Ottima prestazione per gli uomini di coach Boniciolli, che giocando con tanta determinazione e concentrazione per tutta la durata della partita sopperiscono all’assenza di Capel, sostituito per l’occasione da Peter Lisicky, sempre pronto a rispondere presente alla chiamata della società in caso di indisopnibilità di qualsivoglia compagno di squadra straniero. Curry vuole confermare quanto di buono fatto nella sfortunata trasferta di Scafati e torna a casa con ben 30 punti.
Boniciolli inizia la contesa con in campo Pecile, Curry, Zanelli, Bryan e Jamison, Dalmonte risponde con Woodward, Grundy, Santarossa, Hurd e Nolan.
La partita appare subito molto veloce, con entrambe le squadre ben messe in campo. Inizia bene soprattutto Bryan, che dopo 3 minuti mette una tripla su assist dietroschiena di Pecile per il 7-5, va a stoppare Grundy e nell’azione successiva segna altri 2 punti. Di lì a poco si fa vedere anche Zanelli, dall’arco, che in 6 minuti collezionerà 3 punti e 3 palle perse. Al quinto minuto i padroni di casa si ritrovano, in 20″, dal +5 alla parità (14-14). A 2′ dal termine della prima frazione Teramo tenta un timido allungo: Strong sbaglia un passaggio e viene intercettato da Grundy, che subisce fallo da Bryan, e Cicoria fischia un antisportivo. Grundy mette entrambi i liberi, sull’azione seguente poi Nolan realizza e subisce fallo, ma sbaglia l’aggiuntivo (16-21). Il quarto finisce con il doppio errore di Jamison dalla lunetta, 18-24 e squadre a raccolta dai rispettivi coach. Teramo rientra in campo con l’intenzione di aumentare il vantaggio per poter gestire l’incontro, ma i biancoverdi non sono dello stesso parere. 30 punti fatti e 13 subiti in 10′, i padroni di casa non lasciano scappare gli avversarii e impattano al 14′ sul 33-33. Strong sopperisce molto bene all’assenza di Capel, giocando spesso da 4 al fianco di Jamison, l’unica pecca è costituita dalle 5 palle perse (20 punti, 8/15 dal campo, 5 rimbalzi). Al 19′ viene fischiato un fallo tecnico alla panchina ospite per le troppe proteste, una costante del primo tempo teramano, e Curry realizza entrambi i liberi per il 46-35, con il quarto che si chiude con una palla persa da Poeta e un errore da sotto di Curry (48-37).
Al rientro in campo Teramo sembra rinata, e in 3′ serve a Curry e compagni un parziale di 8-2, con Grundy in panchina per problemi di falli (50-45). Al 26′ Curry mette 7 punti in fila e porta i suoi sul +10, ma nell’azione offensiva seguente Jamison cattura il rimbalzo sull’errore di Darby e cadendo pesta la linea. Le proteste del colored sono troppo plateali affinché gli arbitri non gli fischino il tecnico, e Grundy (con un libero e una tripla) di fatto vanifica la serie personale del numero 7 avellinese. Nei minuti seguenti c’è l’ennesimo allungo di Avellino, quello decisivo, che con i punti dello stesso Curry (altri 7), di Lisicky (tripla) e di Strong (2/3 dalla lunetta per un fallo subito su tiro da 3) si portano sul +13 a 1 minuti dall’ultimo mini-intervallo. Gli ospiti, all’inizio dell’ultima frazione, hanno sempre 13 punti da recuperare, ma Dalmonte dopo soli 2′ è costretto al time-out (73-57). Alla fine della sospensione le squadre tornano in campo con le idee confuse per quanto riguarda la fase offensiva, solo Janicenoks riesce a realizzare 2 punti, e al 34′ Boniciolli decide che è meglio chiamare i suoi a raccolta per decidere il da farsi. Di qui in poi è ordinaria amministrazione per i lupi, che mettono in cassaforte un risultato strameritato sin dai primi minuti. La nota positiva è costituita dall’ingresso in campo all’ultimo minuto di gioco di Pippo Frascolla, il mai dimenticato eroe della promozione in A2, che in 2 azioni ruba palla a Woodward e segna 2 punti su assist di Bryan, con conseguente boato di gioia degli spettatori. La gara si chiude infine sul canetsro di Janicenoks, che fissa il punteggio sul 95-75.
Applausi a scena aperta del pubblico per la squadra, che sembra la più forte passata per Avellino in questi 7 anni di A1. E se questo è il Curry che Avellino ha aspettato tanto pazientemente, tanto di cappello alla società.
Play of the match: al 34′ Teramo rischia di perdere palla e Avellino fa partire il contropiede, ma Woodward la recupera. La difesa avellinese è sbilanciata in avanti, il numero 10 ospite serve Grundy nell’angolo basso sinistro. A centro area ci sono Nolan e Strong, che corre incontro allo smarcato Grundy per impedirgli un tiro facile, ma questi serve una veloce sotto canestro all’ormai libero Norm The Storm, che ha tutto il tempo di aggiustare i piedi e schiacciare, prima che Jamison possa arrivare ad impedirglielo.
