ROMA – Una ACEA in versione De Luxe annichilisce in 30 minuti una Trenkwalder Reggio Emilia lontana parente della buona squadra vista sino ad oggi al Pala Tiziano. Una Virtus Roma decisamente bella per 30 minuti dicevamo che prima stordisce gli emiliani con un buon attacco, sia dal perimetro che nel pitturato e con una difesa attenta e molto fisica che costringe le bocche da fuoco degli ospiti, Greg Brunner compreso (MVP grazie ad i numeri che dicono 33 per lui), a tirare con percentuali da torneo dilettanti ma che poi, al rientro in campo per disputare l’ultimo, inutile quarto, riesce nell’impresa al contrario di subire un parziale di periodo che recita 7-26 e che consegna alla fine un risultato finale tutto sommato gestibile alla Trenkwalder nell’ottica dello scarto potenziale da recuperare nel girone di ritorno.
Ma saremmo eccessivi comunque se bacchettassimo oggi i ragazzi di Calvani per questo ultimo periodo da Bella Addormentata nel bosco perchè non si può disconoscere i primi 30 minuti fatti di buon basket, di buona intensità, di buono spettacolo offerto ai propri tifosi decisamente contenti di vedere l’ACEA così straripante.
Certo, la mentalità di una squadra vincente e convincente si costruisce proprio in gare come queste: apparentemente facili alla vigilia ma poi comode e liscie perchè la squadra vincente la sa far venire nelle proprie mani per come gioca e s’impone. Perciò si resta un pò con l’amaro in bocca quando non si riesce a gestire tutta la gara, tutti i 40 minuti, per come si è giocato i 30 precedenti (Siena versione Pianigiani docet, ndr).
Ma, a costo di sembrar ripetitivi, ci sembra questa sera ingeneroso rimproverare qualcosa a questa giovane Virtus che doma alla fine della fiera un cliente scomodo, una Virtus Roma che sta cercando di trovare il filo della propria matassa intricata e che sembra stia compiendo discreti progressi. Commette sì un discreto numero di ingenuità e di errori (25 palle perse, un abominio a pensarci bene, e ciò suona ancora di più come una condanna per Reggio Emilia), ma mette in evidenza un gioco facile: pochi artefizi ma frizzante e leggero, imponendo ad esempio uno dei tanti ragazzi che sta lanciando da quest’anno e che crediamo farà strada in questo rutilante mondo del legno da parquet, si chiama Aleksander Oleg Czyz. Già a Pesaro e contro Cantù s’era intravisto un prospetto interessante: veloce ma roccioso, deciso e non presuntuoso, un giocatore concreto. Questa sera Czyz, più degli altri, ha dato il “la” alla vittoria di Roma mettendo a referto 10 punti al 20° e chiudendo con 15 punti finali (assieme a Phil Goss, 15 punti pure per lui, Top Scores della gara), tamponando due quarti di un Datome sonnecchiante all’inizio ma poi come sempre abile ed arruolato per portare a casa la vittoria.
Ma son tutti i ragazzi in maglia bianca ad aver giocato bene, persino Jones e Lorant, piaciuti poco contro Cantù, hanno sciorinato una buona prova mettendo assieme un 100% da tre (2/2 per l’ungherese ed 1/1 per l’americano), ed è piaciuto anche Jordan Taylor (6 assist per lui con 6 punti a referti), a dispetto dell’altro Taylor in maglia rossa, un pò meno nel quarto finale quando spesso ha fatto scelte poco avvedute e persi troppi possessi. Bene anche Lawal che ha fatto vedere, ancora di più, le sue eccellenti doti di atletismo ma che dovrebbe essere meno propenso allo zompo e più al canestro. Malino invece Dagunduro, 15 minuti di gioco con un -2 finale di valutazione. Roma gongola quindi ma il prossimo avversario si chiama Milano e quindi bene che abbia messo del fieno in cascina, come previsto.
Reggio Emilia sembra invece letteralmente groggy al rientro in campo dopo l’intervallo lungo. La bella squadra coraggiosa, aggressiva e sbarazzina delle prime prestazioni ha oggi lasciato il posto alla classica fotocopia sbiadita di se stessa. Ci si aspettava dai ragazzi di Menetti una reazione forte al rientro in campo, invece niente. Il 40-26 sarà un divario non più scalabile alla riapertura delle ostilità anche e soprattutto per merito di Roma che chiude ogni varco e frustra ogni iniziativa degli emiliani, sia da fuori che in area: un passo indietro vigoroso, anche e soprattutto come atteggiamento, rispetto alle due ultime gare.
