CASALE MONFERRATO – Tirare il bilancio della prima stagione in Serie A1 della storia della Junior Basket è un compito assai arduo. Tutti sapevano che, in una città così piccola e con così poca “esperienza” sportiva, portare un progetto di eccellenza, perché di questo si tratta quando si parla della massima categoria cestistica nazionale, e soprattutto restarci, sarebbe stata un impresa. Certo che, in un campionato in cui è soltanto l’ultima classificata a salutare le compagne di viaggio, non riuscire a centrare la sospirata salvezza lascia a tutti in bocca un sapere amaro, il gusto della sconfitta. Soprattutto se, dopo la vittoria nel derby con Biella e le sconfitte con Bologna e, quella all’overtime, con Siena, i tifosi avevano quasi creduto al canto “portaci in Europa” riservato a quello che sarebbe poi diventato l’ex coach Crespi.
Questione di coach – Ed è proprio intorno al nome del capo tecnico lombardo che si incentra l’intera stagione juniorina: a lui si contestano le troppe sconfitte che non hanno consentito alla NoviPiù di conseguire il mantenimento della categoria. Innanzitutto si imputa a Crespi una campagna acquisti pressoché fallimentare, basti pensare che la compagine piemontese ha cambiato 3/5 del quintetto titolare che si era presentato all’esordio stagionale contro il Banco di Sardegna. Gli innesti degli americani hanno deluso pesantemente, partendo, in ordine di “tagli” da Joe Trapani, arrivato a Casale con la nomea di futura stella come primo acquisto stagionale. Lo stesso dicasi per quel “lungagnone” di Dunigan, spedito senza fare troppi complimenti nella gelida Ucraina dopo qualche prestazione pesantemente al di sotto delle aspettative. E dire che Crespi in lui credeva moltissimo: a parere di chi scrive, l’ala-pivot è restata vittima soltanto di una stagione sfortunata e, nell’immediato futuro, avrà la chance di rifarsi in un campionato di ottima caratura. A dirla tutta, anche i cestisti a “stelle e strisce” rimasti in maglia rossoblu non hanno entusiasmato o, perlomeno, hanno disputato una stagione al disotto delle aspettative. In primis Garrett Temple, arrivato direttamente dall’NBA sponda San Antonio Spurs ed autore di una stagione anonima. Se in fase difensiva non gli si può rimproverare troppo, il buon Garrett ha deluso in fase realizzativa, dimostrandosi abulico sia sotto canestro che dal perimetro. È un discorso a parte, invece, quello che si potrebbe aprire parlando di Matt Janning, fortemente limitato a causa di un infortunio alla mano che lo ha tenuto lontano dai campi da gioco per troppi mesi. Anche il numero 23 ha vissuto una stagione sui generis, alternando triple degne dei campionati d’oltreoceano a giocate, palle alla mano, da Lega A2: e qui, però, un plauso va fatto ad Andrea Valentini, bravo a schierarlo nel finale di stagione nel ruolo di play. Anche coloro che sono arrivati in corsa non hanno saputo salvare la Junior.
Leader si nasce, non si diventa – Gli investimenti di patron Cerutti, nello specifico quello di Shakur, non hanno saputo dare quel tocco di qualità utile. Nella fattispecie è mancata la figura del leader, richiesta allo stesso Shakur, un uomo a cui affidare la palla in mano nel momento della difficoltà. Forse, anche per questo, la Junior ha chiuso la stagione con il record di squadra con più partite perse con il minor scarto. Anche l’aver affidato la prima stagione in A1 alla vecchia guardia, non ha di fatto giovato alla Junior: non sarebbe convenuto prima adeguare i contratti a Fantoni e ad Hickman, piuttosto che acquistare mezza dozzina di giocatore a campionato in corso? Concludendo il discorso legato a coach Crespi, colpevole anche di non aver saputo gestire al meglio le situazioni riguardanti gli ultimi secondi di gara, compresa la gestione dei falli, Giancarlo Cerutti non avrebbe dovuto accettare le sue dimissioni, perché Casale ed il coach erano legate a doppio filo, ragione che fa pensare che Crespi possa tornare nella prossima stagione e, di conseguenza, tornare a gestire il mercato rossoblu. Insomma, trovare un promosso in questa stagione pare veramente difficile. Tornare in Lega A 2 non sarà piacevole ma potrà regalare alla società piemontese, che nel frattempo potrebbe vedere scossoni ai vertici, quell’esperienza necessaria per tornare in fretta nell’olimpo del basket. Per concludere va ricordata un aspetto piuttosto importante: la Junior è una delle poche società sportive italiane ad avere i conti perfettamente in regola. Una caratteristica che dovrebbe far pensare le alte sfere della pallacanestro, in sede di iscrizioni per il prossimo campionato di Serie A.
Nicolò Foto