Quintetto tipo: Pecile – Curry – Strong – Nolan – Jamison
TABELLINI
AIR AVELLINO – SIVIGLIA WEAR TERAMO 95-75
AIR AVELLINO: Darby 2, Jamison 14, Curry 30, Strong 20, Paolisso ne, Zanelli 3, Pecile 7, Rossetti ne, Maioli 0, Frascolla G. 2, Bryan 5, Lisicky 12. All. Boniciolli.
SIVIGLIA WEAR TERAMO: Miller ne, Valentino ne, Bernard 2, Poeta 0, Marzoli ne, Woodward 9, Hurd 7, Santarossa 3, Lulli 5, Janicenoks 15, Nolan 19, Grundy 15. All. Dalmonte.
Arbitri: Cicoria, Crescenti, Chiari.
NOTE
Parziali: 5′ 12-9, 10′ 18-24; 15′ 22-33, 20′ 48-37; 25′ 55-47, 30′ 68-55; 35′ 75-61, 40′ 95-75.
Usciti per 5 falli: nessuno.
Rimbalzi: Air 38, Siviglia Wear 35.
Percentuali:
Tiri da 2: Air 60% (28/47), Siviglia Wear 55% (24/44).
Tiri da 3: Air 40% (7/16), Siviglia Wear 24% (6/25).
Tiri liberi: Air 75% (18/24), Siviglia Wear 69% (9/13).
Spettatori 2000.
DOPO PARTITA
Boniciolli: “Noi tutti dovremmo essere soddisfatti di poter vedere all’opera questo gruppo, che è stato costruito molto bene.
Questa sera abbiamo giocato senza Capel e con Darby a mezzo servizio, ma abbiamo giocato un ottimo basket anche senza 2 americani.
L’assenza di Capel ci ha costretti a giocare quasi sempre con un quintetto basso, utilizzando Strong da 4. Per nostra fortuna Teramo non ha giocato molto sotto canestro, cosa che molto probabilmente ci avrebbe messo in difficoltà.
Curry ha disputato 2 ottime partite (stasera e a Scafati), e il merito di averlo portato qui è di Gigio Gresta. Dopo averlo visto all’opera ora potete capire perché ce la prendevamo così tanto con la sfortuna tutte le volte che non poteva essere della partita.
Oggi abbiamo giocato un’ottima partita contro un’ottima squadra. E non lo dico soltanto per avvalorare ancora di più questa vittoria, ma perché lo penso davvero. Il campionato è molto equilibrato, ma ho fiducia nei miei uomini e credo che alla lunga potranno darci tante soddisfazioni.
Ora inizierà un ciclo tremendo (Treviso fuori casa, Virtus Bologna e Milano in casa), ma dobbiamo goderci questo momento.
Ora ci manca soltanto la vittoria in trasferta: lo potevamo fare a Livorno, dove per 3 volte abbiamo sbagliato il tiro del pareggio; lo potevamo fare a Scafati e a Napoli, ma voi tutti sapete com’è andata. Ma ora ci dobbiamo riuscire.
Frascolla è un gran professionista, tutta la squadra lo stima e lo rispetta, e io sono contento per lui. Anzi, lo invidio. Siamo coetanei, e mentre io siedo in panchina in giacca e cravatta, lui è lì in canotta che aspetta di entrare in campo”.
Dalmonte: “Al di fuori delle banalità chiedo scusa au nostri tifosi, che hanno percorso tanti chilometri per vedere questo spettacoo indecoroso, e io ci metto la faccia perché non ci si può nascondere dietro a un dito.
Le statistiche non contano, dietro ai numeri ci devono essere delle qualità, e questo è il motivo per cui noi non abbiamo meritato il rispetto dei nostri tifosi. Si può anche sbagliare un canestro, ma bisogna lottare per l’intera durata della partita.
Io devo difendere la squadra, è nel miop stile, con loro parlerò nello spogliatoio.
Dietro a qualsiasi tattica ci sono tanti elementi che ne determinano la qualità. Oggi abbiamo iniziato bene, ma appena Avellino ha messo la testa avanti siamo usciti pian piano dalla partita.
Ogni incontro dura 40 minuti, non si può dire che questa dipende esclusivamente dall’inizio, ma bisogna sempre mantenere la concentrazione. Questo per noi è un problema nuovo, abbiamo sempre giocato bene anche quando abbiamo perso, ma dobbiamo essere capaci di gestirlo.
Avellino ha giocato una partita di grande intensità.
Bisogna giocare di squadra, anzi bisogna vivere di squadra, e noi questa sera l’abbiamo fatto soltanto per 10 minuti: troppo poco”.