terapia per il disagio mentale, come si va dall’ortopedico”.
Parole che fanno pensare tanto, non solo chi, come me, soffre da sempre di ansia e depressione. E allora capisco anche un po’ di più il perchè, negli anni, Riccardo mi negava la sua storia, in video. Mai avrei pensato a un suo dopo carriera tanto amaro.