Roma, 11 gennaio 2012 – Ha ragione Luca Dalmonte forse, quando dice che allenare una squadra di basket è veramente una cosa da bastardi.
Se infatti il tiro in arretramento, alla Vince Carter tanto per intenderci, sferrato da Uros Slokar all’ultimo respiro prima dell’ultima sirena sul punteggio di 62 pari, fosse entrato dopo aver compiuto più di un giro all’interno del ferro per poi uscire maligno e beffardo spedendo i duellanti all’overtime, molto probabilmente avremmo scritto di una Roma brutta come Pesaro, se non forse peggio di Pesaro ma comunque meritevole di portare a casa l’intera posta.
Ed invece quel pallone irriverente ed infido non è entrato, la gara si è quindi allungata al supplementare, l’ennesima gara della stagione per Roma ed addirittura la terza in casa conclusosi con un altra cocente sconfitta (contro Varese, Avellino ed oggi Pesaro), ed alla fine Pesaro ha archiviato la pratica con la forza di chi riesce a dominare cuore e cervello, ad essere più fredda e cinica nei momenti topici della gara, senza arrendersi alla brutta serata del tiro da fuori od all’orripilante sequela di possessi gettati al vento (saranno 24 alla fine del match per la Vuelle, un abominio autentico contro le “sole” 18 di Roma), e poggiandosi sulle possenti spalle di Tautvydas Lydeka e Richard Hickman, autentici mattatori sia del supplementare che dei 5 minuti finali dell’ultimo periodo, ha fatto proprio un match brutto a vedersi ma dal sapore buono come il pane. Senza però dimenticare il James White che ha letteralmente tenuto a galla i suoi per grandissima parte della sfida, evitando alla Scavolini una morte prematura per assideramento dovuta alla carenza di calore da punti non segnati a referto.
Una Scavolini Siviglia irriconoscibile, sfasata, neanche la lontana parente della squadra ammirata nel posticipo di 3 giorni fa all’Adriatic Arena domare Bologna ma dura come il granito questa sera: mai morta, mai doma, nemmeno quando l’ACEA ha profuso il massimo sforzo su entrambi i lati del campo per cercare di scrollarsi di dosso queste piume incollate con la pece palesatesi come White, Hickman e Lydeka. Un compito improbo se poi si considera il dover fare a meno del quasi-assente non giustificato Daniel Hackett (-5 per lui alla fine della partita, una serata da dimenticare in tutti i sensi), e di un Cavaliero come al solito capace di grandi giocate ma subito dopo autore di autentiche castronate, e con un Jumaine Jones da 1/5 dalla lunga ma capace però di arpionare ben 13 rimbalzi.
I rimbalzi, infatti. Nel computo finale dicono impietosamente 29 per Roma e ben 43, ripeto, 43 per Pesaro la quale ha sopperito molto più che egregiamente all’assenza di Cusin buttando vicino al ferro una grinta ed un cuore senza eguali, con Lydeka che ne conta 11 (di cui 5 offensivi), ed i 10 di White. Più rimbalzi significa più possessi, più possessi significa maggiore fiducia e controllo in una serata che non la metti dentro nemmeno a canestro triplicato nelle sue dimensioni, significa che l’avversario s’abbatte se non riesce a scrollarsi di dosso la tua ombra mentre il tempo passa.
Se poi l’avversario si chiama ACEA Virtus Roma, un concentrato di discreta capacità tecnica ma di poca lucidità a corrente continua, allora le speranze di portare a casa l’intera posta diventa sempre più convincente possesso dopo possesso. Roma ha perso l’ennesima sfida casalinga all‘overtime perchè, dal canto suo, pur contando su di uno Slokar motivato dopo la bella prova di Casale e del solito Kakiouzis (MVP per i suoi con 19 punti), ha trascinato la gara senza mai darle una scossa decisa, senza crederci fino in fondo, senza mai strappare l’allungo che avrebbe ucciso la gara. La squadra di Lardo è apparsa sazia, quasi a tratti compiaciuta di se stessa nel primo periodo invece di premere sull’accelleratore ed intimorire Pesaro come accaduto contro Venezia il 30 dicembre scorso. Lentamente la partita è scivolata in un brutto gioco a chi sbagliava di più, a chi tirava peggio, favorendo alla fine la meno ispirata delle due ma quella perfettamente più a proprio agio in un clima come quello che poi s’apprestava a respirare al Pala Tiziano.
Tre indizi fanno una prova, recita chi ama la letteratura gialla, per Roma siamo ormai alla quinta sconfitta al supplementare e per giunta la quarta nella propria tana, il caso è un fattore abbondantemente da non considerare per questa Virtus Roma edizione 2011-12.
