Bisogna essere onesti, l’organizzazione di questa tappa milanese dell’NBA Europe Live Tour 2012 non è stata esente da pecche, con l’allenamento del sabato pomeriggio dei Celtics cancellato a poche ore dallo stesso e poi spostato alla domenica mattina. La media availability successiva al fantomatico allenamento si è rivelata un vero e proprio bidone, con soli 5 minuti di interviste alla rincorsa dei giocatori.
La conferenza stampa di Stern è stata di circostanza, fin tanto che si è parlato dell’evento, ma ha assunto connotati interessanti nel momento in cui ha cominciato a parlare della regola del flopping che, in sostanza, con l’inserimento della valutazione post match con relative sanzioni, tutela lo scorrimento del gioco. Anche gli arbitri vengono protetti sul campo, punendo successivamente quelli che devono essere, a detta del commish, dei players e non degli actors. Infine ha chiuso con la sua personale valutazione contraria riguardo alla presenza di sponsor che brandizzino le franchigie NBA.
Dopo tutta la burocrazia è iniziata la partita, che è riassumibile in dieci minuti di misto tra poesia e follia firmata Rajon Rondo. Non ha assolutamente la minima rilevanza il fatto che il numero 9 abbia chiuso i primi 12 minuti a 17 punti con 8-8 dal campo.
Un giocatore così non si può apprezzare appieno se non si è a due metri dal campo. In televisione è già percepibile la sua vena funambolica, dove è in grado di vedere passaggi e tagli che nessun altro potrebbe neanche immaginare, ma dal vivo il tutto assume delle sembianze mistiche. E’ un ball handler di incredibile naturalezza in grado di far passare la palla da una mano all’altra nel raggio di almeno tre metri. Ha sfornato assist andando a sfidare i lunghi in area senza paura e producendo dei canestri in controtempo che hanno lasciato allibito anche coach Scariolo.
In un’azione del primo quarto è partito in palleggio appena passata la metà campo sul lato destro. Ha preso una bozza di blocco e ha lasciato andare un passaggio baseball a 5 cm da terra che è passato in mezzo a cinque gambe, per il backdoor di Lee che, nonostante l’altezza minimale del passaggio, ha potuto chiudere con un facile appoggio. In tutto questo, dopo aver rilasciato la palla, il “nostro” stava già tornando in difesa, perfettamente conscio di quello che sarebbe successo di lì a pochi secondi.
Questo ragazzo nella sua completa follia ha in mano le chiavi del presente e del futuro dei Celtics che, dopo la cocente sconfitta in terra turca contro il Fenerbache, sono scesi a Milano con ben altro piglio difensivo. Infatti dopo i 32 punti subiti nel primo quarto che hanno tenuto a contatto i biancorossi, hanno chiuso le maglie difensive, impedendo qualsiasi tiro comodo ai ragazzi di Scariolo che già di loro non brillano per varietà di soluzioni offensive. Il mattatore del match è stato Jeff Green, in grado di scavare il solco di 15 punti nel secondo quarto, quando tutti i big erano in panchina a riposare.
Milano, svuotata da un’endemica mancanza di attacchi logici, ha finito per sparare a salve raggiungendo anche il -38.
Di questo weekend ci porteremo a casa le magie di Rondo all’interno del campo, con la consapevolezza che uno così passa ogni 50 anni, la grande caratura morale di Paul Pierce che, nonostante tutto, è voluto esserci sabato in piazza Duomo davanti ai tifosi milanesi, e la consapevolezza che una squadra NBA motivata non è ancora battibile da qualsivoglia squadra europea.
Nel postpartita Doc Rivers elegge l’Italia come sua location preferita per l’NBA Europe Live: “Ho già detto ai giocatori che se succede come nel 2008 a Roma e vinciamo l’anello, come minimo faremo una parata anche qui e i ragazzi sono d’accordo.
Dovevamo giocare una partita d’intensità e difesa, perché in attacco la chimica non può essere quella ottimale.”
Sulla stessa linea anche Rajon Rondo: “Abbiamo giocato una buona partita. Jeff (Green) è stato splendido dalla panchina fornendo punti e rimbalzi. Se noi saremo in grado di non essere egoisti, passarci la palla e giocare insieme, potremo davvero ambire a quel titolo a cui siamo andati vicino lo scorso anno.”
Di diverso stato d’animo Scariolo che ha detto di essere contento per i primi due quarti e mezzo di match dove la squadra è rimasta in partita, poi ha subito un parziale e ha un po’ perso la testa non riuscendo a convertire neanche i buon tiri creati.
Sicuramente i Celtics sono scesi in campo con ben altro piglio rispetto a venerdì contro il Fenerbache, ma giustificare un così pesante passivo è dura, anche se si tratta di una festa.
Simone Mazzola