CASERTA – Che alla fine in una gara di pallacanestro contino gli episodi è palese; puoi giocare e costruire bene tanti tiri che, pur aperti, non trovando il fondo della retina, sputati qua e là dal ferro, oppure sbagliati per meccanica, parabole storte e così via. Così sintetizzabile, la partita che Montegranaro ha giocato oggi al Palamaggiò è stata ineccepibile: per i primi 16′, Caserta ha avuto difficoltà ad attaccare, ha subito tanto e sembrava in balia di un avversario molto pimpante.
Se però per quasi dieci minuti non riesci a trovare la via del canestro e non trovi neanche dei tiri liberi, allora la gara gira e anche una squadra come caserta, che oggi ha giocato senza un playmaker di ruolo e senza un americano, può vincere. Non convince, a dire il vero, questa vittoria della Juve Caserta. Poche risposte positive, magari in gergo si potrebbe dire che l’ha vinta la squadra, anche se Akindele ha fatto molto per i suoi. Magari sono arrivate risposte positive da chi, come Jelovac era in odore di taglio, ma stasera ciascuno ha portato il suo mattoncino. Il gioco in post basso è stata la chiave che ha permesso ai padroni di casa di portare a casa la partita. in una gara, infatti, dominata dalle basse percentuali dall’arco, laddove alla truppa di Recalcati è mancata proprio quella lucidità nel realizzare dentro l’area pitturata, con un Andrews, alla prima stagionale, apparso visibilmente fuori condizione, un burns che solo a tratti ha saputo dare continuità ai suoi, uno Slay accendi-spegni e un Mazzola troppo timido stasera, pur se spesso libero di poter alzare la mano.
L’inizio premiava i marchigiani, seguiti da un nutrito gruppo di supporter gialloblù che fanno da contrasto a un palazzetto non pieno come di solito. Steele illumina con una serie di arresti e tiri, Caserta da la palla sotto ad Akindele che ringrazia e segna in continuità. Recalcati prova ad andare con la zona ma i tiri dalla media distanza di Jelovac e Chatfield lo costringono a mutare il suo pensiero. Stelle e Cinciarini continuano a imperversare con le loro penetrazioni ficcanti, ma Caserta riesce a tenere botta grazie anche a un positivo Jonusas, che dopo un avvio a fari spenti sale di cattedra sfruttando la sua fisicità e un buon senso della posizione. Gli ospiti pagano i due falli di Burns, mentre Caserta fin da subito deve rinunciare a Gentile che ha tante penalità a carico, quindi Mordente prima e Maresca poi, saranno costretti anche alla fase del playmaking. La tripla di Johnson regala alla Sutor anche il +5 al 9′, prima dell’ingresso di Di Bella che crea spesso il panico in vernice. Mentre Montegranaro inizia a sbagliare tiri facili, la ripresa si apre con Michelori in versione numero 4 al fianco di Akindele, costretto a prendersi e segnare quasi una tripla (piede sulla linea). Si inizia un punto a punto che al 14′ dice che Montegranaro è avanti 28-31, sul canestro di Slay. Qui in poi inizia la carestia dei marchigiani, che toccheranno quota 37 al 16′ dopo 6 liberi 84 di Cinciarini e 2 di Slay) ma non metteranno altri punti a referto fino alla metà del terzo periodo. Caserta ha vita facile, ma a fare strada, quasi fosse un portone da sfondare, sono i falli che Akindele e Jelovac si prendono partendo a testa bassa nell’area pitturata. La tripla di Jelovac e il jump d Maresca chiudono il secondo tempo sul 40-37. Il break costruito dalla Juve a cavallo dei due quarti si allarga fino al 13-0 del 24′ sulla tripla di Mordente e il gancio cielo del pivot nigeriano numero 17 della Juve, ma il terzo fallo di un indemoniato Jonusas, a cui segue in sequenza quello di Akindele danno fiato alla Sutor che sembra vedere l’acqua nel deserto sul contropiede con palla rubata e canestro di Cinciarini. Burns si rifà vedere da sotto le foglie e fa capire che la gara è ancora lunga con la tripla del -7, ma qui Jelovac fa vedere che vuole restare a Caserta, e prima è lui a colpire dal post basso, poi è bravo a inchiodare un pregevole assist di Gentile. Quando non l’aspetti, anche sotto di 11, la Sutor riemerge, trovando sempre la conclusione pesante, stavolta è Johnson a colpire e, dopo tante conclusioni sbagliate, anche Slay riesce a imbucarla, ma il canestro sulla sirena in penetrazione di Gentile regala un vantaggio di 9 punti al 30′ a Sacripanti e soci. Il figlio del grande Nando inizia a salire in cattedra e suoi sono i primi due punti anche dell’ultimo periodo, con una conclusione dalla media, ma Slay è l’ultimo a morire dei suoi e non ci sta, ribadendo con il tap in volante una conclusione sbagliata da Cinciarini. Recalcati ci prova con Slay da 4 atipico, Sacripanti risponde mettendo jonusas come falsa ala grande e il lituano risponde presente, prendendosi poi poco dopo anche uno sfondo da Andrews. la tripla di Gentile a 5′ dalla fine illude Caserta, regalandole il +12 (66-54), perchè in 30″ due palle perse regalano due canestri facili agli ospiti e costringono coach Sacripanti al timeout. Caserta sembra bloccata, Montegranaro tira e costruisce bene e non finalizza, nella mischia ci pensa Akindele che, pur se gravato di 4 falli, riesce a trovare un fallo, segnando un libero. Slay realizza il -7 a 2’30” ma ancora il centro nigeriano si prende il centro dell’area e volteggiando in maniera leggiadra appoggi ancora. Sembra ancora fatta sul +9, ma Johnson con un long two e Cinciarini dalla lunetta rimettono panico alla Juve sul -5, ma quando meno te l’aspetti, la tripla di Jonusas taglia le gambe alla Sutor, togliendole l’inerzia e chiudendo il match. Il finale è tutto nelle mani e nel cervello di Marco Mordente che corona una partita fatta di tantissimo lavoro dal palleggio, forse anche inusuale per lui, con 6 punti filati che valgono il 78-67 finale, utile anche in prospettiva doppio confronto.
JUVECASERTA – SUTOR MONTEGRANARO 78-67 (18-23; 40-37; 57-48)
Mvp: Akindele, dominante in vernice
Wvp: Andrews, fuori condizione ed un timido, troppo timido, Mazzola
Domenico Landolfo