Un percorso netto si direbbe nel golf per questa Italbasket Summer Edition 2023, cinque vittorie in altrettante gare di preparazione prima di trasvolare per le Indie (si sarebbe detto una volta), e debuttare nella FIBA World Cup 2023 giorno 25 agosto prossimo vs Angola a Manila nel Girone A.
Ma prima ci saranno altre due gare, in rapida sequenza, vs il Brasile domenica 20 agosto (ore 9:00 italiane), e lunedì 21 i Tall Blacks Neozelandesi (ore 11:30 italiane), nel torneo “Solidarity Cup“ in Cina e dopo l’approdo nelle Filippine.
Nel frattempo la squadra si gode alla grande queste cinque gare vinte in modalità differenti e mettendo in fila squadre di diverso lignaggio. Alcune sì apparse volenterose ma modeste come Cina e Porto Rico e dando la paga anche a squadre di caratura pari come Turchia e Grecia, quest’ultima a domicilio e vincendo l’Acropolis o potenzialmente superiori come la Serbia.
Roba insomma da far sgranare gli occhi e che non si vedeva da illo tempore specie se la paragoniamo al più recente e nefasto percorso del 2019 verso la Cina, una marcia di avvicinamento con diverse sconfitte e polemiche a tutto spiano salvo poi far vedere un buonissimo basket e subire un’eliminazione ai quarti per mano dei futuri campioni del mondo della Spagna tutto sommato per 3′ di gioco finali mal gestiti.
Che valenza quindi dare a queste belle, cinque vittorie? In parole povere pesano, sono importanti oppure, come nel 2019, valgono il tempo che trovano essendo in fin dei conti tutte le squadre dei cantieri aperti? La sensazione è che questa Italbasket versione 2023 giochi bene, parecchio bene.
Quindi, prende corpo in maniera netta l’ipotesi che queste cinque vittorie siano più il frutto del lavoro di una squadra molto ben presente a se stessa che non facilitate da grandi carenze altrui.
La banalità delle banalità recita che “vincere aiuta a vincere” ma aldilà di tutto, queste cinque gare hanno messo insieme tante indicazioni in linea di massima positive e ben auguranti per il proscenio mondiale nel quale, purtroppo tocca ricordarlo, l’Italbasket ha fatto di solito buone comparsate ma niente di più registrando appena due quarti posti nel ’70 e nel ’78…
Come sono andati i 12 Azzurri?
Subito dopo il DatHome Day di domenica 13 agosto a Ravenna, match nel quale l’Italbasket ha letteralmente stritolato Porto Rico facendola apparire quasi una squadra di lignaggio inferiore, è stato ufficializzato il roster che giovedì 17 agosto salirà sull’areo per Manila. Ma come si avvicinano al Mondiale gli Azzurri? Molte certezze ma anche tre gradevolissime sorprese, andiamo nel dettaglio.
#0 Marco Spissu: è sempre lui The Man di coach Pozzecco, quello che accende la luce nel gioco Azzurro e sovente quello che lo conclude con quel suo tiro da tre sul quale ha costruito la sua carriera tra lo scetticismo totale dei super-addetti ai lavori (della serie “se sei sardo e non sei alto almeno 190 cm. non puoi arrivare in Nazionale”). Reduce da un’annata poco significativa nella Reyer, MiniSpi ha fatto rullare il suo motore e, se ne conosciamo appena appena l’indole isolana mai doma, potrebbe ripetere lo straordinario Europeo dello scorso anno per dimostrare che proprio lui non sia lì per caso! Punto fermo.
#7 Stefano Tonut: per lui coach Pozzecco ha ritagliato un ruolo molto speciale e di grande rilievo strategico nel roster, quello cioè di fare da Instant Team, incollandosi cioè sull’attaccante più pericoloso avversario e limitarlo. E Stefano, anche lui reduce da un’annata non proprio esaltante caratterizzata da diversi guai fisici ed incompresioni messiniane ma con un tricolore in bacheca ha risposto “presente”, disputando delle gare di notevole impatto mentale e fisico, senza disdegnare le sue doti da realizzatore e contropiedista, il che non guasta! In crescita.
#9 Nicolò Melli: c’è veramente poco da dire per il vero leader, il pilastro di questa Italbasket versione 2023. La sua caratura è ormai riconosciuta in tutta Europa per un ragazzo che forse avrebbe meritato maggiore spazio in NBA. Ma a noi non dispiace affatto che sia tornato in Italia e nell’Olimpia Milano perchè specialmente in Azzurro sta facendo rivivere, con le dovutissime proporzioni, il mito di Dino Meneghin per l’analogia e la familiarità con il quale esegue i compiti assegnatigli nei pressi del ferro e da post basso specie in attacco. Certo, si diversifica dal Grande Dino per la capacità che ha di mettere triple ma la sua strabordante leadership lo rende suo degno emulo. Irrinunciabile.