Difesa poco cattiva e poco continua. Osservate Tucker su White nei primi minuti di gara, un uomo disperato che perde il suo avversario di continuo. Quando poi se ne occupa Dedovic qualcosa migliora ma la lentezza fisiologica dei due lunghi non facilita il compito di chiudere l’area a dovere. Ok, White è sempre White ma occorre farlo anche nei minuti finali quando invece Lydeka e Hickman han quasi rievocato lo storico “Stockton to Malone!“.
Una prova scadente nella sua globalità quella della Virtus Roma, scadente anche nei singoli.
Evanescente Maestranzi; confusionario e forse troppo “narciso” Dedovic nonostante i 13 punti di fatturato si becca un bel 3 in valutazione; in crisi fisica Mordente che sta pagando ora la preparazione non fatta questa estate; volenteroso ma poco freddo Gordic autore comunque di qualche pregevole canestro in penetrazione; al pari di Hackett, assente ingiustificato sulla sponda avversa, ecco Andrea Crosariol: incapace di dare continuità alle sue prestazioni, sovrastato per temperamento e voglia di “picchiare” dall’ex-centro di Cantù Lydeka; infine Tucker con il suo apporto sostanzioso ma che rischia spesso di essere vanificato da una vena difensiva insufficiente, peccato mortale se si accomuna questo sua scarsa attitudine al resto della squadra.
Niente Final Eight quindi per l’Urbe per il terzo anno di fila ma, a vedere bene la classifica, sarebbe il caso di non abbassare la guardia, il baratro non è poi così lontano e se non vinci gare come queste dove la bella Pesaro delle ultime sfide vinte a Siena e contro Bologna sembra una copia opaca dell’originale, preoccuparsi è il minimo. Onore di contro a Dalmonte ed ai suoi ragazzi, uomini veri che han reagito alla grande contro tutto e forse anche contro più di tutti, una grande reazione di campo, di testa, di cuore.
Si parte, Datome e Cusin al pino per i noti problemi fisici e Lardo lancia un Tonolli che s’appiccica a Jones partendo in quintetto mentre Dedovic è affidato alle cure di Hackett, Tucker prende White ma non sembra inizialmente dannarsi l’anima più di tanto per contenerlo. L’inizio è molle come un budino, difese poco attente ma pochi punti, molti passaggi poco precisi, diversi errori al tiro. White è il più preciso e sveglio dei dieci in campo, sul 7-9 per la Vuelle al 5° ben 6 punti sono i suoi attaccando il ferro. Dedovic abusa un pò troppo del tiro da fuori dopo il 2/2 dalla lunga in quel di Casale ma è tutta Roma che sembra attaccare fuori ritmo, allora Lardo si mette a zona. Pesaro, che non brilla affatto come gli avversari in fase di possesso, fatica abbastanza in area nonostante Lydeka si da un gran da fare, l’assenza di Cusin pesa eccome. Slokar fa gioco da 3 punti, 14-11 all’8° ma Cavaliero risponde da 3, Lardo chiama tempo ma al rientro è Pesaro che riparte meglio con il solito White (10 punti nel quarto), ora marcato un pò meglio da Dedovic, ed Hickman. Finisce il periodo con Roma che chiude sotto il par di due, 18-20 grazie ad una magata di Kakiouzis.
Al rientro in campo Roma insiste nel pick&roll centrale per mettere in crisi Pesaro, l’assenza di Cusin deve essere sfruttata, ma la palla circola non sempre al meglio. Comunque mini-parziale dell’Urbe, 5-0 ed al 12° l’ACEA è avanti 23-20 grazie ad una tripla di Gordic. La Scavolini non attacca il ferro più di tanto adesso, s’accontenta di tirare da fuori però ha le polveri bagnate ed il punteggio lo muove solo con due liberi di Hackett. L’intensità non è alle stelle ma la Virtus è già al quinto fallo di squadra al 15°, strano ma vero, contro i soli due degli avversari e questo fattore aiuta gli ospiti i quali, complici anche due errori, uno al tiro e l’altro di possesso di Mordente, tentano l’allungo al 16°, 25-29 costringendo Lardo ad interrompere il gioco: poca convinzione negli occhi dei suoi, qualche leziosità di troppo, discreto maltrattamento del cuoio, scelte di tiro non proprio felici, ma siamo sicuri che le vittorie esterne facciano bene a questa squadra? Si rimette piede in campo e l’ACEA è ancora in confusione, schierandosi a zona concede addirittura due extra-possessi alla Vuelle con relativo canestro da sotto di Lydeka! Ma la Scavolini non ne approfitta più di tanto, Jones sparacchia a salve da fuori e la Virtus ricuce un pò lo strappo, 29-31 al 18° con Dalmonte che deve chiamare tempo. White, sempre lui, sigla ancora per i suoi ma subito dopo Kakiouzis si riprende la scena, 6 punti in un amen e Roma ritorna sopra, 35-33. I padroni di casa sembrano essere tornati in partita, Pesaro continua a sbagliare al tiro ma un errore madornale di Maestranzi sulla rimessa in gioco a 2 secondi dalla fine manda a canestro, uno contro nessuno, indovinate chi ? James “The Flight” White che inchioda, trancia il cotone quasi dalla violenza con cui schiaccia a canestro, si va a riposo in parità, 35-35, con un Lardo a dir poco arrabbiato con il suo play reo di un errore veramente incredibile da vedere a questi livelli. White chiude la prima frazione con un eloquente 21 di valutazione, fate voi !?!?
