[b]North Carolina 98 – Ohio State 89[/b]
Che la classe di freshmen di questanno sia una delle più talentuose ed ampie degli ultimi tempi è un dato di fatto. Che la più alta concentrazione di questi giovani dal vasto potenziale sia reperibile nei roster di Ohio State e North Carolina è opinione largamente condivisa. Che entrambe queste squadre siano in grado di amalgamare e gestire in un sistema vincente le loro più recenti acquisizioni beh questo ce lo possono dire solo partite come quella giocata stanotte a Chapel Hill, tra i chiassosi spalti gremiti di studenti vestiti dazzurro che hanno accolto gli avversari, numero 1 del ranking, col più tradizionale coro O-V-E-R-R-A-T-E-D! O-V-E-R-R-A-T-E-D!. In campo, la Carolina di Hansborugh e Wright e lOhio State di Lewis e Cook. In panchina, camicia bianca e asciugamano attorno al collo, il principale destinatario del vociare delle tribune: linfortunato freshman Greg Oden. Partita importante per entrambe le squadre, lo si vede dai volti concentrati dei giocatori e dei coach, Roy Williams e Thad Matta: UNC subisce ancora i postumi della sconfitta incassata al Madison Square Garden da Gonzaga e la vittoria riparatrice contro Tennessee non è certo bastata per fugare la brutta impressione data in attacco ed in difesa; per Ohio State è il primo vero test della stagione, dopo sei partite disputate a Columbus contro squadre di media e bassa fascia, liquidate con un distacco medio di 26 punti.
Bastano pochi minuti di gioco per rendersi conto che i ragazzi di Matta fanno davvero sul serio: jumpshooting team, senza dubbio, con scarsa attenzione in attacco ai lunghi Hunter e Terwilliger, ma grande carattere, voglia e ritmo. Tutto il primo tempo si gioca secondo le decisioni di Ohio State, sospinta da un tiro da tre incredibilmente continuo (sarà 8/13 a metà gara) e dalle ottime scelte di Lewis, Lightly, Conley Jr. e dallintensità ed il talento di un Daequan Cook assolutamente convincente. UNC resta in partita malgrado un attacco poco fluido, che passa pochissimo dai lunghi Hansbrough e Wright, grazie soprattutto al contributo della panchina: Frasor ha ceduto il quintetto a Ty Lawson per un problema al piede (anche se pare evidente che luomo di Williams, alla lunga, sia destinato ad essere proprio il freshman che gli ricorda tanto Felton), ma alzandosi dal pino mette due triple consecutive che convincono Matta ad abbandonare la zona. Lintensità difensiva di Ginyard (chiuderà con 8 e 8 rimbalzi) ed un paio di belle giocate del freshman Thompson fanno il resto ed a metà partita i Tar Heels sono sotto soltanto di 4, un vero affare considerando ciò che si è visto in campo. Nellintervallo Roy Williams insiste sulla difesa: è fondamentale che i suoi ragazzi chiudano il penetra e scarica al rapido backcourt di Ohio State, per evitare di essere infilati a piacimento dallarco.
Tra lentusiasmo della folla, i primi minuti del secondo tempo mostrano i Tar Heels trasformati: in una spettacolare sequenza Hansbrough schiaccia su assist di Wright, stoppa con recupero in difesa e segna di nuovo allaltro lato del campo. E il preludio ad una seconda frazione travolgente per i padroni di casa, che vedono i giocatori del quintetto, per lo più latitanti nei primi venti minuti, riprendere il proscenio: Hansbrough non sbaglierà un singolo tiro per tutto il secondo tempo, chiudendo con 21 punti ed un career high di 14 rimbalzi, mentre a turno Ellington (19 di cui 16 nella seconda frazione), Wright (11 complessivi, ma solo 1 nel primo tempo) e Lawson (13 finali ed unimpressione di gran controllo sulla gara, malgrado qualche errore di troppo in lunetta) daranno il contributo decisivo nella rimonta e del consolidamento del vantaggio.
Dallaltra parte Ohio State fatica molto a costruire quei tiri che nel primo tempo avevano scavato il solco tra le due squadre, sebbene le percentuali restino lusinghiere (sarà 13/26 da tre a fine partita), a causa dello step-up difensivo degli avversari e del loro dominio assoluto in vernice (il totale dei rimbalzi sarà 38 a 25 per i Tar Heels). La strepitosa prestazione di Lewis (30 per un giocatore che in high school non partiva neanche in quintetto) laffidabilità al tiro di Harris (17 con 5/8 dallarco) e i lampi di talento puro di Daequan Cook (che chiude con 14 e 9 venendo dalla panchina) non bastano dunque a portare a casa una vittoria, ma sono più che sufficienti per mettere a tacere qualsiasi dubbio sul reale valore di questa squadra.
Partita importante per entrambe, dicevamo, e, sorprendentemente, entrambe ne escono soddisfatte: North Carolina è una squadra di Roy Williams, che esegue, corre e difende, pronta a giocarsela contro tutti fino agli ultimi giorni di Marzo, ad Atlanta; Ohio State è una squadra incredibilmente pronta, motivata, energica che, purtroppo, è decisamente ad un big man di livello dal poter dominare al torneo. Come dite? Greg chi?
dhazed
[b]San Diego State 79 – San Diego 76[/b]
Oltre al big match di Chapel Hill, ieri notte si è disputato un altro importante incontro, poco pubblicizzato rispetto al primo, con meno tasso tecnico ma sicuramente con qualcosa in più dal punto di vista ambientale: San Diego – San Diego State.
Gli Aztech di San Diego State si sono presentati allappuntamento, in una Cox Arena stracolma di entusiasmo, con la miglior partenza da quando coach Fisher siede sulla panchina dellateneo californiano: 7-0.
Il primo tempo è allinsegna dellequilibrio e dei sorpassi. Chris Lewis e Ross De Rogatis tengono San Diego a contatto con i propri 10 e 13 punti, ed è grazie al loro contributo offensivo che i Toreros chiuduno la prima frazione con un solo punto da recuperare.
La bilancia della partita comincia a pendere dalla parte di State dal quinto minuto del secondo tempo, quando Heath e Wade (Lorrenzo) firmano il parziale di 9-0 che mette in crisi gli ospiti, e lancia definitivamente gli uomini di casa.
Decisivo Brandon Heath, che nella ripresa mette 16 dei suoi 21 punti totali, compresi gli 8 punti finali, di cui il jumper a 26 secondi dalla fine che porta il risultato a 73-68, mettendolo in ghiaccio.
Bene anche Wade, 14 punti e 6 rimbalzi, e Abukar Mohammed (Senior trasferitosi tre anni fa dai Gators di Florida, con buone prospettive come professionista nel vecchio continente) con 22 punti e 7 rimbalzi.
Non bastano i 6, disperati punti, di Pomare e Chris Lewis (che chiuderanno con 17 e 16) per recuperare lo strappo, il derby va a San Diego State che colleziona lottava vittoria su otto incontri, la miglior partenza da ventanni a questa parte.
Una finestra, seppur piccola, ci sembrava doverosa.
skiptomylou