Dopo la sosta per le coppe nazionali, infausta per l’Olimpia, torna l’Eurolega e lo fa proponendo il Panathinaikos di scena al Forum di Assago.
Dopo l’ultima vittoria sulla Stella Rossa, l’Olimpia conserva ancora una minima speranza di playoff, raggiungibili vincendo tutte le partite rimaste; impresa ardua ma nemmeno impossibile, a patto di lasciarsi alle spalle la debacle di Torino e di tornare a giocare di squadra e come una squadra.
Onestamente questa partita contro i greci non mi ha dato dei grandi segnali in merito: difesa sempre ballerina e che non c’entra nulla con il sistema asfissiante che toglieva il fiato agli avversari degli scorsi anni e attacco invece sempre a sprazzi.
Quattro-cinque minuti di buon ritmo con conclusioni costruite di squadra ma anche dai singoli e senza forzare, alternati ad altrettanti minuti in cui la confusione regna sovrana, con palle perse banali che lanciano il contropiede altrui, pivot che palleggiano a 6 metri da canestro, piccoli che si infognano negli angoli….Insomma c’è da lavorare, e tanto.
In ottica playoff LBA bisogna assolutamente alzare la qualità del gioco e delle giocate che lo compongono. A Torino abbiamo visto che la lotta scudetto potrebbe coinvolgere altre squadre al di fuori delle due di Eurolega quindi, se non si vuole ripetere quel che successe nel 2019 o nel 2017, bisogna solidificare maggiormente la difesa e magari lasciare giocare certi tipi di quintetti in modo a loro più congeniale.
Così facendo si potrebbe recuperare Mitrou Long ad esempio, che in Italia da guastatore è un discreto lusso. E poi l’uso degli italiani, che a maggio saranno sempre fondamentali, a meno che Messina non voglia affrontare in 6+ Melli i playoff.
Oggi ad esempio abbiamo visto cosa può dare Tonut con tanti minuti e fiducia. Non crediate che avrebbe fatto lo stesso tipo di partita giocando 1/3 dei minuti e per di più mai consecutivi ma sempre con i dentro/fuori continui, ideali per non entrare mai nel mood della partita.
Vedremo nelle prossime se il coaching staff ha davvero cambiato strategia oppure se rimane abbarbicato sulle proprio posizioni con i propri dogmi imprescindibili ed inalterabili.
IL TABELLINO: OLIMPIA MILANO – PANATHINAIKOS 78 – 76
DIAMO I NUMERI
2 – i punticini racimolati da Naz Mitrou Long in 13 minuti, eppure l’ex Brescia mi è piaciuto stasera. Gioca sempre ad un passo a lui non congeniale, a volte sembra che si autolimiti e forse lo fa davvero. Ma sottolineo che non dev’essere facile essere accantonato nello sgabuzzino perché è arrivato Shabazz e farsi trovare pronto alla prima occasione. Lui l’ha fatto, bravo lui. E speriamo che il coach studi qualche quintetto da corsa per favorirlo un attimo, a giocare a 30 all’ora gli si ingolfa il motore….due sono anche i punti messi a segno da Voigtmann, ed anche per lui vale quasi lo stesso discorso. Mi è piaciuto particolarmente, per i passaggi illuminanti, per l’aiuto a rimbalzo e per la stoppata data in aiuto. Si sta ritrovando, potrebbe essere un bel jolly da qui a maggio.
3 – le perse di Shabazz Napier, il quale a sentire Messina ha giocato una buona partita con il tabellino che recita 16 punti e 5 assist. Personalmente declasserei il tutto ad appena sufficiente, dato che la gestione degli ultimi minuti è stata tragica e se il tuo ruolo sarebbe quello di play condottiero, non è esattamente il massimo della vita. A mio parere più che conoscere i compagni e le loro abitudini, Shabazz deve abituarsi agli avversari ed alle loro abitudini, nel senso che la pressione sulla palla in Eurolega è un altra cosa rispetto alle difese americane. E quando è pressato non deve rischiare perse banali ma nemmeno tenere ferma la palla ingaggiando duelli in palleggio. Poi lo vedo ancora troppo ciondolante con troppo poche accelerazioni….Ha tempo per migliorare, da lui passano molti dei destini nei playoff di Milano.
