Subito dopo la gara persa contro Dallas, una delle tante rocambolesce sconfitte di questanno in casa Pacers, un furente [b]Jermaine ONeal[/b] commentava così la sua frustrazione:
[i]Se non riesco a portare i miei compagni al successo, forse è bene essere ceduto. Voglio vincere, voglio lottare per il titolo[/i] dice aggiungendo anche [i]siamo mediocri, finchè non ci mettiamo in testa che vogliamo vincere resteremo tali.[/i]
Parole pesanti come macigni, dettate della rabbia e dallimpotenza della continua serie di alti e bassi che da 3 anni attanaglia le prestazioni dei Pacers.
Parole che nelle seguenti tre partite hanno sortito leffetto voluto, dando la scossa necessaria, perché per la prima volta in stagione Indiana ha messo in striscia 3 vittorie consecutive, prima della rocambolesca sconfitta allovertime, a testa alta contro i soliti Dallas Mavericks dello scatenanto Dirk Nowiztki.
Cercando di trovare per lennesima volta risposte all’incostanza che caratterizza questa franchigia, dobbiamo analizzare i numeri dei Pacers in stagione.
Il bilancio è buono, forse superiore alle aspettative, 19-16, ma come sempre lascia il solito retrogusto indigesto, perché i Pacers hanno buttato via ripetute occasione di rimpinguare la casella delle vittorie gettando letteralmente alle ortiche almeno 4/5 gare per lapproccio sbagliato con cui i Carlisles boys si presentavano allincontro.
Proprio questo approccio è stato e sarà il vero limite di questa squadra, che nel corso degli anni ha vissuto vicende complicate allinterno dello spogliatoio e fuori dal campo nonostante un nucleo di giocatori giovane e talentuoso.
A parziale discolpa degli alti e bassi di rendimento cè da dire che il progetto intrapreso in estate di cambiare la strutturazione tattica della squadra ha richiesto più tempo del previsto.
In primis il coach, [b]Carlisle[/b], venuto alla ribalta come uno specialista difensivo e che poggia il suo credo cestistico sul sudore nelle propria metà campo ha dovuto convertire i propri principi, basati su un gioco lento e fisico, alla ricerca della velocità e della rapidità per poter sfruttare assieme il suo trio di ali atipiche impiegando quintetti bassi e votati allattacco.
Come quasi 1/3 delle squadre NBA in questa stagione anche Indiana ha cercato di emulare il sistema di gioco dei Phoenix Suns e come tutte le squadre che ci hanno provato, dopo le difficoltà iniziali, ha dovuto fare dietrofront conscente che per alzare i ritmi in modo proficuo come usa fare DAntoni in Arizona non basta mettersi a correre, ma avere in squadra un certo Steve Nash e di giocatori con le sue caratteristiche in NBA non ce ne sono.
Tornati ai santi vecchi, con [b]Foster[/b] ricatapultato in quintetto a dare sostanza difensiva, perlomeno nei primi quarti, al posto dello spaesato [b]Granger[/b], paradossalmente chi ne ha tratto più benefici è stato lo stesso prodotto da Texas, che ha visto alzarsi il suo fatturato, da 11 punti di media a 12.1 migliorando sensibilmente percentuali di tiro e sostanza in campo.
E questo ci consente di analizzare unaltra chiave della stagione dei Pacers fino ad oggi: la convivenza tattica tra Granger e [b]Harrington[/b] assieme in quintetto.
Detto di Granger qualche riga sopra, anche lex Hawks ha visto aumentare il proprio fatturato, passando da 14 punti e spiccioli partendo da C ai 15.6 una volta tornato ad occupare il suo spot di ala piccola titolare.
Ma ciò che fa ben sperare su ulteriori progressi del duo sta nel fatto che da quando non partano entrambi nel quintetto iniziale, i loro alti e bassi sono stati circoscritti a casi isolati, di conseguenza il gioco dei Pacers è tornato ad essere più equilibrato e i risultati sono più che soddisfacenti, tenendo presente che anche ONeal, dalla minirivoluzione silenziosa attuata da Carlisle, ha alzato il suo livello di gioco, apparso scialbo e privo di colore il mese di novembre.
Per lennesima volta nella loro storia recente, è tempo di esami per i Pacers, con la consapevolezza che forse saranno gli ultimi e quelli decisivi per il futuro di questo gruppo e per delineare i piani futuri delle franchigia.