ROMA – Forse arriva troppo presto in stagione una partita che dalle rispettive tifoserie viene attesa a lungo, frutto di un’antica rivalità mai sopita nel tempo ma che l’anno scorso, per fortuna, ha mostrato la corda in qualità d’intensità negativa. Un passo avanti quindi verso la normalità, una gara di basket non deve mai essere un qualcosa che divide ma che al contrario unisce, anche se le contendenti sul campo si chiamano Roma e Caserta e va anche dato merito alle rispettive dirigenze di aver lavorato molto per cercare di eliminare le tossine rispetto a vecchi dissapori o fraintendimenti del passato. La partecipazione infatti, da due anni a questa parte, da parte della Virtus Roma al Trofeo Galeo di preparazione al campionato in quel di Caserta ha sicuramente lanciato un segnale di distensione e di fratellanza tra le due squadre e di questo segnale va sicuramente dato merito ai due sodalizi.
Una gara, dicevamo, che però arriva forse troppo presto per le ambizioni delle dirette interessate intente ancora a registrare qualcosa tra le proprie fila per poter sperare di offrire sul campo uno spettacolo degno di questo nome. Ma è certamente una gara che può, banalmente, certificare chi potrà superare l’altra in classifica ed al momento è già qualcosa da mettere sul piatto della bilancia denominata rivalità sportiva, sarà quindi una sfida da non perdere con in palio una posta non da poco conto. Eppoi vincere fa sempre bene, specie contro un’antica rivale e se poi si vince in trasferta, come l’anno scorso accadde sia all’una che all’altra (Caserta violò il Pala Tiziano ed al ritorno Roma restituì la cortesia passando al Pala Maggiò), il divertimento è assicurato.
ACEA Virtus Roma
Ed in virtù di questi buoni rapporti instaurati, le due squadre si conoscono bene. L’ACEA, orgogliosa dei complimenti ricevuti per la buona prova complessiva in quel di Milano nel posticipo del lunedì scorso, aspetta questa sfida per riscattarsi e per proseguire nella propria marcia d’avvicinamento al primo traguardo stagionale, le Final Eight di Coppa Italia.
In verità a Milano non tutto è andato come ci si aspettava. Il gioco, impostato da un buon Taylor che sta lentamente calandosi nel clima del nostro basket, è stato abbastanza fluido nel primo periodo salvo poi arrugginirsi e perdere di brillantezza nel periodi successivi dove, se non fosse stato anche per merito dei canestri un pò inventati da Phil Goss e Gigi Datome, Roma avrebbe potuto anche perdere con uno scarto più ampio di quello finale. Grossi meriti vanno però ai ragazzi di Calvani, quantomeno per averci sempre creduto e per aver messo in mostra un buon livello di aggressività nel cercare di trascinare Milano agli ultimi secondi della partita con il risultato fortemente in bilico. Sì, questo lo si è visto con il cuoio in possesso dell’Urbe ma quando si cambiava metà campo, la difesa non ha particolarmente impressionato per intensità e “durezza” nell’approcciare la maggiore fisicità e prestanza complessiva di una squadra, quello di Scariolo, costruita per arrivare sino in fondo almeno in tutte le manifestazioni alle quali partecipa, EL compresa nonostante il brutto scivolone contro il Vitoria lo scorso giovedì sera.
La difesa perciò come punto di partenza sulla quale costruire la vittoria contro Caserta. Se Roma riuscirà ad esempio replicare i primi tre periodi come quelli giocati contro Reggio Emilia, allora le chances saranno molto alte perchè Caserta quest’anno ha perso feeling con il canestro, avendo a proprio favore una media di 69 punti a gara nelle 4 partite disputate in campionato. Ma bisognerà anche farli i canestri, non solo pensare a non prenderli, perciò la Virtus dovrà giocoforza innescare meglio e con più continuità ad esempio lo spento Czyz di Milano che, in verità, sino a lunedì sera ha fatto vedere gran belle cose palla in mano. Senza dimenticare un Bobby Jones sin quì letteralmente oggetto misterioso del roster capitolino e nell’attesa che Dagunduro dimostri il gran bene del quale si diceva di lui e che lo ha portato a vestire la casacca Giallorossoblu.
