Ci avviamo lentamente alla fine della stagione regolare, tra partite in cui nessuno ha intenzione di farsi male e che quindi regalano scampoli di garbage time memorabili, che consentono a derelitti carneadi, che nellNBA che fu non avrebbero mai messo piede, di accumulare bottini sostanziosi, sempre utili nella ricerca di un nuovo contratto.
Volge al termine anche la stagione dei Magic, ottavi al momento nella Eastern Conference ed in piena lotta per lultimo posto disponibile per i playoff, marcati a stretta distanza da Pacers, Knicks e dai redivivi Sixers.
La squadra allenata da [b]Brian Hill[/b], veterano della panchina che proprio ad Orlando, guidando i primi passi nella lega di Shaquille ONeal e Penny Hardaway, ha ottenuto le maggiori soddisfazioni in carriera, ha vissuto un post-all star game problematico, patendo il calo di forma di Dwight Howard e palesando quei limiti sui quali la dirigenza dovrà lavorare in estate.
I Magic infatti, comunque si concluda la stagione, sono una squadra proiettata nel futuro e non potrebbe essere altrimenti, avendo in squadra quello che sembra destinato ad essere il miglior centro dei prossimi 10 anni, Ming o non Ming, dellintera NBA.
[i]The man child[/i] come hanno preso a chiamarlo in Florida sta vivendo questanno la prima vera e propria stagione di alto livello, 17 punti, 12 rimbalzi (terzo assoluto, ad unincollatura da Garnett e Chandler) 2 stoppate in 37 minuti di media per [b]Howard[/b], che alla prima stagione da prima opzione offensiva ha risposta alla grande, sciorinando una presenza in post assolutamente dominante, con movimenti fatti più di fisico che di tecnica forse, ma tremendamente efficaci. Pur in calando rispetto allinizio della stagione Howard si sta confermando ciò che prometteva di essere allhigh scholl (e che convinse gli Hawks a giocare un anno intero a perdere, pur di arrivare a metter le mani sul fenomeno di casa) e pare non accontentarsi, nellultimo periodo oltre ai movimenti di potenza chiusi spesso con una rutilante schiacciata o con un appoggio ravvicinato, ha mostrato anche un interessante gancetto da centro area. A voler malignare si potrebbe pensare che gli ultimi miglioramenti siano anche stati aiutati dalle critiche, del tutto inattese, rivolte al buon Dwight da [b]Kevin Garnett[/b], che in buona sostanza si chiedeva, di fronte ai giornalisti, se Howard sarebbe stato in grado di migliorarsi ulteriormente. Howard, che una volta venuto a conoscenza delle dichiarazioni del [i]bigliettone[/i] si è detto [i] stunned[/i] ha rimarcato, a ragione, che a 21 anni non gli sembra di aver giocato una brutta stagione, ed ha anzi promesso che lavorerà come un matto per salire ancora di livello.
Nonostante i buoni propositi di Howard, i Magic continuano ad aver [b]limiti strutturali[/b] ben precisi; in primis il quartultimo attacco della lega, anche a causa della mancanza di un esterno in grado di produrre continuità punti.
Tantè che quando il vecchio [b]Grant Hill[/b] produce partite di alto livello, sfruttando la sua immane sapienza cestistica, lattacco Magic cambia completamente volto, diventando un rebus di più complessa soluzone per le difese avversarie. Purtroppo per Hill e per i Magic lerede di [b]Scottie Pippen[/b] continua ad avere piccoli acciacchi fisici che ne minano il rendimento in campo, oltre ai vecchi problemi alla caviglia che ne hanno ormai quasi annullato latletismo una volta straripante.
Accanto ad Hill ed Howard ruotano giocatori di buonissimo rendimento come Nelson, Turkoglu, Battie, Milicic, Arroyo, Dooling ed Arinza, nessuno dei quali però può issare il proprio rendimento ad un livello tale da migliorare [b]lattacco dei Magic[/b]. A causa di questo assetto il gioco dei Magic risulta molto spesso prevedibile, passando 2 volte su 3 dalle mani di Howard in post basso ed alla continua ricerca di un tiratore libero sul perimetro, ruolo per il quale i Magic avevano designato [b]JJ Redick[/b], che questanno ha sostanzialmente deluso.
Considerando questi problemi e la situazione contrattuale di molti dei giocatori nel roster di Orlando lestate che arriverà sarà importantissima: con Hill e Bo Outlaw in scadenza si libereranno circa 17 milioni di dollari dal salary cap, ma lesigenza stringente è quella di rinnovare Howard (in scadenza nel 2008, con la qualifying offer a favore dei Magic) e di decidere cosa fare di Milicic. Poi verrà il momento di sondare il mercato alla ricerca di un esterno, più precisamente una guardia tiratrice, in grado sia di saper segnare dalla lunga, sia di saper creare soluzioni dal palleggio. Voci insistenti, a fine marzo parlavano di un [b]Vince Carter[/b] stanco dei rigidi inverni nel Jersey e molto tentato da unesperienza in Florida, ma al momento restano solo illazioni. Di certo la dirigenza Magic dovrà far fare un ulteriore salto di qualità alla squadra, perché oltre ai soldi sono le prospettive che permettono di tener legato a se un giocatore per molti anni, e di certo la storia di Garnett a Minnesota avrà fatto scuola tra i nuovi, giovani fenomeni.