FORLI’ – “Se qualcosa deve andare male, lo farà”, recita impietosa la legge di Murphy. Fedele a tutto questo, la Marcopolo riesce in ciò che non si poteva reputare possibile. C’è infatti forse qualcosa di peggio che perdere una partita già persa in partenza per insufficienza di uomini? Se prima di Forlì-Veroli la risposta più ovvia era “no”, dopo il match andanto in onda sul parquet del PalaFiera, la risposta è “si, perderla dopo avere rischiato di vincerla”.
Dopo una partenza illusoria, che proietta Forlì sul 7-0, i ciociari aggiustano la mira e fanno sentire il loro maggior peso sotto le plance, dove i romagnoli regalano un americano ed un pivot italiano. La contestazione annunciata è razionalmente sospesa, vista la grinta che i ragazzi di Vucinic mettono in campo. La FulgorLibertas è solo Huff, però, perchè Freeman viene sistematicamente raddoppiato dalla difesa di Nando Gentile, che ha chiaramente preparato la partita sul fuoricalsse romagnolo. In questa situazione Freeman non riesce ad entrare in ritmo e si estranea dalla partita. Anzichè agire sull’unico terminale offensivo rimasto ai biancorossi, Huff, e chiudere così il match con 20 minuti di anticipo sulla sirena, Gentile continua a concentrare gli sforzi della propria squadra sull’unico americano in forza a Forlì. Non solo! Con un’ inspiegabile precisione chirurgica, il tecnico casertano riesce sistematicamente a mettere in panchina chiunque rende al massimo, in attacco o in difesa. Il tutto tra gli sguardi sbigottiti di tecnici ed addetti ai lavori che gravitano in zona stampa. Forlì però annaspa e ci mettono poco tempo a venire a galla tutti i limiti di una squadra con le rotazioni ridotte all’osso. Nardi c’è, è in panchina, ma lo staff non lo vuole rischiare; serve solo a dar coraggio e grinta ai propri compagni. Cos’ i primi 20 minuti si chiudono sul 29-44, con 16 punti di Huff ed appena 2 di Freeman, autore di un miserrimo 20% da due e 0/1 da 3. La contestazione dei tifosi prende forma. Da un angolo del PalaFiera un megafono prende ad insultare la dirigenza biancorossa, mentre gli ultras fischiano sonoramente Austin Freeman ed applaudono Shawn Huff.
Nella seconda metà di gara accade l’impossibile. Dopo una svagata 1-3-1 romagnola, che produce falli pesanti per Huff e triple preziose per Veroli, la partita gira a favore dei padroni di casa. Gli arbitri inchiodano la difesa verolana con 3 falli in pochissimi secondi, mentre dall’altra parte la Marcopolo alza l’intensità dei contatti. Freeman si sveglia, Natali guida con grinta la difesa forlivese e così i romagnoli accorciano. 7 punti del prodotto di Georgetown ed una schiacciata di Natali mettono appena 5 punti fra le due squadre (55-60) a 7 minuti dal termine. Le squadre cominciano a rispondere colpo su colpo, il Palafiera sembra sospingere la FulgorLibertas verso una vittoria che non sembra più impossibile. Per un paio di minuti non si segna ed il finale è sul punto a punto. Freeman prova a prendere la squadra sulle spalle, nonostante launa brutta botta alla schiena rimediata sotto canestro. L’attacco romagnolo però, non può limitarsi al solo numero 5, che si produce in canestri sbagliati, stoppate subite e palle perse. Una squadra al limite della presentabilità, quanto ad organico, non può avre la lucidità e la forza necessarie per affrontare un finale di questo tipo. Così il -3 dell’ultimo minuto (65-68), viene trasformato, con un tiro da fuori di Jackson, nel definitivo 68-73, che lascia, nonostante tutto, tanto amaro in bocca nell’ambiente romagnolo.
Perso il terzo scontro salvezza consecutivo, ora a Forlì non resta che puntare alla vittoria esterna, sarebbe la prima, in quel di Sant’Antimo, dopo l’impegno casalingo contro Piacenza. Quella Sant’Antimo che ieri ha battuto Verona e raggiunto Forlì, ora ultima, a quota 12, e che ora contende Poletti ai biancorossi per rimpiazzare l’infortunato Bozovic. Della serie:”Se qualcosa deve andare male, lo farà”.
Sala stampa
“Abbiamo approcciato la partita correttamente”- dice Vucinic – “poi però abbiamo perso un pò do fiducia in attacco, alcuni tiri non andavano bene ed il linguaggio del corpo non era quello giusto. Dopo però abbiamo trovato fiducia e lo spirito giusto e le cose sono andate meglio, non bene, ma meglio.” Poi, su Freeman:” Ho detto al giocatore, nell’intervallo, che il pubblico aveva tutto il diritto di fischiarlo perchè lui era l’unico a patire la situazione del primo tempo. Lui è il primo a soffrire nel giocare male, e forse è un problema più psicologico che non legato all’età. Sappiamo che Austin è dotato di un talento incredibile e che se non è andato in NBA probabilmente è proprio perchè nel college aveva questi passaggi a vuoto, però sappiamo che è un talento incredibile e siamo qui anche per aiutarlo.” Ed infine, a chiudere:”Sono consapevole delle difficoltà di quasta squadra, ma sono altrattanto convinto che strapperemo un buon numero di vittorie nelle prossime 10 partite”.
Huff: “Abbiamo pagato un brutto primo tempo, abbiamo fatto degli errori e Veroli ci ha punito. Dovevamo partire meglio. Nel primo tempo sono mancate voglia ed energia per andare al rimbalzo difensivo e, già che noi siamo piccoli, questo ha limitato i nostri contropiedi. Noi abbiamo poi marcato male l’uomo con la palla e loro ci hanno punito in contropiede. Nel secondo tempo ho segnato meno seplicemente perchè abbiamo cominciato a giocare meglio. Austin e Natali hanno cominciato a fare canestro e a quel punto i miei canestri servivano meno.”
Marcopoloshop.it Forlì – Prima Veroli 68-73
parziali:(13-21;16-23;17-16;22-13)
Tabellini: http://www.legaduebasket.it/game/?id=3449
MVP: Il suo coach la vuole perdere a tutti i costi a colpi di cambi e tattiche aiutolesionistici, ma Rullo decide di uccidere il match scoccando dal suo polso i tiri cruciali che sbarrano la strada a Forlì nel finale.
WVP: più che in difficoltà, nel primo tempo Freeman è apparso indisponente. L’equazione che lega la sconfitta dei romagnoli alla pessima prova dell’ex Georgetown è fin troppo evidente.
Si consoli la guardia biancorossa, perchè tra i peggiori è in ottima compagnia, quantunque non di un giocatore, ma dell’allenatore avversario, Gentile, che suscita a tutti i presenti una domanda: Ma Cavina era poi così male come allenatore?
Massimo Framboas