Varese, priva di Sakota, ma dotata di una grandissima tenacia e lucidità, espugna anche Milano con merito, cavalcando la prova mostruosa di Banks e una chimica che sta raggiungendo livelli di assoluta eccellenza. Milano arriva corta, con Scariolo che ancora una volta sembra essere sempre a ruota rispetto al proprio avversario di panchina.
Parte subito Bremer in quintetto, ma la vera notizia è la ritrovata verve di Fotsis che si prende subito diverse responsabilità offensive, prima che Langford non incappi in due falli banali su Banks. In contumacia Keith, è Hairston (come spesso succede) a prendere il proscenio offensivo con due triple, ma la partita viaggia sui binari dell’equilibrio con anche Green ispiratissimo dal perimetro.
Bourousis s’iscrive al match con un 2+1 e, un godibile primo quarto, si chiude sul 24 pari.
Il confronto Green-Stipcevic è decisamente impari a favore degli ospiti e, dopo un minuto del secondo quarto, il playmaker è già a quota 11. La bomba di Polonara e il canestro di Talts, obbligano Scariolo al timeout sul -6.
La pausa rimette in partita Milano che recupera subito con un 8-0 di parziale, prima che Banks non dia i primi cenni del suo show offensivo con quattro punti in fila in chiusura di tempo.
Green continua a mixare sapientemente conclusioni in avvicinamento e dal perimetro, ma il terzo quarto è territorio dello scontro a duello tra Langford e Banks che si scambiano un 7-6 tutto loro. Green incappa presto nel terzo fallo e, un dubbio fallo di Banks, porta al tecnico coach Vitucci. Langford converte quattro liberi e Milano mette la testa avanti.
A giovarsi del tecnico, però, è Varese che comincia le prime prove tecniche di fuga con un paio di canestri di Dunston, bissati da altrettanti di Banks. La terza frazione si chiude con la tripla a fil di sirena di Bremer che lascia accesa ancora una piccola speranza ai padroni di casa.
“Come iniziare male il quarto periodo” firmato Sergio Scariolo. Bourousis è in panchina con Dunston carico di quattro falli e la prima azione del quarto è a zona con canestro da tre punti concesso a Ere con metri di spazio. In questo modo, tutta l’inerzia generata dal canestro di Bremer, è stata gettata alle ortiche.
L’ossessiva ricerca del mismatch, soprattutto in post basso con Hairston, snatura l’attacco milanese che si affida troppo spesso alle invenzioni solitarie di Langford. Quando Bourousis, dopo quattro minuti di quarto, si alza dalla panchina, si sente un fragoroso boato del pubblico, che aspettava il rientro del miglior giocatore in campo, almeno da quattro minuti. E’ inspiegabile come Scariolo non abbia voluto sfruttare la forza incontenibile del centro greco per così tanto tempo, anche alla luce della difficile situazione dei lunghi dalla parte opposta. Questo ha impedito a Milano di chiudere il piccolo divario che l’ha sempre separata da Varese. Quando poi, con un coast to coast in palleggio, Polonara ha schiacciato in faccia a tutta Milano il canestro del +6 a 30” dalla fine, sono arrivati i titoli di coda dell’ennesima sconfitta milanese.
I tantissimi tifosi varesini accorsi a Milano sono esplosi in un tripudio, come la prima in classifica merita anche lontano dalle mura amiche.
EA7 Emporio Armani Milano – Cimberio Varese 77-83 (24-24, 16-19, 20-21, 17-19)
MVP: Adrian Banks. Prova maiuscola per lui che, quando la squadra era bisognosa di punti importanti, ha sempre risposto presente dimostrando enorme talento.
WVP: Niccolò Melli. Brutta prova, di scarsa intensità e concentrazione. Si fa sfuggire qualche rimbalzo e nel finale dimostra di non esser lucido quando perde l’occasione di mandare in lunetta Dunston.
Gli audio dei coaches
Simone Mazzola