ROMA – Primo pomeriggio a Roma. E’ solo di ieri la notizia che Datome, dopo l’ennesima brutta prestazione fuori dalle mura amiche, avesse riportato dei guai muscolari ed oggi, mentre attendi l’esito della TAC, t’arriva un’altra notizia che ti mette definitivamente al tappeto: Vlade Dasic è fuori rosa.
E perchè ? E per come ?
Il Vostro cerca di prendere informazioni. Come mai, come non mai, ma cosa potrà mai essere successo…Alla fine scopre che il Nostro, al secolo Vlade Dasic da Podgorica, Montenegro, ama spassarsela nei locali notturni, divertirsi insomma come fan tanti ragazzi della sua età e spesso in compagnia del fedele amico Nihad Dedovic, non messo fuori rosa anche lui perchè ora c’è una drammatica emergenza da gestire. Questo non sarebbe neanche un grosso problema se non fosse che il Nostro con l’Amico fa spesso tardi, molto tardi, diciamo un orario prossimo all’alba in locali molto ben frequentati a Roma, e che ciò accade con frequenza soprattutto prima delle gare in trasferta.
Ma pensa un pò, non sono proprio le gare in trasferta il tallone d’Achille della Virtus ACEA oggi e Lottomatica ieri? Un problema che non riuscì a risolvere Boniciolli (beh, lui qualche trasferta l’anno scorso la portò a casa), Filipovski (una sola vittoria contro la retrocessa Brindisi, amara consolazione e Playoffs persi, annessa licenza d’Eurolega !), ed oggi anche Lardo fa fatica a correggere, al punto che rilascia dichiarazioni post-partita a dir poco imbarazzanti riferendosi quasi mai alla partita bensì alla prestazione globale dei suoi, sempre priva di concentrazione, vivacità, reattività, voglia di vincere.
Ma per tornare a Dasic, molti sapevano che Vlade fosse una “testa matta”, che due anni fa il Real Madrid lo scartò anche per questo suo lato del carattere, una scommessa che quindi Roma ha voluto intraprendere e che purtroppo ha perso, rimettendoci però di sicuro una stagione, per l’altra aspettiamo maggio 2012 ma se le premesse sono queste, c’è poco da stare allegri.
Peccato per Dasic ma, soprattutto, peccato per Roma che perde un potenziale top player, l’ennesimo diremmo, per non averlo saputo o voluto gestire. L’elenco dei giocatori potenzialmente fenomenali arrivati a Roma ma poi scappati o allontanatisi è lunga, lunghissima per non far nascere più di un legittimo sospetto, e cioè di una struttura societaria impalpabile nel rapporto con una sezione essenziale di essa: i giocatori. Questo è un grosso, grosso, grosso problema che resta irrisolto, Riva o non Riva, Bonora o non Bonora.
Eppoi il pensiero scorre a dicembre. Mese “maledetto” in casa Virtus. Cominciò Repesa, dopo l’incredibile sconfitta di Ferrara, a mollar tutto nel 2008. Poi fu la volta di Gentile ad alzar bandiera bianca a ridosso di dicembre 2009 per Matteo Boniciolli, ingaggiato a ridosso di Natale 2009. E venne Boniciolli, che diede a sua volta addio a gennaio 2011, quindi sempre nel periodo delle feste comandate. Lardo oggi tocca ferro ma incontrare domenica una Scandone Avellino furibonda dopo l’incredibile esito di domenica contro Siena senza Dasic, senza Datome (a proposito: prognosi di 15 giorni per l’ala sarda), con un Dedovic in clima da separati in casa (compagno di Dasic come dicevamo nelle sue scorribande notturne), e con Maestranzi che forse non recupera….Beh, c’è poco da stare tranquilli.
Ma un dato stupisce, più di ogni altro: è mai possibile che da 3 anni a questa parte ci si accorge che qualcosa non va dopo che una discreta parte iniziale della stagione sia già andata a ramengo, leggasi alla voce Coppa Italia ? Ma soprattutto, è mai possibile che si ripete sempre lo stesso errore e si riparte da Natale con una nuova squadra, un nuovo assetto, un nuovo gioco forse….
Ma tornando al casus della giornata, scoprire adesso che Dasic e Dedovic andavano in giro a fare mattane per locali non è molto logico. Scoprire oggi che non difendono e che non creano spirito di gruppo se non quando vanno nei locali; scoprire sempre oggi che il primo sarebbe andato via ben volentieri da luglio e che il secondo non passa mai la sfera una volta in possesso, neanche sotto tortura; scoprire oggi che in trasferta non si danno da fare più di tanto….Via, sembra la solita vecchia e triste storia del nipotino furbo al cospetto del nonnetto rincretinito, messo all’erta da un altro nipote onesto e perbene.
Il tempo scorre, le cose mutano ma le vicende del basket che conta a Roma non cambiano mai.
Fabrizio Noto/FRED