La storia NBA, anche quella attuale di Jeremy Lin, insegna che il draft non è una scienza perfetta e quindi bisogna tenere gli occhi ben aperti perché molti giocatori di livello sono stati draftati alti o addirittura ignorati.
Oggi parleremo di due ragazzi del 1990 non-statunitensi: il turco Deniz Kilicli e l’iraniano Arsalan Kazemi.
Deniz Kilicli è un junior 6’9” da oltre 110kg che gioca a West Virginia e nel suo anno da freshman ha dovuto saltare le prime 20 partite della stagione a causa di una sospensione assegnata dalla NCAA con una motivazione curiosa.
Kilicli cresce nelle giovanili dell’Efes Pilsen che nel 2007-08 lo fa tesserare dalla squadra satellite Pertevniyal, senza firmare un contratto professionistico, per giocare nella seconda lega turca.
L’Efes aveva però sotto contratto Lamar Butler, un giocatore mediocre che l’anno prima aveva portato George Mason alle Final Four, che non riuscendo a fare roster con la prima squadra era stato mandato al Pertevniyal.
Beh, secondo la NCAA l’aver giocato con un pro aveva fatto di lui un professionista e quindi gli ha comminato una sospensione di 11 partite a cui ne ha aggiunte altre 9 perchè aveva avuto vitto e alloggio pagati mentre giocava insieme a Butler.
Sono strani questi americani!
Kilicli è un giocatore da post basso dove usa molto bene il corpo riuscendo a prendere posizione in modo da offrire un ottimo angolo ai passatori. Non ha una grossa varietà di movimenti ma facendoli di potenza, a livello collegiale riesce regolarmente a guadagnare spazio per un tiro in avvicinamento o per quello che sta diventando il suo marchio di fabbrica: il gancio con la mano sinistra. Questo tiro non viene eseguito con un movimento fluido (sarebbe troppo pretenderlo da un junior) ma è efficace sia da dentro l’area pitturata che direttamente dal post.
Nonostante il peso è agile, rapido negli spostamenti e sta evidenziando una inattesa velocità nella transizione con mani educate che gli hanno consentito diversi passaggi belli quanto sorprendenti.
Il suo vero punto debole che purtroppo non ha mostrato segni di miglioramento nonostante il lavoro fatto, è la scarsa percentuale ai liberi dove non ha mai superato il 56%.
Arsalan Kazemi, ala di 6’7”di Rice, è il primo giocatore iraniano ad aver mai giocato nella Division I e per questo deve ringraziare il padre e la sua fabbrica che produce un tipico dolce iraniano.
A differenza di tutti gli altri giocatori stranieri per ottenere il visto lui non ha dovuto semplicemente presentare la domanda in un ambasciata statunitense dal momento che in Iran non ce ne sono, ma è dovuto andare fino a Doha, Qatar, ed ogni volta che torna a casa, ad esempio per giocare con la sua nazionale, non è detto che il visto gli venga rinnovato.
Arsalan ha superato le inevitabili difficoltà che un iraniano deve affrontare negli USA conquistando un posto nel cuore dei tifosi degli Owls grazie alle sue prestazioni sul campo.
Da freshman è andato subito vicino alla doppia-doppia di media fermandosi a 10,3 ppg e 9,1 rpg ma già nel secondo anno ha sfondato tranquillamente questo muro chiudendo a 15,2 ppg e 11 rpg.
Nella stagione in corso era lanciato a migliorare ulteriormente i numeri precedenti e poteva vantare 14 doppie-doppie in 17 partite quando nell’ultimo minuto della partita con UAB ha riportato un infortunio al ginocchio sinistro.
Quella che inizialmente si temeva potesse essere una seria lesione del menisco si è rivelata una semplice infiammazione che gli ha fatto saltare una sola partita ma se da un punto di vista fisico Arsalan è tornato in abile, psicologicamente qualcosa ha cambiato perché nelle 6 partite seguenti ha segnato 8 punti e preso 8 rimbalzi di media.
Pur con questo rallentamento Kazemi è 7° della nazione nella classifica dei rimbalzi per partita e sale al 3° posto se si considerano i rimbalzi presi su 40 minuti.
Nonostante il fascino che potrebbe avere un iraniano nella NBA, difficilmente Kazemi verrà preso in considerazione dai pro non avendo la presenza fisica nè un raggio di tiro sufficiente per gli standard odierni mentre sarà interessante per l’Europa dove questi 2 fattori sono meno importanti.
Strano ma vero: coach Ben Braun a Rice ha creato una vera e propria multinazionale con Kazemi iraniano, Omar Oraby egiziano, Ahmad Ibrahim libanese, Jarelle Reischel tedesco (di nascita) e Dylan Ennis canadese che segnano tutti almeno 5 punti a partita.
Zamax