37 – il numero di Mateusz Ponitka. Partita pessima per lui, specie per l’atteggiamento difensivo irritante che ha avuto, roba non da lui. Vista la stagione fin qui di entrambi forse sarebbe stato meglio per Reggio Emilia tenerselo, probabilmente non sarebbe ultima in LBA ora. E forse per il polacco sarebbe stato meglio aiutare il Cincia a trascinare una squadra da co-leader, roba che gli riesce meglio che giocare in questo coacervo di giocatori dal non spiccato acume tattico (sono stato abbastanza elegante, o avrei dovuto scrivere un più diretto “somari cestistici”?)
5 – i falli commessi da Papagiannis, 3 dei quali con blocchi irregolari in serie….Ora, capisco la storia del draft come scienza esatta o meno, ma cosa diavolo ci abbiano visto i Kings per sceglierlo così in alto io boh….Per l’Europa non sarebbe nemmeno male come caratteristiche, anche se ha un QI cestistico troppo basso, ma per la NBA uno con quei piedi non ha diritto di cittadinanza, ed infatti….Comunque rileggendo le scelte di quell’annata di capisce come mica solo i Kings abbiano fatto scelte bizzarre. Bender alla 4 e Thon Maker alla 10 con Siakam alla 27 e Murray Dejounte alla 29 ad esempio, e che dire di Zubac alla 32? Visto adesso il confronto suo con il buon Pippaiannis (si scherza eh….) è impietoso. Curiosità: tanti italiani in quel draft con Cabarrot alla 24, Malachi Richardson alla 22, Onuaku alla 37, Michineau alla 39, Cordinier alla 44 e il buon Ben Bentil alla 51…Ripetiamo insieme, il draft non è una scienza esatta.
21 – ed a proposito di draft, sono i punti messi a segno dalla scelta n.2 del draft 2011. Un giocatore che non vorrei mai nella mia squadra se devo puntare a vincere qualcosa, un accumula cifre di prima categoria. E pensare che quando l’Olimpia fu indecisa tra Leday e lui e scelse giustamente il primo, in molti gridarono allo scandalo perché Derrick Williams era reduce da un ottima stagione (a livello statistico). A fine anno nessuno più la pensava allo stesso modo. E come Williams è così anche Bacon, talento capace di prendere fuoco per qualche minuto ma anche per una partita intera: ma che in una stagione non ti porterà da nessuna parte, stante atteggiamento difensivo, selezione di tiri e decision making in generale da G League, ad essere buoni. Certo che il gm del Pana a metterli insieme…Ce ne vuole di coraggio…
4 – i soli minuti in campo di Datome e Grigonis. Se per il primo è stata solo sfortuna con l’ennesimo guaio stagionale (distorsione forte alla caviglia, speriamo senza interessamento ai legamenti), per il secondo è una scelta del neo coach dei verdi che mi lascia perplesso. Al netto di qualche problema fisico non vedo come non possa trovare spazio un ottimo gregario come il lituano, che io vorrei sempre nelle mie squadre. Buon per noi…
16 – i punti segnati da Brandon Davies in appena 17 minuti. Non pochi, a questo livello, e tutti di ottima fattura. Alcuni movimenti che fa mi fanno proprio lustrare gli occhi, come ad esempio quella ricezione nel terzo quarto vicino a canestro mandando in tribuna stampa l’avversario usando una semplice finta di tiro, come si faceva 30 anni fa (Dino Meneghin era il maestro assoluto). Oppure con quella che Flavio Tranquillo ha paragonato ad un azione cara a Vlade Divac, nascondendo la palla per poi appoggiarla al tabellone senza saltare prendendo il tempo all’avversario…Azioni che mi riconciliano con la tecnica di base del gioco della pallacanestro, spesso sacrificata sull’altare dell’atletismo spinto (e delle infrazioni condonate, tipo lo step back con infrazioni di passi incorporata e mai fischiata). Grazie Brandon!
SALA STAMPA
Cristiano Garbin
@garbo75