Al rientro all’intervallo lungo s’attende la Scavolini che in questo Torneo vanta il miglior “terzo periodo” fra tutte le contendenti. Però all’inizio del quarto Pesaro non sembra affatto essere la Regina dei terzi periodi, anzi. Dalmonte è costretto a fermare subito il cronometro dopo un 6-0 di Roma e l’ennesima persa in attacco al 23°, questa volta di Hackett. Comunque la scossa in casa biancorossa c’è, seppur lieve, complice Crosariol che continua a far banchettare in area un motivatissimo Lydeka ed un Dedovic che proprio non riesce a ripetere la bella prova di Casale. Il centro lituano fa 5 punti e rieccoci a contatto, 41-40 al 26°. Niente, poco spettacolo anzi, decisamente una sequela di errori imbarazzanti soprattutto sponda Roma adesso. E così Jones, silente o quasi per tutta la gara, la mette da 3, Pesaro di nuovo sopra 41-43 al 27°. Lardo è sfiduciato, una prova così incolore non se l’aspettava proprio dopo domenica scorsa. Non viene convalidato un canestro a Maestranzi, a giudizio di Pinto, giunto dopo il fischio della sirena, il livello della sfida è scarso, non c’è che dire: punteggio basso, palle perse a iosa, arbitraggio adattato alla bisogna. Per fortuna di Roma che c’è Gordic che impatta di nuovo il punteggio in penetrazione, 45-45 e ci si ferma di nuovo, l’ultimo quarto sarà decisivo.
Dedovic la mette da fuori assieme a Kakiouzis subito, l’Urbe tenta l’allungo anche perchè Pesaro continua nella “Sagra delle palle perse”, anche Jones s’iscrive al club. Si segna con il contagocce, Hackett manda alle ortiche il contropiede del pareggio facendo passi di partenza, un suo classico. Maestranzi da 3, il Pala Tiziano esulta, 52-47 al 34° ma subito dopo la difesa di casa si “perde” Hickman che appoggia al ferro in beata solitudine. Replay subito dopo dello stesso play pesarese ed ancora dopo, su di una persa sanguinosa di Tonolli, la Scavolini va avanti ancora, 52-53. Rientra Slokar, fermo per 4 falli in panca, e si rende protagonista: due canestri e difesa forte su Lydeka. Hickman adesso è la luce di Pesaro, tripla ed ancora pari, 58-58 al 38° ma Tucker va di tripla pure lui mentre Cavaliero ne perde un’altra (la quinta della serata…), Dedovic invece di schiacciare e di portarsi a casa il ferro fa fare un figurone, meritato, a Jones che lo inchioda, Lydeka riporta di nuovo i suoi sotto: 61-60 a 53″ dalla fine e possesso Roma dalla lunetta. Tucker ne mette solo una e Lydeka, ancora lui, cattura l’ennesimo rimbalzo in attacco subendo fallo, parità sul 62-62 a 24″. Tucker sul ferro, Jones prende il rimbalzo ma si fa strappare la palla e la sfera termina a Slokar il quale, alla Datome, tira in allontanamento. La palla entra…Fa un giro sul ferro….Poi esce, tra la disperazione dei tifosi romani! Ancora supplementare.
Lydeka, rebus irrisolto da Roma, segna subito al rientro in campo ma Dedovic, con spazio, la mette da 3, 65-64 al 42°. Ma è sempre il centro lituano, immarcabile, a metterla dentro e dopo che Roma perde possesso per una buona difesa di Jones su Kakiouzis (e tripla precedentemente del greco sputata dal ferro), Hickman la mette lui nel cotone dalla lunga, 65-70 al 43°. Tucker da due ma Roma balla troppo in difesa sul pick&roll centrale anche questa sera e Lydeka ne approfitta, bravissimo con Hickman che lo serve con palloni solo da depositare al ferro. Roma però rientra con due liberi di Tucker ma, come al solito negli overtimes, perde lucidità nel finale con lo schema “Tucker, pensaci tu”, e la Scavolini non perdona con un ottimo Hickman che chiude con ampio merito sul 73-77.
