REGGIO EMILIA – Chiamatela fortissima, come tiene a sottolineare il patron Stefano Landi. Chiamatela bellissima, chiamatela come volete, ma questa Trenkwalder, alle Final Eight di Coppa Italia, merita davvero di andarci. E non da cenerentola, ma da squadra vera, che ha saputo riprendersi dopo un inizio difficile di questo girone di andata, e chiudere a 16 punti, appena sotto le grandi d’Italia. Contro Caserta doveva essere uno spareggio per un posto nella fase finale di Coppa Italia, ma la formazione reggiana l’ha resa una cavalcata, schiacciando Caserta e reagendo alla grande quando la formazione di Pino Sacripanti aveva provato a rifarsi sotto, portandosi dal -27 al- 14 nel terzo periodo di gioco.
DEVASTANTE. E’ Caserta a uscire più forte dai blocchi, grazie a Jonusas e Jelovac che piazzano il primo mini-parziale di 5-0 proprio in avvio. Ma da quel momento in poi la formazione di Max Menetti prende in mano la gara e non la molla più, demolendo gli avversari con un eloquente 22-0 di contro-parziale firmato da Taylor, Cinciarini e Slanina in primis, ma al quale partecipa tutto il quintetto di casa. Caserta è stordita e viene contata in piedi, non riuscendo a opporre resistenza in difesa, dove lascia varchi enormi alla Trenkwalder, e in attacco, dove Akindele si chiama fuori per problemi di falli e di rendimento e dove Gentile, ben arginato dalla fisicità di Cinciarini e dall’atletismo di James, non riesce a incidere in fase di costruzione. La gara scorre via sul velluto e Reggio prende il largo, chiudendo il tempo sul 51-27 e concedendo un misero 22% dal campo ai casertani.
PROVE DI RIMONTA. Caserta però è costruita a immagine e somiglianza del suo coach e di mollare gli ormeggi definitivamente con venti minuti da giocare non ci pensa minimamente: Mordente, un po’ troppo nervoso, trova comunque buone giocate e si sveglia anche il nigeriano Akindele, che schiaccia tutto quello che gli passa per le mani, poco contrastato da un Brunner febbricitante che fatica in fase difensiva. Tutto questo non prima di essere sprofondata al -27 sul 58-31. Il gioco della Trenkwalder, con Menetti che attinge a piene mani dalle rotazioni, si fa meno intenso e più farraginoso, con la Juve che inizia a difendere con le mani addosso e provando a far sentire il fisico ai reggiani. La tripla di Maresca spaventa per un secondo via Guasco, che guarda il tabellone luminoso recitare 75-61 a 5′ dal termine. Tocca a Taylor e a uno straordinario Antonutti mettere la parola fine al confronto, con una scarica di triple e ottime giocate di talento. Reggio vince, il palasport esulta. Le Final Eight sono il giusto premio a un girone di andata ben oltre le più rosee previsioni.
Trenkwalder Reggio Emilia-Juve Caserta 91-72
Progressione: 26-10; 51-27; 71-51; 91-72
Parziali: 26-10; 25-16; 20-24; 20-21
Dagli spogliatoi
Max Menetti
“Abbiamo disputato una grande partita, forse la migliore della stagione a livello difensivo nel primo tempo. Sono contentissimo che questa vittoria ci porti alle Final Eight, traguardo meritato da squadra, società, staff, tifosi e giornalisti, perchè tutti insieme ci siamo scrollati di dosso quel 6 maggio 2011, dove conquistammo una salvezza all’ultima giornata di Legadue. Antonutti super perché ha giocato su una gamba sola, ma ottimi anche Cervi e Slanina, che ha dimostrato, semmai ce ne fosse stato bisogno, di che professionista sia, facendosi trovare pronto e segnando canestri importantissimi”.
Stefano Sacripanti
“Abbiamo subito un parziale di 22-0 che ci ha devastato e ce lo siamo portati avanti tutta la gara. Nel primo tempo abbiamo pensato più a eseguire gli schemi che giocare con intensità e voglia. Poi abbiamo provato a rientrare ma era troppo tardi. Reggio ha condotto alla grande e ha messo in luce tutti i nostri difetti. Sfuma un traguardo che nell’ultima settimana si era palesato dinnanzi a noi, ma non sfuma quanto di buono questa squadra ha fatto sino a ora”.
MVP – Michele Antonutti: 17 punti con un 5/5 dall’arco pesante come un macigno. E pensare che il primo allenamento della settimana lo ha sostenuto sabato. Gioca su una gamba sola e, a tratti, soffre le penetrazioni, ma in attacco è letteralmente perfetto. Menzione d’onore per Andrea Cinciarini, perché ora come ora si avvicina tantissimo all’essere il miglior playmaker del campionato assieme a Travis Diener.
WVP – Stefano Gentile: Chiude con un eloquente -7 di valutazione e soli due punti realizzati, ma attenzione: non è tutto demerito del figlio del grande Nando, Reggio lo ha portato fuori partita alla grande.
Alessandro Caraffi