E’ arrivato nel pomeriggio, e in meno di due ore Fabrizio Frates si è incontrato con il Presidente Martinelli, ha effettuato una riunione tecnica con gli assistenti Palumbi e Oldoini, e infine ha risposto alle domande dei giornalisti che lo attendevano in sala stampa. Quindi, alle 17.45 ha cominciato a condurre il suo primo allenamento da allenatore della Fortitudo. “Sono arrivato a casa ieri in tarda serata, ho appoggiato la valigia ed oggi sono qua. Appena mi sarò sistemato porterò qui la mia famiglia, che ho visto veramente pochissimo da inizio giugno ad oggi”. Nello sguardo si coglie l’entusiasmo e la voglia di tuffarsi in questa avventura. “Procederemo su due piani paralleli, il primo sarà quello di lavorare sulla condizione fisica dei giocatori, in particolar modo di chi come Bluthenthal o Ress deve recuperare, ed il secondo sarà quello di cominciare a costruire una nostra identità tecnica. Non facilitata dal fatto di dover inserire in tempi diversi i vari giocatori, da domani i due americani mentre Mancinelli e Belinelli saranno a riposo fino a lunedì e Janicenoks arriverà solo a metà settembre. Dovremo metterci insieme, una squadra completamente rinnovata a partire dall’allenatore, e cercare il feeling giusto, quello da trasferire poi sul parquet”. Subito la domanda sulla situazione di Belinelli, per lui. “Dico una cosa molto ovvia, spero di averlo ed allo stesso tempo sono pronto ad accettare qualsiasi decisione della Società. E’ un giocatore importante, un ragazzo giovane che può fare ancora tanti progressi, la mia speranza di allenarlo è legittima. Ma da dipendente seguirò sempre gli interessi della Società, con la convinzione che in tutti i modi avremo una squadra competitiva. E’ indubbio che averlo o non averlo cambia gli equilibri e l’identità da trovare, ma credo nella competitività di questa squadra a priori. E, sono sincero, nel mese trascorso insieme non sono mai voluto andare sull’argomento. Ho voluto che Mancinelli e Belinelli, che erano lì come giocatori della Nazionale, mi vedessero come l’assistente allenatore della Nazionale e non l’allenatore della Fortitudo. Ora, passati i quattro-cinque meritatissimi giorni di vacanza, parleremo di tutto quello che riguarda la prossima stagione”. La prima impressione è quella di una squadra dall’enorme talento offensivo… “Mi piace molto, non lo nascondo. Sono arrivato a squadra praticamente finita, mancava Edney ma il Presidente mi disse subito che quella era la scelta su cui stava lavorando. Secondo me è una squadra molto stimolante, molto giovane, con giocatori che possono fare dei grandi progressi. E dunque con le caratteristiche che più mi piacciono, quelle di poter fare progredire i giocatori. Con Martinelli ci siamo conosciuti e visti soltanto un paio di volte, ma sono sincero: la cosa che più mi ha colpito è che a differenza da tutte le altre situazioni passate, qui c’è un Presidente operativo che fa mercato e trattative in prima persona, quindi con un contatto diretto con l’allenatore anziché con l’intercapedine del General Manager come solitamente mi capitava”. C’è la curiosità, anche sua, di scoprire uno per uno giocatori e squadra, ora. “Thomas è senza dubbio quello più da scoprire, ma gli stessi Bluthenthal e Shumpert non li ho mai allenati, mentre gli italiani li conosco direi tutti molto bene. Non vedo l’ora di fare conoscenza col gruppo sul campo, sì. Con quali obiettivi? Gli stessi tracciati dal Presidente fin dal suo arrivo, non credo che la Fortitudo possa pensarne altri: è una squadra di prima fascia, che punta a giocare per vincere lo scudetto e fare il massimo in Eurolega. C’è una società, uno staff tecnico ed una squadra pressoché completamente nuovi. Si riparte con un nuovo progetto, ma per quanto difficile per ripetere i migliori risultati”. Infine, il derby. “Non ci ho ancora pensato, ma è una di quelle partite che vedendole da fuori ti danno sempre voglia di esserne parte e vivere quelle emozioni. Per farlo bisogna arrivare qua, ora ci sono e l’aspetto con grande entusiasmo, sarà un momento molto emozionante sicuramente”. E’ proprio il caso di dirlo, bene arrivato nel posto giusto coach.
EDNEY E THOMAS, ARRIVO TRA I FANS
Oggi verranno presentati alla stampa
Le sliding doors dell’Aeroporto Marconi di Bologna si aprono e si chiudono a ripetizione, lasciando in attesa un folto gruppetto di tifosi biancoblù. Fino a quando spunta Tyus Edney e scatta il primo applauso, tra cori e flash che trasformano per un attimo la sala d’attesa nella curva del Palazzo. E lo stesso si ripete qualche minuto dopo – necessario a causa dello smarrimento di… 5 bagagli su 6, e delle pratiche che glieli faranno recapitare nelle prossime ore – per James Thomas, con in più quel pizzico di curiosità di vederlo per la prima volta e misurarne con gli occhi stazza e muscoli, in attesa che ci pensi lui stesso sul campo. Eccoli, dunque, i due USA della Fortitudo che andranno ad unirsi a Bluthenthal e Shumpert, e ad una squadra che sta suscitando sempre di più l’entusiasmo dei tifosi e accrescendo la loro voglia che tutto cominci. Sia Tyus che James sono arrivati accompagnati da moglie e figli – un bimbo di due anni per Edney, una bimba di due mesi per Thomas, e se per il campione di UCLA l’Italia non è certo una novità (come invece lo è Bologna), per il centro di Texas è in assoluto la prima volta nel Vecchio Continente. Oggi in tarda mattinata, terminate le visite mediche di rito, verranno presentati ufficialmente alla stampa. Per adesso, il primo caloroso benvenuto lo hanno ricevuto dai tifosi stessi, appena si sono aperte le sliding doors.
Fonte: Sito Fortitudo