#13 Simone Fontecchio: è sbalorditivo come questo ragazzo abbia notevolmente aumentato la capacità di far male agli avversari in questi ultimi due anni, da Tokyo a Berlino sempre in costante crescita ma, più che altro, costante come certezza per l’Italbasket pozzecchiana. Unico NBA presente in squadra, Simone Fontecchio è adesso la prima punta designata in attacco e lo spauracchio per chiunque gli scenda contro in campo perchè, anche in queste gare, ha fatto vedere di non essere nemmeno in difficoltà mentalmente per questo peso che gli è stato cucito addosso. Top Scorer.
#17 Giampaolo Ricci: il classico brutto anatroccolo che adesso è diventato un cigno. Ma, sia chiaro, non perchè sia esteticamente il non plus ultra bensì perchè la sua presenza in campo da 6° uomo ormai cambia le partite di questa Italbasket, specie se si trova nelle secche. Certo, a volte commette qualche errore in difesa per puro spirito combattivo ed eccesso di foga ma in pochi forse comprendono che Pippo è lì e, guarda caso, vince da tre anni lo scudetto con due maglie diverse proprio perchè questo suo modo di giocare, tra l’altro arricchito con l’ormai letale gancetto sinistro, la capacità di farsi sentire vicino ai ferri ed un buon tiro da fuori, è redditizio alla massima potenza. Essenziale.
#18 Matteo Spagnolo: una delle tre belle sorprese di questa Italbasket 2023. Personalmente per chi vi scrive non è una sorpresa avendone visto, dal suo esordio alla Stella Azzurra in Serie B a 14 anni, l’evoluzione tecnico-atletico che lo ha portato adesso quì e che la prossima stagione lo vedrà indossare la maglia dell’Alba Berlino in Euroleague. Ci fosse stato disponibile Nico Mannion o se si fosse naturalizzato Darius Thompson forse non ci sarebbe stato ma la sua presenza nel roster non è certamente per grazia ricevuta! Ok, deve ancora maturare fisicamente essendo ancora un ragazzo di 20 anni ma dovrebbe far riflettere e parecchio come sia stato quasi ignorato dalle squadre italiane di vertice, su logica e dinamiche del nostro modo di fare basket da diversi anni a questa parte ed aldilà che lui sia di proprietà del Real Madrid. Diamante puro da sgrezzare un pò (ma non più di tanto), potrebbe essere lui la grande, grandissima sorpresa di questo Mondiale? Luccicante.
#33 Achille Polonara: Il Pupazzo33, fantastico nickname sui social che ne fa trasparire autoironia ed un’intelligenza fuori dall’ordinario, appartiene ormai di diritto al novero di quei giocatori che in Azzurro appaiono a volte poco, quasi silente ma che alla fine risultano basilari lasciando un segno indelebile. Mai fidarsi se lo si vede in certe gare come fosse sparito dal campo perchè poi ti piazza una bomba da lontanissimo o raccoglie quel rimbalzo che può determinare la gara. Dotato di personalità a fiumi in campo a volte è l’arma in più, quella anti-convenzionale, quella che le squadre avversarie faticano ad arginare quando viene innescata. Arma tattica.
#35 Mouhamet Diouf: Momo non è più il ragazzino del settore giovanile della Pallacanestro Reggiana e lo ha fatto vedere in queste cinque gare conquistandosi come seconda sorpresa (perchè molti avrebbero scommesso su Willie Caruso), un posto per Manila. Non sappiamo se avrà spazio nella prima fase sebbene avversarie come Angola, Repubblica Dominicana e Filippine non appaiono terribili ma non ci stupiremmo se Il Poz lo buttasse nella mischia per avere, in certe fasi del match, centimetri e chili a difesa del ferro Azzurro, e non solo. C’è ancora da lavorare su come possa migliorare l’esecuzione tecnica di alcuni movimenti ma, secondo chi vi scrive, se dovesse scendere in campo state certi che sputerà sangue per dare ragione a chi gli ha dato fiducia. Bella speranza.
#40 Luca Severini: altro giocatore che chi vi scrive ha potuto seguirne l’evoluzione dai primi passi cestistici: dal vivaio della Virtus Siena a questa consacrazione in maglia Italbasket passando attraverso una lenta ma importante maturazione tra Pistoia, Junior Casale, Treviso e Derthona. Non più giovanissimo ma in queste due ultime stagioni si è segnalato per numeri (42% da tre in stagione) ed efficacia, è duttilissimo su i due fronti del gioco nonostante non sempre appaia un granchè. Eppoi Luca è quel giocatore che potrebbe veramente regalare delle soddisfazioni inaspettate perchè ha sudato tanto per essere quì e non ne vuol sapere di mollare! Magari pecca di cattiveria agonistica, magari, ma compensa con spirito di sacrificio e dedizione. Utilissimo.