E se andiamo a vedere la valutazione dei ragazzi di Menetti, scopriamo che il divario finale di soli 11 punti tra le due squadre è bugiardo con Roma che ha toccato anche il +33 durante la gara.
Infatti, come evidenziato all’inizio, Brunner chiude la sfida con un sonoro 33 di valutazione: 20 punti (Top scorer della gara), 12 rimbalzi ed anche 3 assist ma la sua prova stride con quella dei suoi compagni. Male , malissimo Jeremic e James che assieme fanno -3 come somma di -1 e -2…..Taylor, Donnel Taylor colleziona 4 mentre Filloy mette d’accordo tutti con un sonoro -5. Male Cinciarini, solo 5 di valutazione, prestazione da rivedere assolutamente mentre benino il lettone Ojars Silins che chiude con un lusinghiero 16.
Una prova quindi negativa per la Trenkwalver, da cancellare al più presto ed al quale attingere solo come studio delle cose non andate bene e da non ripetere più, assolutamente, la salvezza altrimenti sarà traguardo arduo e complicato.
ACEA Virtus Roma – Trenkwalder 77-66
Parziali: 19-9; 21-15; 31-14; 6-26
Progressione: 19-9; 40-26; 71-40; 77-66
MVP: I numeri direbbero Brunner ma Greg li mette insieme nel lungo garbage time che è il periodo finale. Citiamo Czyz perchè mette assieme un primo tempo, quello del “distacco”, di forza e sostanza
WVP: Non infierire è una bella regola…..
Fabrizio Noto/FRED
4 Comments
Davide
D’accordissimo Fred, soprattutto sul fatto che la mentalita vincente si costruisce proprio in queste partite, affondando l’avversario senza pieta (ma con rispetto). Fai bene a citare Pianigiani e siena, livello tecnico a parte, loro non avrebbero mai permesso, seppur con le seconde linee in campo, un ritorno cosi clamoroso dell’avversario. Secondo me abbiamo perduto un’ occasione per allenare la mentalita vincente, fossi stato calvani li avrei fatti allenare duramente dopo la partita! Se ci puo stare iun minimo di rilassamento, e anche risprmiare datome e goss che normalmente giocano 39 minuti, bisognava sfruttare l’occasione per lavorare piu sugli schemi di attacco in tranquillita, integrando ancora di piu lorant e dagunduro, cercando lawal…e invece abbiamo sbragato come dei dilettanti. Le critiche ci stanno proprio in queste partite, non contro cantu e probabilmente milano, quando si perde contro squadre nettamente piu lunghe e tecniche.
FRED
Infatti, però non dobbiamo nemmeno scadere, caro Davide, nell’iper-critica.
Mi spiego: questa squadra è ancora fresca di vernice quindi certi cali possono accadere e si possono capire e comprendere.
Sarebbe molto, molto grave se si ripetessero.
A mio avviso, comunque, quest’anno ho la sensazione che Roma si toglierà diverse soddisfazioni.
Saluti
Roberto
Ho letto la dura replica di Calvani alle critiche per come Roma ha giocato l’ultimo quarto con Reggio Emilia. Il coach ha spiegato di avere voluto approfittare dell’ampio vantaggio per fare degli esperimenti e ha aggiunto che è sproporzionato criticare il suo lavoro dopo che Roma ha vinto a Pesaro, perso con la squadra che, secondo lui, gioca il miglior basket in Italia (Cantù) e vinto con Reggio Emilia. Tutto ciò, considerando l’organico “low cost” che gli è stato messo a disposizione. Calvani ha ragione. Deve però augurarsi che l’Acea non perda a Reggio Emilia con uno scarto superiore agli undici punti, perché in caso di arrivo a pari merito, i tifosi qualche ragione per essere arrabbiati con lui a quel punto ce l’avrebbero… Il problema non è di essere ipercritici, tutte le critiche sono legittime se avanzate con spirito costruttivo. Infatti anche Fred non ha potuto fare a meno di sottolineare negativamente il calo di attenzione dei romani nell’ultimo quarto con Reggio Emilia.
FRED
Calvani fa bene ad arrabbiarsi, vuol dire che anche lui ha capito che gli esperimenti vanno fatti ma facendo attenzione, come hai giustamente evidenziato tu, davide, al fatto che sarebbe stato opportuno farli ma chiudendo con uno scarto più alto degli 11 punti finali.
Tutti siamo contenti che stia andando così ma non è stato fatto nulla ancora, il difficile arriverà quando Roma non sarà più una “sorpresa”. ecco, la gara contro quella volpe di Pino Sacripanti, cioè Caserta, potrà dirci molte cose.