Prima di tutto mi corre l’obbligo di ringraziare, dopo 2 anni, direi, di collaborazione intensa, fatta di note vocali, di messaggi, di confronti anche accesi il direttore Fabrizio Noto per la libertà intellettuale che mi lascia.
Spesso non siamo in accordo, ci sono temi che io vedo sul campo, collateralmente a Reggio Emilia e che mi stanno a cuore e con i quali, magari, finisco con il mettere in difficoltà Fabrizio e anche, magari, questo bel portale di basket.
L’etica giornalistica, la libertà di stampa, ma possiamo usare termini più leggeri. La differenza fra le grandi firme super esperte e appassionate di pallacanestro e un libero pensatore, un censore, un giudice (penso a radio Rai2, all’alba, Caterpillar am, con il giudice Marco Ardemagni, piacentino, satirico) che a 51 anni e mezzo incrocia esperienze di calcio e basket, di volley e atletica, di nuoto e pallanuoto, di molti sport olimpici visti dagli impianti o studiati dalla tv o dai giornali, dove ha collaborato o meno. E le grandi interviste, improvvisate, naturalmente.
Le mie non sono provocazioni, sono considerazioni, confronti, di chi vive almeno 16 ore al giorno di giornalismo puro.
Scusandomi per le volte che ho messo in difficoltà Fabrizio Noto, accenno appena il tema che sviluppo in video al rientro da Ancona, dai campionati italiani indoor di atletica leggera. Dopo quanto riportato, alla Macron, per l’Italbasket e il nuovo sponsor tecnico della nazionale.
Ettore Messina è in difficoltà, a Milano, è l’unico tecnico direi del millennio ad avere resistito già 4 stagioni, fossi in Leo dell’Orco in estate lo saluterei, a prescindere dall’eventuale scudetto, salvo qualificazione impensabile, oggi, ai Playoffs di Euroleague che oggi riparte dopo la sosta.
Milano non è Reggio Emilia, non è una provinciale, Milano non necessariamente deve dare le chiavi della squadra, del roster, al miglior allenatore nella storia del nostro basket, a un grande personaggio che ha scritto di Olimpiadi sul Corriere della Sera, certamente dall’idea di Flavio Vanetti, avallata da Daniele Dallera.
Milano non può uscire così con Brescia, in Coppa Italia, nei quarti, e anche in supercoppa, in semifinale vs la Virtus Bologna, Milano non può perdere così tanto, in Eurolega, e l’allenatore non può dopo ogni sconfitta essere così indisponente nelle risposte ai giornalisti, nella flash interview di Eurolega come nella conferenza stampa post partita in campionato.
Da Ettore, che potrebbe tranquillamente guidare la federazione o la Lega, mi aspetto altro. Sul campo, la sconfitta a Torino nel preolimpico di Rio 2016 sancì la sua fallibilità. Meritava una panchina in Nba, non essere il vice di una grande franchigia come gli Spurs, esattamente come Scariolo ai Raptors.
Gli inviti a pranzo o a cena dei grandi giornalisti mi fanno ripensare a Claudio Pea, quando il giornalista veneziano era all’apice, su Il Giorno, i dopo partita con i campioni erano rituali e Pea li ha vissuti a Reggio Emilia, per anni, con il suo amico Massimiliano Menetti.
Che il tecnico manager inviti anche Giulia Cicchinè, la bellissima Cicchinè, su instagram, è accettabile, magari però potrebbe ampliare il fronte. Anche a chi scrive. Almeno, online.
Con l’ammirazione di sempre, caro Ettore. E con l’augurio di vederla ai playoffs in Champions, voglio chiamarla così, come fosse calcio, che solco dallo stadio in maniera più intensa, ma con l’augurio di vedere trionfare per lo scudetto tutte ma non Milano e Bologna. Perchè lo sport non sia solo dei più ricchi. Un saluto a Leo dell’Orco, di cui mi ha parlato Toni Cappellari, da casa sua, a Milano, direi con multa annessa, per vannizagnoli.it.