#50 Gabriele Procida: la terza, bella sorpresa (relativa…) di questa Italbasket del Poz. Un predestinato che, nella pallacanestro di oggi dove contano doti atletiche e fisiche oltre che tecniche, vanta gran bei numeri per sedersi al tavolo dei grandi, doti rilevate fin da quando lo si vide veleggiare nei FIBA Europe U18M del 2019. Come Spagnolo, che ritroverà in autunno all’Alba Berlino (qualcuno ci spieghi il perchè, please, anche se qualche sospetto ce lo abbiamo sulle motivazioni), ma con un anno in più, Gabriele sarà determinante perchè, oltre agli zompi vicino alle zone pitturate, lavora duro in difesa e recupera molti palloni grazie alle sue leve superiori lunghissime. In più, sta perfezionando con lavoro e sacrifico un gran bel tiro da tre il che lo renderebbe poco digeribile per le difese avversarie. Atleticamente superiore.
#54 Alessandro Pajola: che Il Poz ami il gioco offensivo è risaputo ma pochi, forse, sanno che sia ben consapevole che le partite si vincano in difesa. E sotto questa lente d’ingrandimento Ale Pajola è un pezzo pregiato della premiata ditta difensiva versione Italbasket 2023 il quale, insieme a Melli, Tonut, Polonara, Ricci e Procida può veramente far passare brutti quarti d’ora a chiunque. Secondo alcuni Ale dovrebbe partire titolare se migliorasse la sua produzione in termini di punti ma lui ed Il Poz se ne fregano e vanno avanti così, con lui da 2° playmaker designato convinti che tutto vada bene così. Dinamo.
#70 Luigi Datome: è un vero peccato che questo Campione, con la “C” maiuscola, non abbia raccolto in maglia Italbasket quanto avrebbe meritato nella sua carriera nella quale ha raccolto prebende e guarentigie tranne, appunto in Azzurro. Tanta malinconia nel non vederlo più in campo a breve dopo questa esperienza a Manila, nel pensare come sia stato spesso condizionato da acciacchi e malanni negli Europei e nei Mondiali come per dire che “se la fortuna è cieca…”. Ma siamo certi che lui sia sereno, molto sereno lo stesso perchè ha dato, e molto, alla Maglia Azzurra senza ri-avere nulla in cambio ed a volte le cose vanno proprio così, senza una spiegazione apparentemente plausibile. Standing ovation per lui e…Attenzione, perchè proprio in questo Mondiale potrebbe fare il colpo gobbo…Capitano.
E lo staff tecnico??
Andatevi a rileggere le parole di Gianmarco Pozzecco rilasciate nei giorni scorsi. Ha parlato di “giocare un basket diverso” ed in pochi ne han capito il vero senso di queste sue parole:
“Puntiamo sulla collaborazione. Giocare con il cuore significa esplorare il talento e la personalità: da qui nasce il sentimento di prendere le cose a cuore, anche fuori dalla palestra”.
Poi, succede al sottoscritto d’imbucarsi oggi ad un allenamento al Centro “Giulio Onesti” e, stando lì, in silenzio, osservi che effettivamente l’atmosfera che si respira sia decisamente qualcosa di raramente visto in passato. Charlie Recalcati a seguire da padre amorevole i disegni sul campo fatti dai ragazzi; Edoardo Casalone, Federico Fucà e Riccardo Fois a strillare ed incoraggiare l’esecuzione del lavoro; Beppe Poeta a partecipare attivamente il tutto con impegno e sorriso…
Non ho mai nascosto che, malgrado la stima e l’ammirazione per Romeo Sacchetti sia sempre stata elevatissima, l’arrivo del Poz avesse mitigato questa delusione nel vedere Meo andar via. Ma non nego nemmeno l’enorme, quasi pari ammirazione che nutro per Gianmarco Pozzecco e che forse mi faccio condizionare da questo nell’elaborare un parere molto distaccato.
Tuttavia, specialmente dopo aver visto dal vivo una sessione di allenamento, non mi stupirei affatto se questa Italbasket 2023 pozzecchiana sorprendesse il sottoscritto, Voi, tutto il mondo del basket nel senso letterale del termine anche dopo queste cinque gare e chissà, forse le prossime due amichevoli prima del debutto. Lo spero davvero di cuore, come quello citato dal Poz ed i sogni, chissà, a volte possono anche avverarsi.
Fabrizio Noto/FRED
@Fabernoto