Nello Utah fa freddo, al Delta Center ancor di più da quando nel 1998 il numero 23 distrusse i sogni di gloria dei Jazz.
Inizia la stagione dei Rockets. Il commento in cinese mi fa sorridere, tutte le volte che i Rockets attaccano, quando Yao segna e stoppa. Entusiasmo e tifo si trasformano in semplice cronaca quando attaccano i Jazz.
Le vittorie in preaseason mi confortano. La stagione passata è dentro a un cassetto. La realtà è ben diversa. Soliti problemi, soliti limiti.
Passano due minuti, due falli per Yao. Come si gioca una partita con 2 falli sul groppone?? Dopo due minuti!!!! A maggior ragione se sei un 2.30 e non sei velocissimo in transizione. Potresti essere il migliore della lega sotto canestro, difendere come nessun altro e prendere venti rimbalzi a partita. Ma nel tabellino finale vedi un certo Carlos Boozer, 2.06 m, prenderne 19.
I pensieri mi riempiono il cervello, in sottofondo lo speaker (forse) più depresso della lega intona il nome di Boozer, Fisher, Okur e soci che danno lezione di concretezza. E di fortuna anche, ma come si dice bisogna andarsela a cercare.
Finisce la gara e leggo ancora una volta il box-score finale. 25 punti per McGrady. Ripenso alla partita, il nervoso mi attanaglia. Potevano essere 30, 35. In tutte le partite potrebbero essere più di 30, potrebbe essere determinante se non micidiale. Lo guardi negli occhi, ma ha voglia o vorrebbe essere da unaltra parte? Non trovo cattiveria, quella che affondò gli Spurs in 35 secondi qualche anno fa. Non ci capisco niente.
Un pensiero va a Pat Ewing assistente allenatore dei Rockets. La speranza di vedere uno Yao Ming al 100% passa dalle sue mani e dalla sua esperienza.
Finisce con la prima sconfitta. Ora si torna a casa e subito derby con i Mavericks.
Alla prossima.