Occhi anche ai progressi di Lawal che a Milano ha fatto vedere, qualora ci fossero ancora dubbi residui, che se viene innescato in movimento può essere più che un fattore e se pensiamo all’ottimo Akindele di questo inizio stagione per Caserta, che viaggia con una media monstre dell’80% nel pitturato, le scintille sono assicurate con sopra un bel bollino “made in Nigeria”.
Da segnalare infine la prima partita come capitano di Roma per Gigi Datome, Alessandro Tonolli cede il ruolo e l’onore alla figura al momento più rappresentativa nel roster romano.
Juve Caserta
E’ già da due stagioni una squadra quasi ad immagine e somiglianza del suo coach, di Pino Sacripanti. Uno che non molla mai, un allenatore che riesce sempre a far dare il massimo a ciò che gli viene messo a disposizione dalla dirigenza di turno e sempre con estrema dedizione e cultura del lavoro. Sono anni difficili per la Juve ma avere lui come punto di riferimento in panchina assicura un rendimento certo da parte dei giocatori, anche in condizioni di estrema difficoltà, esattamente come accaduto l’anno scorso.
Una squadra che per la prima volta dopo tanti anni ha fatto una scelta precisa: poca gioventù, molta esperienza perchè in periodi di vacche magre è meglio pensare al concreto. Se dicessimo infatti che Caserta è ancora un laboratorio, diremmo un’eresia anche se è da pochi giorni la notizia della chiusura del rapporto con il play Nic Wise, sembrato un corpo estraneo al roster. Perciò al momento il peso di un attacco poco prolifico è quasi del tutto caricato sulla grosse spalle di Akindele e di Chatfield. Un giramondo del basket mondiale questo ragazzo non più di primo pelo ma che serve a dare esperienza, come il triumvirato italico formato da Marco Mordente, Andrea Michelori e Giuliano Maresca condito da uno del “clan” Gentile, quello Stefano che l’anno scorso non ha poi sfigurato a Casale. La rinuncia a Wise non è ancora certa se sarà colmata, fatto sta che la Juve che sembrava non in grado di poter disputare un campionato tranquillo, zitta zitta si trova già con 2 vittorie all’attivo, ottenute contro Cremona e Montegranaro tra le mura amiche e domenica si gioca una buona chances di cogliere la prima vittoria in trasferta, specie se si ripensa per un attimo all’andamento della gara dell’anno scorso: un piccolo capolavoro di sagacia e d’intelligenza cestistica griffata Pino Sacripanti.
Per il resto, al momento è soddisfacente il rendimento del centro serbo Jelovac, un giocatore interessante da 7,3 rimbalzi a partita ed è parimenti soddisfacente l’incedere del lituano Jonunas, un’ala lituana di seconda fascia reduce da un discreto muoversi nel torneo tedesco.
Una Caserta quindi compatta, solida, ancora però incerta dalla lunga distanza e che dovrà allargare il campo bene in difesa se vorrà limitare Roma che ad oggi vanta un 46,3% dalla fatidica linea dei 6,75, la percentuale migliore di tutta la Lega. Perciò Caserta dovrà gestire la palla al limite, abbassare i ritmi per cercare buoni tiri ad alta percentuale e soprattutto per disinnescare la 4×100 romana dei vari Goss, Taylor e Czyz, con Gigi Datome pronto a fulminare dalla lunga.
Precedenti: sono 19 le gare disputate a Roma con 14 vittorie dei padroni di casa
Si gioca: Pala Tiziano in Roma, domenica 28 ottobre ore 18:15
Arbitri: Taurino-Filippini-Mazzoni
Fabrizio Noto/FRED