Gli Oklahoma City Thunder sono la prima squadra ad accedere alle NBA Finals 2012 eliminando 4-2 i San Antonio Spurs. Troppa energia, troppa veemenza nell’onda tecnica ed emotiva che nel secondo tempo di gara 6 ha travolto Duncan & c.
La rimonta della seconda metà di gara ha quasi dell’incredibile. Sotto anche di 18 punti e con gli Spurs a tirare meravigliosamente dal campo e soprattutto da tre (Jackson 6/7) i Thunder nell’intervallo cambiano completamente faccia. Non più la squadra che non ha aggredito l’incontro, lasciando quasi pensare che la (solita) inesperienza avesse già fatto sedere i vari Durant e Westbrook, comunque consapevoli che se anche sconfitti avrebbero avuto un’ultima, probabilmente residua possibilità in gara 7 in Texas, ma una formazione che esce dallo spogliatoio quasi rinata. La difesa sale improvvisamente di colpi, abbassando notevolmente le percentuali degli Spurs, che chiuderanno col 44% totale dal campo, dopo aver tirato con oltre il 60. Il pubblico più caldo d’America, che non ha mai abbandonato i suoi anche nella prima metà di gara, entra definitivamente in partita, dando un’ulteriore spinta a OKC che cancella San Antonio dal campo nel terzo periodo (32-18 il parziale). Una volta completata la rimonta i giovani Thunder non si guardano più indietro, arrivando alla sirena sul 107-99 e festeggiando così sul proprio campo il titolo della Western Conference e l’accesso alle loro prime Finals, se escludiamo quelle disputate (una vinta) nella precedente incarnazione sotto il nome di Seattle Supersonics.
I San Antonio Spurs buttano via così quella da tutti ritenuta come l’ultima chance di arrivare all’anello, prima di smantellare la squadra di Duncan, Parker e Ginobili e ripartire da zero o quasi. Dopo una stagione e dei playoffs fantastici, dove tutto lasciava presagire almeno la possibilità di giocarsi le proprie ultime carte in una finale da disputare col ruolo di favoriti contro l’avversaria di turno della Eastern Conference, la doccia fredda, freddissima di gara 6. Forse l’errore di considerare ormai chiusa la partita a proprio favore, e di portarsi mentalmente a gara 7, l’hanno fatto proprio i texani, giusto a confermare che non sempre è l’inesperienza a portarti a questi blackout. San Antonio nella ripresa ha dimostrato di non poter tenere testa soprattutto dal punto di vista atletico ai Thunder, incassando così la sconfitta meno aspettata dopo quella casalinga di gara 5 e passando idealmente il testimone alla franchigia che per tantissimi aspetti è una vera e propria costola degli Spurs stessi. Cosa succederà ora? Ci sarà tempo per parlarne e per analizzare gli scenari futuri, il probabile rinnovo di Duncan per 1-2 anni (contratto che sarebbe l’ultimo della sua carriera che – diamolo per scontato – gli permetterà di chiudere la sua favola con i colori neroargento degli Spurs) e la conseguente conferma di un gruppo che ha dimostrato in questa stagione così particolare di poter dire ancora la sua ad altissimi livelli.
Ma ora giustamente tutte le attenzioni sono concentrate sulle prossime Finals. Oklahoma City se la dovrà vedere o con degli Heat in missione, disposti a tutto pur di togliersi la scimmia che hanno sulle spalle e riportare il titolo a South Beach dopo quello del 2006, o un’altra formazione di vecchi volponi come sono i Celtics, loro ancor più di San Antonio all’ultima corsa. Forse già stanotte ne sapremo di più.
Andrea Pontremoli
A_P_Official