E difficile capire che cosa ti spinga a fare quello che fai in determinate situazioni, sfidare il sonno per vedere una partita che è solo una semplice partita di 48 minuti, fare Km. e Km. allinterno di sperdute strade di campagna per seguire una normale discussione sul basket, scrivere un libro che non può avere un bacino di lettura da Black Jesus, ma che è vero e genuino come nessun libro sulla palla a spicchi lo potrebbe essere.
Parlare del Gioco con la G maiuscola è una manifestazione di rispetto per ciò che il basket trasmette nel cuore di un grandissimo appassionato. Questa parola viene più volte usata con il dovuto rispetto allinterno del libro e fa comprendere quanto lattaccamento possa rendere grande ed importante un semplice gioco come la pallacanestro. La voglia di trasmettere quello che prova una squadra dilettantistica di Milano (prima, dopo e durante allenamenti e partite), rapportandola ai Pistons campioni del mondo 2004 oppure allOlimpia Milano combattiva e tenace dello stesso anno, è qualcosa che non può essere descritto, se non sentendo questo libro.
Facendo un parallelismo con il primo articolo che ho scritto esattamente un anno fa, la passione è ciò che muove tutto. Il destino ha voluto che esattamente un anno dopo quel mio editoriale sia qui a parlare, unaltra volta, di quel sentimento che non è spiegabile a parole, ma si comprende osservando le azioni di chi, con te, condivide questa particolare vocazione.
Mario è sempre stato considerato allinterno della nostra squadra un esempio da seguire e sicuramente lo diventerà anche per questo sito, non tanto per la sua età anagrafica, ma quanto per quello che fa e come lo fa in rapporto alla sua età anagrafica. Lui non si limita ad allenarsi, guardare le partite o a scrivere un libro sul basket, ma ci mette quel fuoco e quella compostezza che (come ci racconta lui stesso) è tipico di chi sa di valere tanto e non ha bisogno di dimostrarlo agli altri con eccessi o manifestazioni particolari. [i]Perché i compagni riconoscano la leadership di qualcuno è innanzitutto necessario che questi si meriti il loro rispetto.[/i]
Entrare nella disamina tecnico-tattica del libro sarebbe assolutamente riduttivo, posso dire che un lettore non proprio costante (stento a leggere un giornale da cima a fondo) come me, è riuscito a leggere Odiavo Larry Bird in tre serate, dove il cuore che si apriva e le emozioni che ho avuto, soverchiavano sia il sonno che qualsiasi altro sentimento che non fosse la voglia di arrivare alla fine.
Non mi vergogno a dire che ho letto lultima pagina di questo libro con un battito del cuore accelerato e con emozioni contrastanti che mi pervadevano ed andavano in conflitto tra loro. La felicità di essere arrivato alla fine e di aver fatto mio le emozioni dellautore, si contrapponeva alla voglia di non finire mai quella concentrazione di love for the game .
Solo da poco tempo ho avuto lonore di poter confrontare le mie conoscenze e i miei sentimenti cestistici con Mario, ma sin dalla prima mail ho capito che quella che andavo ad interpellare era una persona fuori dallordinario, un vero appassionato che interpreta il basket e la vita in the right way, mutuando una ormai celebre frase di coach Brown.
Lesemplificazione di tutto questo concetto è riassunto da una frase che ho letto nellultima appassionante pagina di libro: [i]Abbiamo cominciato riempiendo le borracce per i ragazzi che si allenano e la parte più bella di ciò che facciamo consiste ancora in quello: in un servizio.[/i]
Grazie Mario