Sala Stampa
Luca Dalmonte
Sapete qual’è la verità? Che il nostro è il mestiere più bastardo del mondo perchè se Slokar fa canestro con quella prodezza, stiamo a parlare di un altra storia. Adesso non voglio fare il tipo furbo, dico solo che abbiamo fatto tutto bene, con coraggio, non abbiamo rubato nulla e faccio i complimenti alla squadra per la freddezza con cui si è messa a giocare con la testa, senza perdere mai fiducia nonostante gli errori commessi. Abbiamo avuto cuore e testa e di questo sono orgoglioso. Inoltre questi ragazzi sono da elogiare per come stanno assieme, per come stanno in campo, la foto della squadra è Jones che si tuffa a 33 anni suonati per prendere una palla per la squadra, e la squadra fa il suo ruolo sfruttando la sua palla al meglio. E’ bello vedere una squadra moralmente unita e solida, coesa. Abbiamo sbagliato tanti tiri, abbiamo perso molto ritmo o non siamo riusciti proprio a trovarlo il ritmo, sicuramente abbiamo subito pressione anche perchè Roma ci ha portato lei fuori partita. Avremmo dovuto essere più calmi leggendo meglio le situazioni, è vero ma mi è piaciuta la disponibilità di tutti verso tutti e questo significa essere una squadra. Poi se segna Slokar, ripeto, parliamo di un’altra gara ma credo che aldilà di tutto abbiamo meritato avendo più presenza nel supplementare. L’assenza di Cusin ha dato una scossa, abbiamo preso tanti rimbalzi (43 vs 29, ndr), ed oggi avevamo quella fiducia e quella stima che abbiamo costruito nelle due gare vinte precedentemente, quelle contro Siena e Bologna. Ora cosa succede? Niente, se vogliamo essere una squadra ambiziosa dobbiamo pensare a Casale tra 4 giorni in casa, essere ambiziosi è bello ma la presunzione è l’inizio della fine. Dopo questa vittoria di sudore e fatica mentale potremmo essere proiettati verso traguardi ambiziosi ma noi dobbiamo restare con i piedi per terra.
Lino Lardo
Speravamo di non andare ai supplementari….Non ci sta perdere 4 partire in casa, questa squadra deve mordere 40 minuti, se non lo facciamo si soffre, non c’è niente da fare, poi sarà vero che si devono sistemare mille cose: maggiore lucidità, le palle perse….Ma se non capiamo che dobbiamo mordere per tutti i 40 minuti, diventa un campionato difficilissimo per noi. Purtroppo, dopo che abbiamo avuto un sussulto come a Casale come in passato, segnamo il passo. Ci manca sempre qualcosa, dobbiamo avere più fame e questi ragazzi devono avere più fame, più concentrazione, più voglia, non sono soddisfatto di certi atteggiamenti. E’ vero che il campionato è così equilibrato e la differenza in una gara, come per noi domenica scorsa, è la palla che entra o esce all’ultimo tiro ma se non hai voglia di mordere, se non hai fame non vinci. Chi ce l’ha va avanti, chi no resta a casa. Le chances della Coppa Italia le abbiamo buttate, ora non ci resta che il girone di ritorno. Saremo molto attenti perchè dobbiamo prenderci uno degli 8 posti per i Playoffs. La difesa ? A mio avviso non abbiamo subito così tanto sul P&R ma non voglio mettere il peso sui nostri pivot che sono poco dinamici, oggi abbiamo subito troppo dall’inizio e dovevamo aggredirli di più come abbiamo fatto al terzo periodo ed in parte nel quarto periodo. Stiamo lavorando sul completamento del roster, qualcosa ci manca, spero tanto si possa mettere un correttivo.
ACEA Virtus Roma – Scavolini Siviglia Pesaro 73-77 dts
Parziali: 18-20; 17-15; 10-10; 17-17; 11-15
Progressione: 18-20; 35-35; 45-45; 62-62; 73-77
MVP: Lydeka. Un bel 27 di valutazione in tripla doppia: 18 punti, 11 rimbalzi ed appunto 27 di valutazione ma soprattutto, assieme ad Hickman (“solo” doppia doppia per lui con 20 punti e 13 di valutazione), la cosa giusta al momento giusto e nelle fasi giuste, senza dimenticare The Flight…..Con un tripla doppia pure per lui: 30 di valutazione, 22 punti, 10 rimbalzi.
WVP: Andrea Crosariol sconcerta a volte. Salta sempre a rimbalzo con una sola mano, non fa mai tagliafuori fidandosi sempre dei suoi centimetri e quando non incide in attacco e si trova al cospetto di un cazzutissimo Lydeka scompare, come tante altre volte in passato. Male anche Maestranzi e Dedovic, appena 3 di valutazione come per Crosariol.
Fabrizio Noto/FRED